Il Comune di Terni riapre il capitolo sull’ex monastero di Santa Cecilia a Collescipoli. Il Comune ha lanciato questa settimana un nuovo bando per affidare l’immobile a privati, enti o associazioni. L’obiettivo? Far rinascere uno spazio che da troppo tempo attende una valorizzazione, con iniziative di tipo sociale e culturale. Si tratta di una seconda chance dopo il tentativo fallito del 2022.
Monastero di Santa Cecilia, cinque anni per rimettere in moto la cultura
Il bando prevede una concessione della durata di cinque anni. “L’immobile – si legge nel bando – viene concesso in uso a titolo oneroso, per la durata utile all’applicazione dello sconto affitto fino a un massimo di cinque anni”. E non è tutto: allo scadere dei primi cinque anni, è possibile ottenere un rinnovo della concessione con uno sconto del 50% sul canone. Si parla di un complesso di oltre 1.000 metri quadrati, con un canone mensile di 2.965 euro, la stessa cifra proposta nel 2022.
Michela Bordoni, assessore alla Cultura, sottolinea, come riporta il Corriere dell’Umbria, l’importanza di questa iniziativa: “Tutto viene fatto con la massima collaborazione con l’amministrazione comunale. Abbiamo verificato la possibilità per tutti gli immobili presenti nei nostri borghi di metterli a bando per promuovere cultura e sviluppo economico”. L’ex monastero non è solo un edificio: al suo interno sono conservati pezzi di storia come il beccaccino di Garibaldi e una lettiga del XIX secolo. Tesori che chi vincerà il bando dovrà preservare e rendere accessibili al pubblico.
Per l’amministrazione, il progetto non è solo una questione di gestione immobiliare. “Nell’ex monastero faremo il museo di Garibaldi e ci sarà la possibilità di inserire Collescipoli all’interno dei Borghi più belli d’Italia”, ha precisato Bordoni, spiegando che l’obiettivo è quello di dare ascolto alle associazioni locali e rilanciare il territorio. Un tentativo di risposta alle recenti critiche sollevate dai residenti, in particolare dall’associazione Astrolabio, presieduta da Giuseppe Rogari.
Le parole di Giuseppe Rogari
Rogari non ha risparmiato parole dure verso le amministrazioni precedenti, accusandole di aver contribuito al degrado attuale: “Collescipoli è un caso di scuola perché il degrado è stato causato dall’abbandono determinato dall’azione delle amministrazioni comunali che hanno fatto perdere importanti occasioni di promozione e sviluppo”. A queste accuse risponde nuovamente l’assessore Bordoni: “Abbiamo trovato una situazione disastrosa per quanto riguarda il patrimonio immobiliare. Senza progettazione né programmazione, ora il nostro lavoro va in questa direzione: mettere le nostre strutture a bando allo scopo di farle gestire al meglio per promuovere cultura e turismo.”
Una storia che affonda le radici nel Medioevo
L’ex monastero di Santa Cecilia a Collescipoli è uno dei luoghi più suggestivi del borgo umbro, sia per il suo valore architettonico che per la sua rilevanza storica. Nato nel tardo Cinquecento, il complesso rappresenta un classico esempio di integrazione fra diverse abitazioni medievali, tipico delle trasformazioni urbanistiche dell’epoca.
Il monastero è caratterizzato da un chiostro monumentale, il cui progetto è attribuito all’architetto Domenico Bianchi. Questo spazio, fulcro della vita monastica, è considerato un esempio importante di architettura rinascimentale in Umbria, con i suoi portici e le arcate eleganti che si affacciano su un cortile interno, un luogo di meditazione e raccoglimento per le monache.
Nel corso dei secoli, l’immobile è stato associato a diverse famiglie nobili romane, che contribuirono alla sua manutenzione e ampliamento. Il passaggio diretto sotto lo Stato Pontificio a partire dal 1564 diede a Collescipoli un nuovo slancio economico e culturale, rendendo il monastero un centro di importanza religiosa e sociale per la comunità locale.
Tra i beni custoditi all’interno della chiesa annessa al monastero, vi sono opere d’arte sacra di notevole pregio. La scultura policroma dell’Assunta, databile tra il XVII e il XVIII secolo, è una delle opere più apprezzate dagli studiosi e dai visitatori. Inoltre, il monastero conserva pezzi storici come il beccaccino di Garibaldi, un cimelio ottocentesco legato alla figura dell’eroe nazionale italiano.