Il “Caciottone di Norcia” diventa IGP e la Coldiretti dell’Umbria si entusiasma per il risultato ottenuto, anche grazie alla consulenza tecnica dell’associazione. È stato, infatti, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea il riconoscimento del prodotto nursino come Indicazione Geografica Protetta. Un risultato che consentirà di mantenere inalterata una tecnica produttiva tradizionale e salvaguardarne il prestigio e la qualità.

Il riconoscimento comunitario – commenta la Coldiretti Umbriavalorizza e contribuisce a tutelare la denominazione di un prodotto di qualità tra i simboli del made in Umbria agroalimentare. E aiuterà a potenziare sul piano economico territori di montagna dell’Appennino umbro in cui l’agricoltura svolge un ruolo di primo piano“.

Il presidente di Coldiretti Agabiti: “Caciottone Norcia conferma della qualità del made in Umbria”

Le nostre eccellenze registrate in ambito comunitario – afferma Albano Agabiti, Presidente Coldiretti Umbria – sono una conferma dei primati del Made in Italy agroalimentare. E della sostenibilità del nostro comparto. Una tutela importante per i nostri allevamenti e per tutte quelle imprese agricole e zootecniche che svolgono un prezioso lavoro a livello economico ed ambientale. E lo fanno spesso in aree che senza l’agricoltura sarebbero destinate all’incuria e all’abbandono e ai conseguenti fenomeni di spopolamento. Una spinta ad investire nella qualità e distintività delle nostre produzioni. Che grazie proprio a peculiarità uniche possono rappresentare una carta importante contro l’omologazione. E a difesa dei principi della nostra tradizione alimentare“.

La zona di produzione del Caciottone, come riportato dal disciplinare – ricorda Coldiretti – comprende i Comuni di Norcia, Cascia, Monteleone di Spoleto, Preci e Poggiodomo. Un riconoscimento che rappresenta anche un premio all’impegno degli imprenditori agricoli dell’Associazione “Caciottone di Norciache, in collaborazione con la Cooperativa Gruppo Grifo Agroalimentare, con il supporto tecnico della Coldiretti regionale, hanno portato avanti questa iniziativa importante.

Il caciottone tra i prodotti di punta e le eccellenze agroalimentari del paniere regionale

C’è soddisfazione anche nell’associazione che raggruppa i produttori del caciottone di Norcia. A cominciare dal gruppo Grifo Agroalimentare.
Il riconoscimento oltre a gratificare i nostri sforzi per valorizzare la qualità delle nostre eccellenze – sottolinea Carlo Catanossi, Presidente della cooperativa – consente di ribadire la centralità del lavoro di tante imprese zootecniche umbre che investono da anni su territorialità e distintività. D’altronde la mission del nostro Gruppoci spinge con forza e lungimiranza a puntare sempre di più, come da tradizione, sullo sviluppo di un’economia locale, fatta di persone, benessere animale ed ambiente salubre. Che fa bene al nostro tessuto imprenditoriale, rispondendo alle esigenze dei consumatori alla ricerca di sicurezza e tracciabilità dei cibi. E il Caciottone di Norcia rappresenta proprio uno dei prodotti più apprezzati anche del nostro paniere“.

Ecco tutte le caratteristiche del formaggio tipico del nursino, fatto con un mix di latte bovino ed ovino

Il Caciottone di Norcia IGP è un formaggio prodotto in prevalenza con latte bovino con la particolarità dell’aggiunta di latte ovino in quantità tra il 5% e il 10%. La produzione di formaggio ottenuto da latte misto esisteva in Valnerina anche prima della metà del XX secolo. Ed è legata soprattutto alle condizioni di penuria che, all’epoca, caratterizzavano la vita contadina in queste zone.

La transumanza degli ovini verso le valli umbre e laziali nei mesi invernali comportava una ovvia carenza di latte di pecora in quella stagione. Durante questi periodi nelle stalle, soprattutto nelle zone più marginali come quella di Castelluccio, rimanevano solo una minima parte delle pecore. Destinate a produrre carne e il latte per il sostentamento delle famiglie nei duri mesi invernali. In questi mesi si usava produrre il formaggio misto, mescolando il ricco e nutriente latte delle vacche con il latte ovino. Questo offriva un vantaggio in termini di conservazione. Vantaggio non da sottovalutare soprattutto se riferito a tempi in cui il sale era poco e non si disponeva di frigoriferi. Mantenendo però la caratteristica freschezza e conferendo al prodotto un gusto più deciso rispetto al formaggio di latte esclusivamente vaccino.