I due sindacati Cgil e Uil dell’Umbria attaccano la Regione in materia di gestione dello stress termico in ambiente di lavoro.

L’Umbria è stretta ormai nella morsa del caldo. Le temperature roventi di questi giorni hanno fatto innalzare le colonnine di mercurio anche oltre i 40 gradi centigradi. Minosse, l’anticiclone africano, ancora per un po’ spanderà afa e calore su tutto il territorio regionale, eppure sembra che da domenica 21 luglio arriverà un primo impulso di aria fresca

Oggetto di discussione nella riunione di ieri, giovedì 18 luglio, del Comitato regionale per la salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, non a caso, è stato il documento regionale che propone raccomandazioni per prevenire il rischio di stress termico nei luoghi di lavoro. Un documento che, tuttavia, Cgil e Uil, insieme ai settori dell’edilizia e delle costruzioni rappresentati da Fillea Cgil e Feneal Uil, non apprezzano bensì criticano.

Cgil-Uil Umbria sull’emergenza caldo

Per le sigle sindacali Cgil e Uil dell’Umbria, la posizione della Regione Umbria in materia di gestione dello stress termico nei luoghi di lavoro è “troppo vaga e tardiva”.

Risale ormai a più di dieci mesi fa, infatti, la presentazione di una piattaforma unitaria realizzata dai sindacati, utile a discutere il tema congiuntamente a una richiesta di incontro con i rappresentanti istituzionali inoltrata oltre un mese fa. Eppure, i sindacati fino a oggi non hanno ancora ricevuto alcuna risposta né a livello confederale né dalle categorie.

Ci aspettavamo almeno una convocazione puntuale all’indomani della richiesta – rimarcano Cgil e Uil Umbria in una nota – si tratta di richieste unitarie e non si capisce come mai per altre organizzazioni non vi siano problemi di metodo che a noi appaiono evidenti”.

“Su questo tema solo ieri è arrivata una convocazione dell’assessore per martedì prossimo – aggiungono – facendo sorgere una domanda spontanea: ma se a fine luglio dobbiamo ancora discutere, quando pensa di mettere in campo le misure necessarie per evitare gli infortuni, in particolare quelli legati al rischio termico?”.

I sindacati fanno sapere di aver, inoltre, avallato la richiesta delle categorie degli edili di misure prescrittive, come quelle previste da altre regioni (Lazio, Molise, Puglia, Sicilia, Toscana), introducendo il divieto di attività lavorative nei cantieri, in agricoltura e nel settore florovivaistico nelle ore più a rischio d’emergenza caldo.

Le richieste dei sindacati alla Regione

La richiesta dei sindacati alla Regione Umbria, in materia di caldo e lavoro, è contenuta nella piattaforma presentata a settembre 2023. Essa include richieste come il blocco delle attività a temperature superiori ai 33 gradi percepiti, programmi straordinari di informazione e formazione, misure per rendere immediatamente fruibile la Cassa Integrazione e una riorganizzazione del lavoro che favorisca il benessere dei lavoratori, considerando anche i principi della sostenibilità ambientale.

“La salute e la vita umana vengono prima di tutto – sostengono nella nota congiunta le sigle Cgil, Uil, Fillea e Feneal – e per questo le misure contenute nel documento analizzato questa mattina, seppur estremamente tardive e adottate con estremo ritardo, devono essere diffuse immediatamente ai lavoratori vista l’emergenza caldo che stiamo vivendo”.

“Sono purtroppo decine le segnalazioni di malori legati alle alte temperature che arrivano ogni giorno, con numerosi lavoratori costretti a rimanere su impalcature o lungo strade anche nelle ore più calde – riportano – È essenziale riorganizzare gli orari di lavoro e concentrare le attività nelle ore meno calde, chiedendo anche alle committenze di non penalizzare eventuali ritardi dovuti alla tutela della salute dei lavoratori”.

“Per questo – ribadiscono le associazioni sindacali rivolgendosi ai rappresentanti istituzionali – l’intervento da parte delle istituzioni deve essere incisivo e urgente, mentre l’incontro di oggi appare del tutto insufficiente e per questo lascia l’amaro in bocca”.