La Giunta regionale dell’Umbria ha diffuso il 4 giugno 2025 un comunicato ufficiale annunciando il proprio sostegno alla popolazione palestinese a Gaza. L’assessore umbro alla Pace, Fabio Barcaioli, ha ribadito che l’Umbria intende "rispondere presente all’appello della Toscana" per chiedere al Governo il riconoscimento dello Stato della Palestina. Nel comunicato si sottolinea inoltre che "dopo diciannove mesi di devastazione, non possiamo accettare che la normalizzazione del genocidio diventi prassi" – frase che Barcaioli ha riassunto con le parole "Non vogliamo essere complici… La pace non può più attendere".
La nota di Palazzo Donini ricorda le iniziative già intraprese nelle scorse settimane a favore di Gaza. Ad aprile l’Assemblea legislativa regionale aveva infatti approvato una mozione per il riconoscimento della Palestina come Stato indipendente. Il comunicato odierno sottolinea che la Regione prosegue "senza esitazione a promuovere azioni affinché cessi il fuoco nella Striscia di Gaza" e si "affianca all’iniziativa del presidente della Toscana, Eugenio Giani, che intende sollecitare il Governo italiano al riconoscimento dello Stato di Palestina".
Barcaioli ha inoltre elogiato il lavoro delle istituzioni umbro-palestinesi: ad esempio il gemellaggio tra Assisi e Betlemme, "segno vivo di una volontà di pace che parte dai territori". L’assessore ha annunciato anche un incontro imminente con una delegazione di sindaci palestinesi della Cisgiordania, per rafforzare la cooperazione internazionale nei territori colpiti. Il comunicato infine ribadisce che la Regione Umbria non intrattiene "accordi, convenzioni o collaborazioni con soggetti riconducibili al Governo israeliano", in coerenza con la propria presa di posizione.
L’iniziativa dell’Umbria si inserisce in un più ampio contesto di mobilitazione istituzionale italiana. Lo stesso comunicato di Barcaioli cita infatti l’esempio di altre Regioni che hanno adottato misure analoghe. L’ANSA ha riferito il 31 maggio 2025 che le Regioni Puglia ed Emilia-Romagna avevano già annunciato la sospensione delle relazioni istituzionali con il governo di Tel Aviv, "fino a che il rispetto del diritto internazionale non venga ripristinato". Anche i sindaci di numerosi Comuni umbri avevano promosso iniziative simboliche di solidarietà con Gaza (scioperi della fame, raccolta fondi, striscioni di protesta) nelle settimane precedenti.
A livello nazionale, la posizione del governo italiano resta ufficialmente incentrata sul sostegno al cessate il fuoco e alla tutela dei civili. Il 28 maggio 2025 in Parlamento il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha condannato le azioni militari di ritorsione israeliana post-7 ottobre 2023 come "assolutamente drammatiche e inaccettabili". Nella stessa informativa, Tajani ha auspicato un immediato cessate il fuoco, dichiarando che "i bombardamenti devono finire, l’assistenza umanitaria deve riprendere al più presto, il rispetto del diritto internazionale umanitario deve essere ripristinato".
Gli ultimi diciannove mesi di conflitto, riaccesosi dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023, hanno generato una gravissima crisi umanitaria a Gaza. La comunità internazionale, pur in disaccordo sulle cause del conflitto, chiede in massa la fine delle ostilità. A fine maggio 2025 l’Italia ha espresso la sua posizione anche in sedi multilaterali: il 22 maggio, durante la 78ª Assemblea mondiale dell’OMS a Ginevra, la delegazione italiana ha votato a favore di un testo che chiedeva "un urgente cessate il fuoco permanente" nella Striscia di Gaza, con accesso illimitato ai aiuti sanitari e protezione delle strutture mediche. Contemporaneamente, presso le Nazioni Unite e in Parlamento europeo proseguono le pressioni per un negoziato politico sulla base della soluzione dei "due Stati".
Altri governi europei hanno deciso di riconoscere formalmente lo Stato palestinese: in particolare la Spagna, l’Irlanda e la Norvegia hanno annunciato il riconoscimento della Palestina a partire dal 28 maggio 2025. Il premier spagnolo Pedro Sánchez ha spiegato che "riconosceremo lo Stato della Palestina per pace, per coerenza e per giustizia".