Francesco Caccetta si infervora quando parla della Castel Ritaldi che ha in mente. “Questo – afferma – potrebbe essere il paese delle fiabe. Ma qualcosa è andato storto. Lassismo, disattenzione, incuria. Ora tocca a noi rimboccarsi le maniche“.
Quel noi significa Caccetta, il comandante, come candidato sindaco, insieme a una schiera di candidati civici sotto lo stemma di Alternativa popolare. Criminologo, ufficiale dei Carabinieri, scrittore, è vicino alla terza laurea e conosce a menadito il paese che vuole amministrare.
“Quando le dico che lo vorrei far tornare a essere il paese delle fiabe è perché per me è stato questo. A Castel Ritaldi ha comandato la stazione dei carabinieri prima di guidare il Nucleo Opertivo e Radiomobile a Terni. Conosce ogni famiglia. Con loro ha costruito e lanciato un progetto. Quello del “controllo di vicinato”, che aveva azzerato reati, furti, truffe. E ora ci riprova con un altro ruolo. Da primo cittadino.
Caccetta: “Porto la mia esperienza di uomo del fare a servizio di Castel Ritaldi”
Ai microfoni di Tag24 Umbria, il 60enne candidato a sindaco spiega come si è avvicinato a Stefano Bandecchi e al suo partito. È stato un colpo di fulmine o una scelta meditata?
“Scelta politica. Con la P maiuscola – afferma il comandante -. Ho letto il manifesto e i progetti politici. Questo partito si ispira a De Gasperi e don Sturzo. E a questa cornice di valori e ideali unisce anche la voglia di fare e l’impegno a costruire. Con Bandecchi ci siamo trovati su questo. Non siamno né di destra né di sinistra, siamo persone che vogliono cambiare le cose in meglio“.
Caccetta, è vero che rinuncerà a ogni emolumento se sarà eletto sindaco a Castel Ritaldi?
“La mia è una vera scelta di servizio. Se vincerò, i 36 mila euro del mio stipendio da sindaco saranno devoluti a un fondo speciale per la disabilità. E anche i candidati della mia lista faranno altrettanto. Non gliel’ho chiesto io, è stata una decisione spontanea. È vero volontariato civico“.
Ovviamente al centro del suo programma c’è la sicurezza, con il recupero del progetto di controllo di vicinato…
“È uno dei punti qualificanti. C’è stata trascuratezza da parte dell’amministrazione uscente. E il grande lavoro che era stato fatto con le famiglie e i cittadini è andato perduto. L’individualismo e il menefreghismo non portano da nessuna parte. Dobbiamo recuperare il senso di comunità. Il controllo del territorio, della cosa pubblica, il prendersi cura della sicurezza degli altri danno la misura di come una comunità è viva e si preoccupa della sua identità“.
Lo spopolamento del paese e le ricette per giovani e anziani
Tra i problemi più rilevanti delle piccole realtà delle aree interne c’è quello dello spopolamento. Cosa vuole fare Francesco Caccetta per fermare la fuga da Castel Ritaldi?
“I negozi e le attività commerciali stanno chiudendo. Non ci sono posti di ritrovo per gli anziani. E non parlo di bar e panchine, ma di luoghi dove costruire socialità di qualità. Per loro voglio riportare eventi culturali e l’Università della terza età. Anche i giovani sono costretti ad andare in altri territori limitrofi. Magari anche solo per studiare. La biblioteca è un luogo da potenziare, mentre oggi è ridotto a sala riunioni con un po’ di sedie sparse“.
Una risposta alla crisi demografica può essere data anche dall’integrazione degli immigrati?
“Ma certamente. Noi siamo per l’inclusione e la piena partecipazione degli stranieri alla vita di comunità. Penso a una scuola di arti e mestieri per questi giovani, nella quale acquisire una qualifica professionale. Ci sono mestieri artigiani che si stanno perdendo e che erano la ricchezza delle nostre terre. C’è difficoltà a trovare lavoro per i giovani italiani, figuriamoci per chi scappa da guerre e carestie. È inutile inseguire la paura del diverso, come fa la Lega, con atteggiamenti demagogici“.
Caccetta promuove un progetto per la genitorialità e il sostegno psicologico a Castel Ritaldi
Francesco Caccetta ha a cuore anche il tema della genitorialità. E poi vuole dare supporto psicologico con un team dedicato…
“Beh, abbiamo parlato di immigrati. Ma l’inverno demografico lo si combatte con l’educazione alla genitorialità e con un appoggio costante ai giovani. Abbiamo in lista Marco Strano, un importante psicologo e criminologo. E con noi operano associazioni di volontariato per il supporto gratuito a chi ha problemi quotidiani. Che spesso diventano insormontabili per la solitudine“.
Perché un cittadino di Castel Ritaldi dovrebbe votarla?
“Perché conosco tutti. E perché quando sono stato al comando della stazione dei Carabinieri hanno imparato a conoscere me. Non sono un politicante. Sono un uomo che risolve problemi, che si impegna per il territorio e per la comunità. Vorrei che i cittadini, per una volta, smettessero di pensare alla politica come scontro irrisolvibile tra destra e sinistra. E guardassero gli uomini e le donne che si impegnano per servizio e i programmi dei candidati. La concretezza che esprimono, la realizzabilità. Perché le promesse le possono fare in tanti, ma bisogna avere anche gli strumenti e le competenze per portare avanti i programmi che vengono proposti ai cittadini“.