01 Sep, 2025 - 11:32

Bastardo, 33enne ubriaco sfonda la vetrata di una banca con l’auto: patente ritirata

Bastardo, 33enne ubriaco sfonda la vetrata di una banca con l’auto: patente ritirata

Un boato ha squarciato il silenzio della notte tra sabato e domenica a Bastardo, piccola frazione di Giano dell’Umbria. Non un temporale improvviso, non un’esplosione accidentale, ma l’impatto devastante di un’auto lanciata a tutta velocità contro la vetrata di una banca. Una scena surreale che ha gettato i residenti nel panico, trasformando la quiete del borgo in un teatro di paura. Alla guida, un giovane di 33 anni, ubriaco, miracolosamente illeso dopo aver ridotto a pezzi l’ingresso della filiale Intesa Sanpaolo.

L’incidente di Bastardo: la BMW contro la filiale Intesa Sanpaolo

Secondo la ricostruzione dei Carabinieri, il ragazzo - di origine straniera e residente nella zona - stava percorrendo la strada principale della frazione quando, sotto l’effetto dell’alcol, ha perso il controllo della sua BMW. La corsa si è conclusa con un impatto violentissimo: la parte anteriore della vettura ha distrutto la vetrata della banca, penetrando pericolosamente all’interno.

I soccorsi sono stati immediati. Le forze dell’ordine hanno messo in sicurezza l’area e verificato le condizioni del conducente, rimasto miracolosamente illeso. L’alcoltest non ha lasciato spazio a dubbi: il tasso alcolemico era ben superiore allo 0,5 g/l consentito. Per il trentatreenne è scattata la denuncia per guida in stato di ebbrezza e il ritiro immediato della patente.

Non un caso isolato: l’Umbria e gli incidenti da alcol

Quello che è accaduto a Bastardo non è purtroppo un episodio isolato. La cronaca recente racconta di altri momenti di follia sulle strade umbre, accomunati dall’abuso di alcol e dalla totale mancanza di controllo. Lo scorso luglio, a Città di Castello, un cinquantenne è stato protagonista di un inseguimento da brividi lungo via Morandi. Fermato ad un posto di blocco della Polizia nell’ambito del progetto “Estate Sicura 2025”, l’uomo non solo ha ignorato l’alt, ma ha proseguito la corsa a folle velocità verso il centro abitato, mettendo in pericolo automobilisti e pedoni. Solo dopo due chilometri, e un successivo tentativo di fuga a piedi, è stato bloccato dagli agenti.

Anche in questo caso, l’alcoltest non ha lasciato scampo: 2,65 g/l, oltre cinque volte il limite consentito. Una cifra che fotografa perfettamente la gravità della situazione. Nei suoi confronti è scattata la denuncia per guida in stato di ebbrezza e resistenza a pubblico ufficiale, oltre al sequestro del mezzo e al ritiro della patente.

Guida in stato di ebbrezza: cosa prevede la legge

Quando si parla di guida in stato di ebbrezza, non si tratta di semplici sanzioni amministrative, ma di un vero e proprio reato disciplinato dall’articolo 186 del Codice della Strada. La legge italiana stabilisce limiti chiari e conseguenze severe, calibrate in base al livello di alcol nel sangue.

  • Sotto 0,5 g/l: non è prevista alcuna sanzione per i guidatori adulti, ma il limite è zero per neopatentati, conducenti professionali e autisti di veicoli superiori a 3,5 tonnellate.
  • Tra 0,5 e 0,8 g/l: scatta una sanzione amministrativa da 543 a 2.170 euro e la sospensione della patente da 3 a 6 mesi.
  • Tra 0,8 e 1,5 g/l: la violazione diventa reato. Sono previste ammenda da 800 a 3.200 euro, arresto fino a 6 mesi e sospensione della patente da 6 mesi a un anno.
  • Oltre 1,5 g/l: le conseguenze si fanno durissime. L’ammenda sale a 1.500-6.000 euro, l’arresto fino a un anno, la sospensione della patente da 1 a 2 anni con possibile revoca in caso di recidiva. È inoltre disposto il sequestro del veicolo, finalizzato alla confisca.

La normativa non si limita a colpire chi si mette alla guida ubriaco: se dall’incidente derivano lesioni o morte di altre persone, entra in gioco l’omicidio stradale (legge 41/2016), con pene che vanno da 8 a 18 anni di carcere. Un aspetto importante riguarda l’accertamento: il test alcolemico effettuato dalle forze dell’ordine ha pieno valore probatorio, e il rifiuto di sottoporsi a controllo comporta sanzioni ancora più pesanti, equivalenti a quelle della fascia più grave.

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Lorenzo Farneti
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