Brunello Cucinelli non si accontenta di essere solo un semplice nome nel mondo del lusso: vuole che la sua terra, l’Umbria, continui a essere il fulcro della produzione sartoriale italiana. Con un piano di investimenti che supera i 44 milioni di euro, l’imprenditore del cachemire rilancia con nuove fabbriche in Abruzzo e Umbria. Ma non solo: si prospettano ampliamenti di boutique di lusso e un rinnovamento delle strutture produttive. Una visione audace, che punta a rafforzare ancora di più le radici artigianali e a portare il made in Italy in ogni angolo del mondo.
Brunello Cucinelli, espansione e investimenti
Gli ultimi numeri raccontano una storia di crescita. A giugno, Cucinelli ha speso ben 44,8 milioni di euro in investimenti, superando nettamente i 34,9 milioni dell’anno precedente. Ma non è solo la spesa che sorprende: a fronte di questo, il debito del brand è schizzato a 68,7 milioni di euro, segno di una strategia audace che non guarda indietro. Questa mossa viene accompagnata dal pagamento di dividendi per 66,1 milioni.
Parte degli investimenti, 20,1 milioni, è stata dedicata all’apertura di nuove boutique e al restyling degli spazi espositivi all’interno dei grandi magazzini del lusso. È chiaro che Cucinelli ha intenzione di rafforzare la sua presenza nei luoghi più ambiti dello shopping mondiale. A questo si aggiungono il rinnovo degli showroom sparsi per il globo, segno che il marchio vuole continuare a sedurre clienti da ogni angolo del pianeta, con quel mix di eleganza discreta e qualità sartoriale che lo rende unico.
Se le boutique sono il volto pubblico di Brunello Cucinelli, le fabbriche sono il cuore pulsante del brand. Qui si gioca la partita più importante, e Cucinelli lo sa bene. Con 24,7 milioni di euro, l’azienda ha avviato il rinnovo degli impianti produttivi e ha spinto sull’aggiornamento tecnologico. Tra i progetti più ambiziosi, il raddoppio della fabbrica di Solomeo, un vero simbolo della maison, che vedrà la luce in un ex complesso industriale recuperato.
Non solo Solomeo, però. Cucinelli ha deciso di scommettere ancora sull’Italia, inaugurando nuove fabbriche a Penne, in Abruzzo, e a Gubbio, in Umbria. In queste due città, rinomate per la loro tradizione artigianale, verranno prodotti capi sartoriali maschili e capispalla. Con questa mossa, Cucinelli non solo investe in nuove infrastrutture, ma celebra l’arte della sartoria italiana, puntando sulle competenze che hanno reso il nostro Paese famoso nel mondo.
I numeri di un’azienda fiorente e in crescita
Brunello Cucinelli non conosce tregua: la sua strategia imprenditoriale si muove a ritmo serrato e punta sempre più in alto. Il primo semestre del 2024 ha visto il marchio umbro macinare numeri da capogiro: i ricavi hanno toccato quota 620,7 milioni di euro, in crescita del 14,1%. Non si tratta di una semplice crescita numerica: dietro a questi dati c’è una pianificazione che non lascia nulla al caso, dall’espansione delle strutture produttive alle nuove aperture delle boutique nei luoghi chiave del lusso mondiale. Con un EBIT in aumento del 19,3%, il margine operativo lordo ha raggiunto un solido 16,9%, dimostrando come il brand sappia equilibrare crescita e controllo dei costi.
Ma non è finita qui. Gli investimenti fatti nel primo semestre del 2024, pari a 44,8 milioni di euro, confermano la volontà di mantenere il brand all’avanguardia, non solo in termini di espansione fisica, ma anche nell’innovazione tecnologica e nella qualità artigianale. L’apertura di nuovi stabilimenti a Penne e Gubbio ribadisce l’importanza che Cucinelli dà alle radici italiane e alla tradizione sartoriale, nonostante l’attenzione globale.
Con un utile netto che balza del 31,1%, Cucinelli non si ferma e guarda già oltre il 2024, confermando una crescita dei ricavi del 10% entro fine anno. Il debito netto, cresciuto a 68,7 milioni, non è una zavorra, bensì la prova tangibile di un piano ambizioso e lungimirante che punta a far dialogare arte e industria su scala globale, con Solomeo al centro di questa rivoluzione