E’ stato ritrovato ieri sera, mercoledì 7 agosto, lungo il fiume Tevere un nuovo cadavere. Ne ha segnalato la presenza una chiamata al Numero unico di emergenza di due pescatori, all’altezza delle sponde del Comune di Umbertide. Il corpo, del quale non sono rinvenuti i documenti di riconoscimento, secondo quanto rende noto la Questura di Perugia, è risultato in avanzato stato di decomposizione. E’ pertanto impossibile, ad oggi, per gli inquirenti, ricollegarne l’identità.
A seguito della telefonata d’allarme, sul posto è intervenuto prontamente il personale del Gabinetto provinciale della polizia scientifica, insieme al medico legale. Dai primi accertamenti fatti, sembrerebbe che la persona, verosimilmente un uomo, potrebbe essere defunta da circa tre settimane. Ad ogni modo, il magistrato della Procura della Repubblica di Perugia che coordina le indagini ha disposto il trasferimento della salma all’obitorio di Perugia per l’autopsia, in quanto non è affatto chiara la causa del decesso, specie in considerazione dello stato putrefatto in cui verte il cadavere.
Cadavere nel Tevere: i casi del 2024 in Umbria
Risale a martedì 9 luglio, meno di un mese fa, il ritrovamento lungo il fiume Tevere del cadavere di una anziana. Si trattava di una donna ultra ottantenne della quale i familiari avevano recentemente lanciato l’allarme per la preoccupante scomparsa. Il corpo della vittima era apparso precisamente in località Ponte Valleceppi, nel giro di pochissime ore dall’avvio delle ricerche. Sulla base delle informazioni raccolte dalle forze dell’ordine, pare che si fosse trattato di un gesto volontario.
Soltanto un paio di mesi fa, il 1 aprile 2024 per l’esattezza, lo stesso fiume aveva, tra l’altro, restituito il corpo senza vita di un ragazzo di 20 anni, originario di Valfabbrica, all’altezza di Ponte San Giovanni. Anche in questo caso, l’ipotesi più accreditata riguardo al decesso del giovane era stata quella del suicidio. L’allarme era scattato intorno alle ore 1.20 della notte precedente, quando alla sala operativa dei vigili del fuoco di Perugia era giunta una richiesta di soccorso, estesa anche alle forze dell’ordine e al servizio di emergenza del 118. Sul posto, dopo l’individuazione del corpo senza vita del ragazzo, gli operatori si erano subito messi all’opera per gestire la drammatica situazione, a partire dal recupero tempestivo della salma tramite autogru e toboga.
Il caso di Patrizia Rondini
Andando ulteriormente indietro nel tempo, all’inizio del mese di marzo nelle acque del Tevere, in località Miralduolo, era stato anche ritrovato il cadavere di Patrizia Rondini, la 64enne scomparsa dal suo appartamento di Ferriera di Torgiano. A scoprire il corpo della donna era stato un drone del Nucleo SAPR. La salma era stata, quindi, recuperata con tecniche Saf Fluviali per poi essere consegnata alle autorità competenti.
Il sospetto allontanamento di Patrizia Rondini dalla propria abitazione familiare era stato denunciato da parte del figlio Mirco perfino nella trasmissione televisiva ‘Chi l’ha visto?’. A sollevare incertezze, in modo particolare, era stato il fatto che la donna con sé non avesse nulla al momento della sparizione. Niente soldi, nessun documento, neppure la giacca. Indossava solamente una felpa scura e un paio di sneakers nere e rosse ai piedi.
Tra l’altro, il figlio della vittima in televisione aveva spiegato che la mamma, pensionata, viveva un momento di grande fragilità e forte depressione.“Per scongiurare il peggio abbiamo anche manomesso la sua auto in modo che non potesse usarla per andare via” aveva raccontato Marco ai microfoni di Rai 3. “Oggi pomeriggio papà stava facendo un pisolino pomeridiano, gli è suonato il cellulare e la mamma glielo ha portato – aveva detto – Un quarto d’ora, quando la conversazione era terminata, la mamma non era più dentro casa”. “È uscita a piedi senza telefono, ha solamente tolto pantofole e messo le scarpe da ginnastica – aveva aggiunto Marco con preoccupazione – Dove può essersi diretta? Ponte San Giovanni l’abbiamo già battuta, sono subito uscito dal lavoro per ricercarla insieme a papà e altre persone. Ci siamo divisi le zone, la città è grande ma non è Milano”.