05 May, 2025 - 21:00

Calciomercato Perugia, si chiude un’era: via i senatori a fine stagione?

Calciomercato Perugia, si chiude un’era: via i senatori a fine stagione?

È terminata da poco più di una settimana la stagione del Perugia, ma l’amarezza non ha ancora lasciato il cuore della tifoseria biancorossa. Un’annata vissuta sulle montagne russe, iniziata con grandi ambizioni e conclusa con un clamoroso fallimento: il Grifo è rimasto fuori dalla griglia playoff, chiudendo uno dei capitoli più deludenti della sua lunga e gloriosa storia in Serie C.

Una stagione sotto le aspettative, segnata dal cambio societario, dai due allenatori esonerati, da un numero impressionante di infortuni e da una discontinuità cronica che ha compromesso ogni possibile rincorsa verso i vertici. Il cambio di proprietà, l’alternanza di ben tre allenatori in panchina, la fragilità fisica dei veterani: tutto ha concorso a scrivere una delle pagine più amare del recente passato biancorosso.

Perugia, senatori verso l’addio: le ipotesi per il mercato estivo


Il tempo dei senatori, che per anni hanno portato sulle spalle il peso e l’orgoglio della maglia biancorossa, sembra essere arrivato al capolinea. Nomi pesanti come Gabriele Angella, Cristian Dell’Orco, Paolo Bartolomei e Francesco Lisi sono ormai in uscita.

Angella, il capitano, ha vissuto una stagione da incubo, falcidiata dagli infortuni. Appena quindici presenze, e solo a sprazzi quel carisma e quella leadership che negli anni lo avevano reso un punto di riferimento. Un centrale con esperienza da Serie A, ma che fisicamente non è più in grado di garantire continuità.

Stessa sorte per Dell’Orco, che ha collezionato appena dodici apparizioni, frenato da continui problemi muscolari. Due difensori di valore, ma fragili sul piano atletico: un lusso che una squadra di Serie C, in cerca di rilancio, non può più permettersi.

Diverso il discorso per Bartolomei, che ha messo insieme venticinque presenze e tre assist. Il suo contributo c’è stato, ma l’età (classe 1989) e il nuovo corso tecnico lo spingono verso l’addio. Infine Lisi, ai margini del progetto da diverse settimane, appare ormai fuori dai radar tattici di Cangelosi: i suoi quasi 36 anni e una condizione fisica altalenante hanno chiuso il ciclo.

In mezzo a tante difficoltà, alcune scelte di mercato hanno comunque lasciato tracce positive. Come Davide Riccardi, difensore centrale arrivato a gennaio dal Novara, che dopo un infortunio rimediato nel derby perso contro il Gubbio ha saputo rientrare con solidità e spirito da leader. A 29 anni, può essere lui l’erede naturale di Angella.

Così come Joselito, centrocampista spagnolo classe 2003, sbarcato a gennaio tra lo scetticismo generale e capace invece di conquistare consensi con prestazioni concrete e intelligenti. È proprio questo il modello che il Perugia vorrà seguire: giovani sì, ma solo se funzionali, pronti ad incidere subito, non semplici scommesse anagrafiche.

Chi invece lascerà sicuramente l’Umbria è Francesco Mezzoni, titolarissimo delle ultime due stagioni, che farà ritorno al Napoli. Su di lui ci sono già numerosi interessamenti, anche da club di Serie B. Il suo addio è una perdita pesante, sia in termini tecnici che di continuità.

Amoran saluta, Montevago incognita: il futuro passa anche dai prestiti

Oltre ai nomi noti, anche altri protagonisti del recente Perugia lasceranno il Curi. Amoran, giovane difensore di proprietà del Parma, rientrerà alla base a fine giugno. Un elemento che ha fatto intravedere qualità, ma che, come molti altri, non è riuscito a garantire costanza.

Capitolo a parte merita Daniele Montevago, attaccante di prospettiva il cui futuro è tutto da scrivere. La Sampdoria detiene il diritto di recompra, e molti club di Serie C hanno messo gli occhi su di lui. Il Perugia dovrà capire se puntare su di lui come perno offensivo o cedere alle logiche di mercato.

Faroni e la dirigenza sono stati chiari: il Perugia vuole tornare in Serie B entro due stagioni. Una dichiarazione ambiziosa, ma che necessita di basi solide. La rivoluzione estiva non dovrà essere solo numerica, ma qualitativa. Servono idee forti, uno staff tecnico coeso e una rosa costruita con logica. Basta con le figurine o le operazioni nostalgiche: al Curi servono fame, gamba e mentalità vincente.

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Lorenzo Farneti
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