Un’operazione chirurgica dei carabinieri, un blitz come si dice nel linguaggio giornalistico delle notizie di cronaca, ha smantellato una rete di narcotraffico tra Spoleto e Foligno, mettendo la parola fine a mesi di indagini. Quattro persone sono finite in manette, accusate di essere il motore di un florido mercato di sostanze stupefacenti. Il tutto su ordine del Gip di Spoleto, con la Procura della Repubblica locale in prima linea, sotto la guida del procuratore capo Claudio Cicchella. Gli arresti rappresentano il culmine di un’indagine mirata a disarticolare un’organizzazione che operava su più fronti.

Blitz antidroga, sette indagati e un’inchiesta che tocca più province

Tutto è iniziato l’anno scorso con il sequestro di 50 grammi di cocaina a uno degli indagati durante un controllo di routine. Da lì, l’indagine ha preso una piega più ampia, culminata nell’arresto in flagranza di un giovane albanese a novembre 202. Il mese successivo è stato il turno invece di un altro complice, trovato con 100 grammi di cocaina e circa 3 mila euro in contanti.

Le forze dell’ordine hanno impiegato ogni strumento possibile: intercettazioni telefoniche, pedinamenti, osservazioni in strada. Questi metodi hanno permesso di decifrare la struttura di un’organizzazione che operava su più fronti. Gli arresti di novembre e dicembre hanno dato il via a una serie di accertamenti che, entro marzo 2024, hanno svelato il quadro completo: un traffico ben organizzato di cocaina gestito da soggetti di origine albanese con contatti diretti sulla costa marchigiana.

Le accuse a carico dei sette indagati lasciano poco spazio all’immaginazione: detenzione e spaccio di droga in forma continuata. Le investigazioni ci sono state non solo nel territorio umbro ma hanno toccato anche le province di Fermo, Frosinone e Siena. Una squadra estesa e ben coordinata ha permesso di agire su più fronti, grazie anche all’intervento del 16esimo Nucleo elicotteri di Rieti e delle unità cinofile di Pesaro.

Il quadro emerso è quello di un’alleanza tra soggetti di origine albanese e italiana, che avevano preso di mira le piazze umbre per inondarle di cocaina. Gli arrestati, tutti tra i 19 e i 44 anni, avevano un canale di approvvigionamento ben rodato, che come detto, aveva come base la costa marchigiana. E qui arriva la parte più interessante: come facevano a rifornirsi mensilmente di cocaina?

La droga nascosta nei boschi

Gli albanesi arrestati gestivano un business redditizio: si rifornivano di chili di cocaina, che arrivava via mare attraverso un canale collegato al litorale marchigiano. Una volta giunta alla periferia di Foligno, la droga veniva nascosta tra la boscaglia, in attesa di essere ritirata e lavorata in appartamenti trasformati in laboratori clandestini. Lì la cocaina veniva tagliata, confezionata e distribuita nei centri storici di Spoleto e Foligno. La movida locale offriva terreno fertile per lo spaccio al dettaglio, con pusher pronti a rifornire rapidamente i clienti.

Il valore della droga sequestrata: decine di migliaia di euro

I carabinieri non si sono limitati agli arresti, ma hanno anche monitorato con precisione i movimenti dei trafficanti. Numerosi i carichi di cocaina che gli investigatori sono riusciti a tracciare, insieme a diverse operazioni di sequestro.

Tra i colpi più significativi, il ritrovamento di 450 grammi di cocaina e 500 di marijuana nascosti in un bosco. La droga, una volta venduta, avrebbe fruttato circa 60 mila euro, confermando il livello di pericolosità dell’organizzazione criminale. Non solo, sono state eseguite perquisizioni a domicilio, su veicoli e in due esercizi commerciali, durante le quali sono stati sequestrati bilancini, materiale per il confezionamento e circa 40 mila euro in contanti.

Il giudice non si è fermato solo agli arresti: due degli indagati sono stati sottoposti all’obbligo di dimora nel comune di residenza, mentre uno ha ricevuto il divieto di soggiornare in Umbria.