Quelli di prima, quelli di dopo, quelli di prima ancora, il dissesto, i debiti, il risanamento, il rilancio: è un tourbillon di polemiche e interventi nel consiglio comunale (per orientarsi tra i quali servirebbe una bussola politica) ad accompagnare l’approvazione del bilancio consolidato del Comune di Terni. C’è voluto un dibattito di quasi due ore e mezza per dare il via libera al risultato economico della complessiva attività svolta dalla “holding” comunale. Attraverso le proprie articolazioni organizzative, i suoi enti strumentali e le sue società controllate e partecipate.
Il consiglio comunale ha approvato, con 18 voti a favore, 9 astenuti e 5 contrari, lo schema di bilancio consolidato per l’esercizio 2023. Corredato dalla relazione sulla gestione e dalla nota integrativa. L’atto è stato illustrato dall’assessore al Bilancio Michela Bordoni.
In soldoni si tratta di un bilancio che mette insieme i risultati del Comune, con quelli di ASM, AFM, Terni Reti e delle altre partecipazioni azionarie e societarie dell’ente. E siccome si esce dal dissesto e il documento contabile fotografa 6 mesi di amministrazione Latini e sei mesi di amministrazione Bandecchi, i motivi di polemica non sono mancati. E sono stati legati alle rivendicazioni del centrodestra per il lavoro di risanamento. Alle rivendicazioni del governo attuale per i risultati raggiunti. E, infine, alle critiche del centrosinistra a quelle che sono state definite “le destre“. Che adesso inglobano anche Alternativa Popolare.
Ma restiamo sui dati. Le principali risultanze che emergono dal documento contabile evidenziano un andamento stabile rispetto all’esercizio 2022. Resta invariata l’incidenza della spesa per il personale sul totale dei costi. Diminuisce il valore delle immobilizzazioni, con particolare riferimento a quelle immateriali, così come il dato relativo all’attivo circolante. Scende l’indebitamento, il cui coefficiente è pari all’1,16X rispetto all’1,43X dello scorso anno. Il risultato economico complessivo aumenta del 50%.
Bilancio consolidato del Comune di Terni, Bandecchi attacca il centrosinistra: “Chi è fallito dovrebbe tacere”
“Un bilancio perfetto – ha detto il sindaco Bandecchi – che rivendichiamo e che è sostenibile e fatto con equilibrio. Alternativa Popolare, partito centrista, ha realizzato un bilancio chiaro, esemplare. Gestito con un’ottica imprenditoriale. In questo bilancio ci sono scelte politiche chiare, come vigili, manutenzioni stradali, autonomia nella gestione del verde. E poi il risanamento e il rilancio delle aziende partecipate. Un cambio totale di visione rispetto al passato che rivendichiamo con forza“.
Prima, durante il dibattito (in cui si è battibeccato su tutto, dalla sanità all’AST, passando per i disabili, il gender e la storia professionale dei consiglieri), Bandecchi aveva attaccato duramente il centrosinistra. Stoccate a Fiorelli, del M5S, sulle idee pentastellate e al PD sullo stato dei conti del Comune.
“Non accetto critiche da chi ha portato il Comune al fallimento – aveva sparato a palle incatenate -. Chi fallisce dovrebbe tacere, almeno fino a che non avrà espiato per qualche anno per gli errori commessi“.
Un intervento che aveva portato alla reazione sdegnata della consigliera Maria Grazia Proietti (PD). “Noi non siamo falliti. Siamo stati eletti dai cittadini. Non accetto i toni brutti che ci sono in questo consiglio. Cattive espressioni che la dicono lunga sul clima che c’è e che ci sarà“.
E al centrodestra, soprattutto FdI, che rivendicava il lavoro di risanamento fatto dopo il dissesto, il sindaco Bandecchi ha riconosciuto di aver lavorato per porre le basi del rilancio. “Ora possiamo lavorare su una base di cemento – ha detto rivolto ai banchi di PD e M5S -. Perché, lo devo dire mio malgrado e non certo con felicità, loro del centrodestra hanno fatto un lavoro di ricostruzione. Mentre voi avevate lasciato le macerie. Non c’erano più nemmeno le fondamenta“.
I numeri del consolidato: risultato di esercizio di oltre 35 milioni, in crescita di 12,6 milioni rispetto al 2022
Vediamo i numeri principali del bilancio consolidato del Comune di Terni. Il risultato di esercizio di gruppo per il 2023 è pari a circa 35 milioni di euro, con un incremento di 12,6 milioni sul 2022. Un risultato frutto della crescita dei proventi finanziari e straordinari e da una diminuzione degli oneri straordinari.
Cala del 4,6% il risultato della gestione (34,7 milioni di euro), per una diminuzione dei ricavi (vendite e prestazioni di servizio) in parte bilanciato da una contrazione dei costi. Aumentano i proventi da tributi, segnalando una migliore capacità di incasso dell’ente, saliti a 43,2 milioni. In crescita anche i proventi da trasferimenti correnti.
Scendono i componenti negativi della gestione a 209 milioni di euro. Mentre è da segnalare il risultato di Terni Reti, con un cospicuo incremento dei proventi finanziari pari a 8,6 milioni. Di questi 7,3 milioni derivano dalla chiusura di un contenzioso. La giunta comunale aveva definito il Gruppo Amministrazione Pubblica (GAP), cioè gli enti interessati dal consolidamento, con una delibera di giunta.