Il 31 gennaio si avvicina e con esso l’obbligo di versare la tassa automobilistica, cioè il bollo auto. Per l’Umbria si tratta di una voce di bilancio importante, alimentata dai proprietari di oltre 861.000 veicoli, un dato in aumento rispetto ai 825.000 di cinque anni fa.

Con 762 auto ogni 1.000 abitanti, l’Umbria si colloca ai vertici nazionali per densità di veicoli. Anche il settore delle due ruote cresce, con oltre 4.000 moto immatricolate negli ultimi tre anni, raggiungendo un totale di 103.000 unità. Questi dati mostrano come la mobilità rappresenti una parte centrale della vita regionale, influenzando le entrate fiscali e la pianificazione economica.

Entrate regionali dal bollo auto, un giro da 100 milioni solo in Umbria

Considerata spesso un peso inutile dai cittadini, questa tassa rappresenta invece una risorsa economica primaria per le amministrazioni locali. Dal 2020, con il decreto Milleproroghe, tutto il gettito derivante dal bollo auto è passato interamente nelle mani delle regioni, esclusi Sardegna e Friuli Venezia-Giulia, dove i fondi restano sotto la gestione dell’Agenzia delle Entrate. Regioni come la Lombardia, con un parco auto tra i più ampi, superano facilmente il miliardo di euro di incassi annui. In Sicilia, si stimano perdite per 800 milioni di euro a causa dell’evasione, privando l’isola di risorse preziose per investimenti infrastrutturali e sociali.

Gli ultimi dati della Direzione regionale Bilancio, come anche riportato da altre testate come il Messaggero, confermano che il pagamento regolare della tassa ha fruttato quasi 88 milioni di euro nel 2023. A questa somma si aggiungono circa 25 milioni provenienti da recuperi coattivi, avvisi bonari e cartelle esattoriali. Il totale, superando i 100 milioni, rappresenta una risorsa fondamentale per il bilancio regionale.

Evasione e recuperi fiscali

Un fenomeno persistente è quello di chi paga solo dopo richiami ufficiali. Dei 25 milioni di euro recuperabili, circa la metà torna effettivamente nelle casse regionali. Per i trasgressori più ostinati si prospetta il fermo amministrativo del veicolo, un intervento che blocca ogni utilizzo fino alla regolarizzazione.

L’introito derivante dalla tassa dipende anche dalla composizione e dall’evoluzione del parco veicoli. In Umbria, le auto circolanti hanno un’età media di 12 anni e 5 mesi, superando di molto la media nazionale di 11 anni e 8 mesi. Mentre il mercato dei veicoli elettrici e a carburanti alternativi cresce (nonostante la crisi del settore auto), il tasso di sostituzione delle vecchie auto resta contenuto.

Come mettersi in regola con il bollo

Per chi ha saltato il pagamento 2023, la scadenza per regolarizzare era il 12 dicembre. Ora, oltre alla tassa, si sommano gli interessi, pari al 2,50% lo scorso anno, e sanzioni variabili in base al ritardo. Dal 91° giorno al primo anno, la penalità è del 3,75%. Sale al 4,29% entro due anni e al 5% oltre tale termine, fino al formale accertamento. Dopo questa fase, si applica una sanzione piena del 30%.

Gli automobilisti umbri possono rivolgersi all’ACI o agli studi di consulenza abilitati per verificare i pagamenti e regolarizzare la propria posizione. Inoltre, sul sito ufficiale della Regione è possibile caricare documenti che attestino l’avvenuto pagamento di annualità contestate.

Quanto costa il bollo auto, in media

l costo del bollo auto in Umbria varia in base a diversi fattori, tra cui la potenza del veicolo espressa in kilowatt (kW) e la classe ambientale (Euro) di appartenenza. Per determinare l’importo esatto, è possibile utilizzare il servizio online fornito dall’Automobile Club d’Italia (ACI), inserendo la targa del veicolo e selezionando il tipo di pagamento e la categoria del veicolo.

Inoltre, la Regione Umbria mette a disposizione un tariffario aggiornato per l’anno 2024, che dettaglia gli importi dovuti in base alla classe di emissione e alla potenza del veicolo.