Stefano Bandecchi, sindaco di Terni e figura di spicco di Alternativa Popolare, ha pubblicato un video dove ringrazia e loda il lavoro degli scrutatori. Nel messaggio, rivolto agli scrutatori impegnati nelle elezioni regionali dell’Umbria, ha voluto riconoscere il loro lavoro come elemento essenziale per il funzionamento democratico. “State svolgendo un lavoro. Grazie, ricorderete le mie parole agli altri perché questo è un lavoro mal pagato. Ma fondamentale per la democrazia”, ha dichiarato con il suo consueto tono diretto.
Bandecchi e il ringraziamento agli scrutatori
Bandecchi ha colto l’occasione per sottolineare il valore del processo democratico, invitando a riflettere su quanto sia importante, ma spesso dato per scontato, il diritto al voto. “Pensate, sembra banale, ma abbiamo avuto uomini che sono morti”, ha aggiunto, evidenziando il sacrificio di chi ha permesso che oggi si possa votare liberamente.
Le elezioni regionali umbre hanno registrato una partecipazione al ribasso rispetto al passato. Secondo i dati del Ministero dell’Interno, alle 19 aveva votato solo il 31,22% degli aventi diritto, un dato nettamente inferiore rispetto al 52,78% della precedente tornata elettorale. Il confronto va però letto alla luce di una differenza sostanziale: nel 2019 si votò esclusivamente di domenica, mentre questa volta i seggi restano aperti anche il lunedì fino alle 15. Nonostante ciò, il calo sembra segnalare una disaffezione generalizzata.
L’affluenza appare bassa in entrambe le province umbre. Nel territorio perugino ha votato il 31,67% degli elettori, contro il 53,08% della precedente consultazione. A Terni il dato è ancora più contenuto, fermandosi al 29,90%, un valore distante dal 51,95% registrato nel 2019. Le percentuali tracciano un quadro di disillusione trasversale, senza differenze significative tra i due territori.
ll sostegno a Donatella Tesei
Parallelamente al video, Bandecchi ha ribadito il suo sostegno al centrodestra umbro e alla presidente uscente Donatella Tesei. Come coordinatore di Alternativa Popolare, il sindaco di Terni ha dichiarato apertamente che il suo partito “farà di tutto per farla vincere”. Questo appoggio si inserisce in una strategia volta a consolidare l’attuale leadership regionale e a rafforzare la coalizione di centrodestra in un momento politicamente delicato.
Il posizionamento di Bandecchi testimonia l’evoluzione del suo ruolo politico, passato dalla gestione amministrativa di Terni a un impegno più ampio nel contesto regionale. La sua dichiarazione non lascia spazio a interpretazioni: Alternativa Popolare è allineata con gli obiettivi del centrodestra umbro e intende contribuire attivamente al successo elettorale di Tesei.
Nove candidati si contendono la presidenza dell’Umbria, ma la vera battaglia sembra essere tra Donatella Tesei, attuale governatrice sostenuta dal centrodestra, e Stefania Proietti, candidata del centrosinistra e sindaca di Assisi. Tesei, avvocata, è appoggiata da un’ampia coalizione che include Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia e Alternativa Popolare, il partito guidato dal sindaco di Terni Stefano Bandecchi. Proietti, ingegnera e presidente della Provincia di Perugia, rappresenta un “campo largo” che unisce il Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Alleanza Verdi e Sinistra, oltre ad altre liste civiche.
Le elezioni umbre arrivano pochi mesi dopo le comunali che hanno segnato una svolta storica a Perugia: la vittoria di Vittoria Ferdinandi, sostenuta dal centrosinistra, ha interrotto dieci anni di amministrazione di centrodestra. Un risultato che rafforza la fiducia del centrosinistra per questa tornata elettorale, nonostante le tensioni interne tra le varie componenti della coalizione.
Tra strategie politiche e calo della partecipazione
Queste elezioni rappresentano un banco di prova non solo per i candidati, ma anche per le coalizioni che li sostengono. In Umbria, il centrodestra cerca di consolidare il proprio dominio, mentre il centrosinistra punta a ripetere il successo delle comunali. In Emilia-Romagna, invece, il centrodestra mira a infrangere il tabù di una regione storicamente in mano alla sinistra, mentre il Pd tenta di dimostrare che l’eredità di Bonaccini può essere un trampolino e non un peso.