12 Apr, 2025 - 17:56

Blitz all'alba nel carcere di Orvieto: trovati cellulari e droga

Blitz all'alba nel carcere di Orvieto: trovati cellulari e droga

All’alba, tra le celle ancora immerse nel silenzio, è scattato il blitz: agenti della penitenziaria e unità cinofile hanno passato al setaccio ogni angolo della struttura orvietana. In un carcere già in bilico tra emergenze quotidiane e organico al lumicino, il bottino ritrovato parla da solo: tre cellulari nascosti con cura chirurgica e una discreta scorta di sostanze proibite, legate a un nome ben noto nel sottobosco dello spaccio. 

Due detenuti sotto accusa: scovata droga legata a un nome pesante

Il materiale rinvenuto era in possesso di due reclusi, uno con cittadinanza italiana e l'altro di origine nordafricana. La presenza di droga riconducibile a un noto trafficante della provincia di Viterbo è ora oggetto di analisi chimiche per identificarne con esattezza composizione e quantità. L'uomo, entrato da poco nella struttura dopo una condanna definitiva, aveva occultato le sostanze sfruttando le dinamiche interne del reparto.

Il SAPPE applaude gli agenti: "Operazione impeccabile nonostante tutto"

L'iniziativa ha ricevuto il pieno sostegno del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, che attraverso il segretario umbro Fabrizio Bonino ha espresso "piena soddisfazione per l'operato degli agenti, che nonostante le criticità strutturali - carenza di personale, negazione delle ferie e condizioni lavorative difficili garantite da carcere di Orvieto - continuano a garantire ordine e sicurezza con abnegazione e senso dello Stato".

Il sindacato chiede trasferimenti e punizioni immediate

Il sindacato chiede l'applicazione di sanzioni esemplari e l'allontanamento immediato dei detenuti coinvolti. Secondo la nota diramata, sarebbe urgente "l'adozione di misure rigorose per prevenire il ripetersi di tali episodi, che minano la sicurezza dell'istituto e mettono a rischio la vita degli altri detenuti". Il SAPPE invita inoltre la Direzione dell'istituto ad avviare con tempestività il trasferimento dei soggetti coinvolti e di eventuali complici.

Turni massacranti e zero ferie: la denuncia del personale penitenziario

Il Sappe ribadisce "la necessità di un intervento deciso delle autorità competenti per garantire condizioni di lavoro dignitose e una gestione carceraria più efficace". Donato Capece, segretario generale dello stesso sindacato, denuncia: "Nel triennio 2022/2024 sono stati sequestrati dalla polizia penitenziaria circa 5.000 telefonini (4.931, per la precisione). Servono fatti concreti: non possiamo più permetterci che episodi di questo tipo diventino la norma. La sicurezza degli operatori, dei detenuti e dell'intera comunità è a rischio", conclude il leader nazionale del SAPPE. L'operazione svolta oggi a Orvieto rappresenta, secondo il sindacato, l'ennesima prova della professionalità del corpo di polizia penitenziaria, chiamato ogni giorno a fronteggiare situazioni complesse nonostante gravi carenze organizzative e logistiche.

Carceri italiane sotto assedio: cellulari, droni e traffici fuori controllo

Da nord a sud, il sistema penitenziario italiano è attraversato da una corrente sotterranea fatta di apparecchi non autorizzati, sostanze vietate e traffici ben organizzati. Oggetti proibiti che entrano con destrezza, trasformando le celle in snodi per comunicazioni clandestine e gestioni illecite.

Nel triennio appena trascorso, sono stati quasi cinquemila i cellulari sottratti agli ambienti detentivi. La cifra, seppur già notevole, è solo la punta dell’iceberg. Il metodo è ogni volta diverso: lanci oltre le mura perimetrali, involucri nascosti nei pacchi familiari, dispositivi introdotti da chi entra per colloqui o per attività esterne. Più di recente, anche i droni si sono fatti spazio nei cieli delle carceri italiane. A Foggia uno è stato intercettato e neutralizzato mentre trasportava telefoni e hashish.

Il contrasto passa per nuove tecnologie: sistemi di schermatura del segnale, reti anti-drone, controlli potenziati grazie ai nuclei cinofili. Ma servono anche organici stabili, agenti formati, strumenti a misura delle complessità che si moltiplicano. Il SAPPE insiste su questo punto da anni: garantire sicurezza non significa solo intervenire dopo, ma rafforzare ogni maglia prima che ceda.

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Francesca Secci
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