A Bastiola, quartiere di Bastia Umbra, il proprietario di un circolo locale è stato brutalmente aggredito da un uomo di 58 anni, in un attacco che ha lasciato il gestore ferito e scosso. L’aggressione, avvenuta in circostanze inquietanti, ha portato all’intervento delle forze dell’ordine, con una denuncia immediata all’Autorità Giudiziaria. L’aggressore è stato identificato e denunciato per lesioni personali, un reato che, in base alla legge italiana, prevede sanzioni molto severe.

Bastia Umbra, insegue e aggredisce il gestore di un circolo: le dinamiche dell’accaduto

L’episodio si è verificato a tarda sera, quando il gestore del circolo, conclusa la giornata lavorativa, stava tornando a casa. Secondo quanto riportato, l’aggressore, un uomo di 58 anni residente nella stessa zona, aveva probabilmente atteso l’occasione giusta per colpire. Dopo aver seguito la vittima durante il tragitto, l’uomo l’ha fermata e intimata di riaprire il locale. Al rifiuto del gestore, che aveva già chiuso il circolo e si rifiutava di riaprire, l’aggressore ha reagito in maniera violenta.

Il 58enne ha colpito il gestore del circolo con un pugno in faccia, facendolo cadere a terra, per poi infierire con calci. Un’aggressione brutale, che ha lasciato la vittima ferita e sanguinante. Provvidenziale è stato l’intervento del figlio del gestore, il quale, allarmato dalle urla e preoccupato per la situazione, è riuscito a intervenire tempestivamente, separando i due e bloccando l’aggressore. Il giovane ha impedito che la situazione degenerasse ulteriormente, evitando lesioni ancora più gravi.

Subito dopo l’aggressione, è stato allertato il servizio di emergenza sanitaria. Il personale del 118 è giunto sul posto in pochi minuti, fornendo le prime cure al gestore del circolo. L’uomo presentava evidenti segni di violenza sul volto e sul corpo, conseguenza dei colpi ricevuti. Fortunatamente, le sue condizioni non erano tali da richiedere il ricovero ospedaliero, e dopo le prime medicazioni, è stato dimesso e invitato a riposare.

Contestualmente, la Polizia di Stato del Commissariato di Assisi è intervenuta per raccogliere le testimonianze e avviare le indagini. Gli agenti hanno ascoltato la vittima, il figlio e alcuni testimoni che si trovavano nei paraggi al momento dell’aggressione. La descrizione fornita dalle persone coinvolte ha permesso alla polizia di identificare con certezza l’aggressore, che è stato successivamente rintracciato.

Denuncia e procedimento giudiziario

Dopo l’identificazione dell’aggressore, il gestore del circolo ha sporto querela presso il Commissariato di Polizia di Assisi. Gli agenti, raccolta la denuncia e ottenuti tutti gli elementi necessari, hanno formalizzato l’accusa di lesioni personali contro il 58enne. Il reato di lesioni personali è disciplinato dall’articolo 582 del Codice Penale italiano e prevede sanzioni di diversa entità a seconda della gravità delle ferite riportate dalla vittima.

In questo caso, sebbene la vittima non abbia riportato lesioni gravi o permanenti, l’aggressore rischia comunque una condanna penale. In base all’articolo 582, la lesione personale è punibile con la reclusione da sei mesi a tre anni. Qualora le lesioni fossero state considerate gravi o gravissime (ossia con un periodo di malattia superiore ai 40 giorni o con danni permanenti a un organo o un arto), la pena sarebbe stata più elevata, arrivando fino a sette anni di reclusione. Anche il contesto e le modalità dell’aggressione possono influenzare l’entità della condanna.

L’aggressore, identificato e denunciato, ora dovrà affrontare un processo penale. Se il giudice dovesse confermare l’accusa di lesioni personali, il 58enne potrebbe trovarsi a scontare una pena detentiva, o in alternativa, qualora le circostanze lo permettano, potrebbe essere sottoposto a misure alternative, come la libertà vigilata o i lavori socialmente utili. Tuttavia, le aggravanti legate alla premeditazione dell’attacco e alla violenza gratuita utilizzata potrebbero incidere negativamente sulla pena finale.

Oltre alla sanzione penale, l’aggressore potrebbe essere chiamato a risarcire i danni morali e materiali causati alla vittima. Quest’ultima ha diritto a chiedere un risarcimento per le spese mediche sostenute, i giorni di lavoro persi e il trauma psicologico subito a causa dell’aggressione. Il risarcimento potrebbe essere quantificato durante il processo, e in caso di condanna, l’aggressore sarebbe tenuto a rispondere economicamente dei danni arrecati.