Stefano Bandecchi si fa anche il titolo: “Fare chiarezza sulla sicurezza“. Il sindaco di Terni affida a un video su Instagram la sua risposta alle polemiche sugli ultimi episodi di microriminalità avvenuti in città. Colpi con spaccata alle vetrine in centro, furti negli appartamenti, le rapine in crescita. Il sindaco aveva risposto sul tema in consiglio comunale chiamando in causa la prefettura e aveva chiesto l’invio dei militari per fronteggiare l’emergenza. E, con il suo vice Riccardo Corridore, aveva illustrato le iniziative del Comune in due interviste concesse a Tag24 Umbria. Oggi il prefetto di Terni, Giovanni Bruno, ha ribattuto alle parole del primo cittadino con una intervista alla cronaca di Terni de Il Messaggero. E, alla vigilia della firma del Patto per Terni Sicura, ha derubricato a “normale dinamica prefestiva” quella che era stata definita “un’emergenza sicurezza” da parte del Comune.
Bandecchi: “Voglio fare chiarezza. Sulla sicurezza abbiamo trasmesso al Prefetto i contatti dei ricercatori Unicusano”
“Ho letto che il Prefetto di Terni ha detto che il comune è in ritardo su alcuni dati che gli dovevano essere forniti – attacca il sindaco di Terni -. Questa è una cosa non vera perché il comune di Terni non ha mai avuto richieste precise sui dati che avrebbe dovuto fornire. I dati che abbiamo dato sono quelli che si conoscono. Come sa perfettamente il Prefetto, e come sanno anche in Questura, noi non ci occupiamo direttamente di sicurezza. I dati che ci sono stati chiesti erano quelli della ricerca fatta dall’università Niccolò Cusano (qui l’articolo esclusivo di Tag24Umbria, ndr). La ricerca è ancora in atto. Abbiamo fornito tutti i contatti del team di Unicusano e di chi sta conducendo la ricerca“.
La ricerca di Unicusano sulla domanda di maggiore sicurezza da parte dei cittadini: le precisazioni di Bandecchi
“La ricerca non riguarda direttamente il Comune – prosegue il sindaco Bandecchi -. Palazzo Spada usufruisce semplicemente del servizio pagato dall’università Niccolò Cusano in relazione ai vigilanti. Una presenza, quella delle guardie giurate, che pure ha fatto molto discutere. Questi vigilanti non li ha pagati né il comune né lo Stato italiano. Li ha pagati l’università Niccolò Cusano. Quindi tutto ‘grasso che cola’. Ma evidentemente non abbiamo e non hanno saputo usarli. Dato che la prefettura non ha voluto integrare questi vigilanti con le altre forze di sicurezza. Ma adesso siamo al paradosso: e ci viene detto che era meglio spendere soldi nelle telecamere“.
Il sindaco richiama proprio gli investimenti in tecnologia fatti dal Comune. Rimarcando il fatto che l’ente non ha investito un euro sui servizi di sorveglianza a tutela del patrimonio comunale (finanziati proprio dall’Università telematica a fini di ricerca). Mentre, con propri fondi di bilancio, ha effettuato e programmato nuovi interventi di implementazione del servizio di videosorveglianza.
“Leggo che il prefetto ha sottolineato che sarebbero state meglio le telecamere dei vigilanti – risponde il sindaco Bandecchi -. Beh, mi dispiace la prefettura non ne sia informata. Ma il comune ha speso i soldi proprio per le telecamere. Io ho i dati precisi, che credo abbia anche la prefettura. Da quando ci siamo insediati, negli ultimi 9 mesi, sono state installate esattamente 22 nuove telecamere di ultima generazione. Si tratta di apparati dotati di tecnologie digitali di riconoscimento targhe e riconoscimento facciale. E 32 nuove telecamere arriveranno con lo schema del concorso pubblico“.
54 nuove telecamere a servizio del sistema di videosorveglianza. Ma la gara pubblica ritarda l’installazione
Bandecchi è scatenato contro le lungaggini burocratiche per l’installazione dei nuovi apparati. “Queste gare richiedono mille anni, sennò le telecamere le avrei già messe – continua nel suo intervento fiume -. Siamo abbastanza attenzionati dalla prefettura, da tutti i giornali, dalla politica locale: si sappia che per le nuove 32 telecamere c’è il bando in atto. E a breve, esperite tutte le pratiche cervellotiche di questo tipo di procedure, avremo 54 telecamere, 22 già installate e 32 nuove. Per questo non comprendo il ‘rimbrottino’ che ci viene rivolto, visto che per le telecamere i soldi li abbiamo spesi“.
Bandecchi: “Se mi occupassi io di sicurezza avrei le idee chiare su cosa fare”
E poi Bandecchi chiama in causa l’organizzazione dei sistemi di sicurezza per la città a livello nazionale e locale. “Se l’organico della Polizia di Stato, dei Carabinieri e delle altre forze di pubblica sicurezza è ridotto e insufficiente – ribatte il sindaco di Terni – la responsabilità è del Viminale e della Prefettura. non certo del Comune. Il sindaco, non ha nulla a che vedere con la dotazione organica delle forze dell’ordine. Di una cosa sono certo: se mi occupassi di sicurezza a Terni non succederebbe niente. Terni sarebbe una città stra-blindata perché sicuramente non potrebbero entrare criminali di ogni genere“.
E, così, dopo aver richiesto l’intervento dell’esercito, con la dotazione di tre camionette da dislocare in città grazie all’operazione strade sicure, Stefano Bandecchi ribatte alle parole del prefetto Giovanni Bruno.
“Se la prefettura vuole demandare a me il tema sicurezza sono disponibile. Io vi posso assicurare che Terni diventerebbe la città più sicura d’Italia, perché so che cos’è la sicurezza, so come si pagano gli uomini e so quante persone servono. D’altronde, se lo Stato italiano non manda poliziotti o carabinieri a sufficienza non è colpa mia. Quando bisogna fare una guerra bisogna mettersi contro un avversario che si è sicuri di poter battere“.
E domani il Comune terrà una conferenza stampa proprio su questo tema. Non ci sarà il sindaco Bandecchi, che ha affidato il suo pensiero proprio al video di Instagram. Ma ad illustrare alla stampa locale le iniziative del Comune saranno il vicesindaco Corridore e il consigliere delegato Raffaello Federighi.