05 Apr, 2025 - 17:00

Belvedere, terra viva ma dimenticata: la voce della frazione eugubina nel progetto “Prossimità e Sicurezza”

Belvedere, terra viva ma dimenticata: la voce della frazione eugubina nel progetto “Prossimità e Sicurezza”

Incontro tra la Polizia Locale e i residenti della frazione a 17 chilometri da Gubbio. Strade dissestate, isolamento crescente, ma anche senso di comunità e spirito di iniziativa. La sfida: non lasciare soli i borghi.

Nella mattinata di martedì 2 aprile, la Polizia Locale di Gubbio ha fatto tappa nella frazione di Belvedere, nell’ambito del progetto “Prossimità e Sicurezza” promosso dal Comune per raccogliere segnalazioni, proposte e reclami direttamente dai cittadini delle frazioni.

Si tratta di un’azione concreta volta a rafforzare il dialogo tra istituzioni e territorio, soprattutto nelle aree più distanti e meno servite, dove non tutti i cittadini hanno la possibilità o la consuetudine di inoltrare richieste via email o tramite social network.

“Essere presenti fisicamente, guardare le persone negli occhi, ascoltare i problemi direttamente dalle loro voci è un atto di rispetto – ha spiegato un agente –. È il nostro modo di dire: ci siamo”.

Le criticità: strade dimenticate e isolamento crescente

I cittadini hanno accolto con favore l’iniziativa, ma non hanno nascosto le difficoltà quotidiane. I temi principali sollevati durante l’incontro riguardano:

  • La pessima condizione della strada di Cantignano, pericolosa e piena di buche;

  • Il Percorso Francescano, che necessiterebbe di maggiore manutenzione, soprattutto nella stagione primaverile;

  • Il taglio dell’erba, che ogni anno viene effettuato in ritardo a settembre, quando la vegetazione ha già reso impraticabili alcuni tratti.

“Ci sentiamo isolati – ha detto una residente –. L’assenza di manutenzione delle strade e dei sentieri ci fa percepire come cittadini di serie B”.

Belvedere conta oggi circa 200 abitanti, con un’età media intorno ai 60 anni. Tuttavia, tutti i borghi intorno – Casacce, Cantignano, Galgata e vocabolo Febino – sono ancora abitati, segno di una comunità resistente e tutt’altro che spenta.

“Questa è una zona viva – spiegano i residenti –. Ci sono ancora famiglie storiche, ma anche nuovi nuclei familiari, tra cui diverse famiglie di origine tedesca, albanese e rumena, ben integrate nella vita della frazione.”

Una diversità che arricchisce il tessuto sociale, pur tra le difficoltà.

Tra le criticità più sentite c’è il tema dell’isolamento viario. La strada statale 298 Eugubina, un tempo collegamento diretto tra Gubbio e Perugia, oggi è poco trafficata dopo l’apertura della Perugia-Ancona a quattro corsie.

In più, la rimozione della segnaletica direzionale per Gubbio e Perugia presso Bosco sulla E45 e sulla 219 a Gubbio ha ridotto drasticamente il passaggio turistico e casuale, penalizzando l’intero territorio.

Non passa più nessuno. Solo chi abita qui o chi viene apposta. Eppure, questa era una via storica,” raccontano i residenti con amarezza.

Un’economia locale che resiste tra agriturismi e imprenditoria

Nonostante tutto, Belvedere rimane una zona economicamente attiva. Sono presenti ben quattro agriturismi, oltre ad altre attività imprenditoriali legate all’agricoltura e al turismo rurale.

Inoltre, è fortemente radicata la presenza della Pro Loco, guidata da Otello Fioriti, e del Bar Mori, gestito da Mirco Mori dal 1992, che rappresenta un punto di riferimento quotidiano per la comunità.

“Una volta c’erano cinque negozietti tra Casacce e Scritto. Bar e alimentari insieme. Oggi sono rimasto solo io”, dice con un sorriso amaro Mirco Mori.

I servizi essenziali sono ridotti, ma ancora presenti in forma minima:

  • L’Ufficio Postale di Scritto, aperto solo tre mattine a settimana;

  • Il pane consegnato quotidianamente dal Forno Casagrande di San Pietro;

  • Il Parroco Don Cristoforo, che si occupa delle chiese di Belvedere, Bellugello, Scritto e Vallingegno.

A Scritto, riferiscono i cittadini, non ci sono più attività aperte, altro segnale di un progressivo abbandono commerciale che interessa tutta l’area.

“Questa è una terra di confine – dice una signora del posto –. Siamo tra Gubbio e Perugia, tra Umbria e Marche, ma troppo spesso dimenticati da entrambi.”

Nonostante le difficoltà, la vita di comunità continua a pulsare, anche grazie alle feste paesane organizzate a fine giugno e fine agosto, che rappresentano un momento fondamentale di aggregazione, non solo per Belvedere ma anche per i borghi vicini.

“In quelle occasioni si rivede chi è partito, tornano i giovani, c’è musica, cibo, e il paese si riempie – raccontano con entusiasmo –. È il nostro modo per sentirci ancora vivi e uniti.”

Proposte e aspettative: la frazione chiede attenzione, non assistenza

I cittadini di Belvedere non chiedono miracoli, ma attenzione costante e interventi mirati:

  • Maggiore manutenzione delle strade rurali, soprattutto la Cantignano;

  • Ripristino della segnaletica stradale turistica e direzionale;

  • Cura costante dei percorsi escursionistici e religiosi, come il Percorso Francescano;

  • Interventi più tempestivi per il taglio dell’erba;

  • Valorizzazione delle attività imprenditoriali esistenti e incentivazione di nuove.

La richiesta è semplice: essere considerati parte integrante della comunità cittadina, non realtà residuali.

L’incontro della Polizia Locale a Belvedere dimostra quanto sia importante ascoltare le voci che arrivano dai margini, da quei luoghi lontani dal centro che però conservano l’identità e la memoria profonda del territorio.

Belvedere non è un caso isolato: è l’emblema delle tante frazioni che resistono, che vogliono essere parte attiva del presente e del futuro della città. Non bastano più i discorsi: servono atti concreti, piccoli ma costanti, per mantenere vivi questi presìdi di socialità, cultura e territorio.

Come ha detto un residente: “Non ci serve una rivoluzione. Ci basta sapere che qualcuno si ricorda di noi”.

Gubbio deve e può ripartire anche dalle sue frazioni. E Belvedere è pronta a fare la sua parte.

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Mario Farneti
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