Che non si stiano reciprocamente simpatici, il sindaco Stefano Bandecchi e l'ex consigliera di FDI ora al gruppo misto Cinzia Fabrizi, lo si era capito da tempo. Ma nell'ultimo consiglio comunale sono riusciti a scaldarsi anche per un tema apparentemente poco appassionante, come l'acquisto dei bus a basso impatto ambientale per il trasporto pubblico. Da una parte il primo cittadino, prima redarguito per qualche allusione polemica su magistratura e polizia giuziaria e poi attaccato per un cambio di posizione politica sull'atto in discussione. Dall'altra la consigliera comunale e dirigente scolastica, dapprima rintuzzata su quella che è stata definita una posizione strumentale di critica all'amministrazione e poi, al culmine del battibecco, censurata per i decibel e il tono stridulo di voce.
"Lei si rivolge a me con un tono sgradevole - ha attaccato Bandecchi -. Abbassi la voce, perché quando urla la sua voce fa schifo del solito".
"Questo è il rispetto che lei, sindaco, mostra per i consiglieri e l'assemblea - ha ribattuto Fabrizi -. Quando si fa contrapposizione politica non si usano certe espressioni. Poi in questa città e in consiglio può accedere di tutto, ma questo spettacolo è sconveniente".
Spettatori del fuori programma gli studenti di una quarta clase del Liceo Donatelli, che da qualche seduta del consiglio comunale prendono posto fuori dall'emiciclo per approfondire il funzionamento delle istituzioni. Ma non è tutto, perché, hanno trovato il modo di aprire un estemporaneo braccio di ferro anche il consigliere di FDI Roberto Pastura e l'assessore ai lavori pubblici Maggi. Motivo del contendere: i soldi che il Comune di Terni è costretto a spendere per realizzare una stazione di ricarica che, senza i bus elettrici e quelli a idrogeno, rappresenterebbe una spesa inutile. E infine botta e risposta anche il consigliere Patalocco (PD), che aveva accusato la maggioranza di essere disorganizzata ricevendo dal sindaco Bandecchi un rilancio della palla in campo avverso: "Siamo costretti a questo sperpero dalle decisioni senza senso dei governi di centrosinistra".
Alla fine la bufera si è trasformata in un arcobaleno quasi unanime. Il consiglio comunale ha, infatti, approvato con 27 voti a favore e un astenuto, la delibera di giunta comunale che prevede la variazione di bilancio di 9,6 milioni di euro e l'aggiornamento del piano degli acquisti 2025-27. In arrivo ci sono 7 nuovi mezzi di trasporto pubblico a basse emissioni, 2 autobus a idrogeno e 5 elettrici.
In pratica, in virtù di un meccanismo iniziato con l'ultima amministrazione Di Girolamo e confermato nel 2021 dalla giunta Latini, il Comune di Terni è stato individuato dai ministeri competenti come ad elevato inquinamento di PM 10. E nell'ambito del Piano Strategico Nazionale per la Mobilità Sostenibile (PSNMS), ha ottenuto i contributi da un fondo destinato al rinnovo del parco degli autobus dei servizi di trasporto pubblico locale e regionale ed alla promozione e al miglioramento della qualità dell'aria con tecnologie innovative.
I fondi, dunque, provengono da contributi statali che sono stati stanziati da due distinti decreti ministeriali, che dovranno essere applicati alla Direzione attività finanziarie e da quella dell' Ambiente, energia e trasporti. Insomma, tutto tranne che un atto divisivo. Che però si è trasformato in una specie di trincea per l'andamento del dibattito consiliare.
L'atto che era stato presentato dall'assessore Iapadre e approvato all'unanimità in terza commissione consiliare, non era altro - insomma - che un allineamento degli strumenti di programmazione del Comune ai contributi ricevuti. Ma sono intervenuti diversi a fattori a rendere incandescente il dibattito. Il primo: il sindaco Bandecchi non avrebbe voluto spendere così tanti soldi per autobus elettrici, preferendo concentrarsi su quelli ad idrogeno. "Però in questi casi non si ha potere di intervento - ha spiegato -. Anzi, si corre il rischio di incorrer in un danno erariale e trovarsi fuori dalla porta la Corte dei conti e i finanzieri".
Proprio il ricorso alla mobilità elettrica era stata criticata anche dal alcuni consiglieri, come Pastura (FDI) e Ferranti (Forza Italia), ma difesa dal piddino Patalocco, che aveva parlato di necessità di adeguata competenza in materia, finendo anche lui con lo scontrarsi col sindaco. Infine, il consiglio comunale si è diviso sulla mancata indizione da parte della Regione della gara di affidamento del Trasporto pubblico locale, con Fratelli d'Italia e l'assessore Maggi che hanno accusato il centrosinistra di costringere il Comune a comprare bus che - in ragione dei mancati affidamenti con procedure di evidenza pubblica - non rientrano in una programmazione organica dei servizi.
C'è voluta anche una mezz'ora buona di sospensione della seduta, perché il sindaco Bandecchi avrebbe voluto astenersi con la sua maggioranza di Alternativa Popolare. Salvo poi tornare sui suoi passi e cambiare indicazione di voto dopo un confronto con la direzione generale dell'ente, la segretaria comunale e i dirigenti, che gli hanno evidenziato il rischio di ripercussioni da parte della Corte dei conti. Una modifica di posizione che ha fatto scoppiare la bagarre con la consigliera Fabrizi e scatenato la lite su tono, volume e gradimento del timbro vocale della rappresentante dell'opposizione.