Il segretario nazionale di Alternativa Popolare Stefano Bandecchi è in questi giorni nell’occhio del ciclone. Non solo per l’accordo nazionale del suo partito con il centrodestra, ma anche per le indagini sulla presunta evasione fiscale di Unicusano. Proprio su questo Bandecchi, fondatore e figura centrale dell’Università telematica Niccolò Cusano, commenta con sollievo e ottimismo la notifica ricevuta dalla Procura di Roma in merito alla conclusione delle indagini.

È una splendida giornata” dichiara all’ANSA, sintetizzando così il suo stato d’animo dopo mesi di incertezze. Queste ultime legate a un’accusa su una presunta evasione per una somma di circa 20 milioni di euro.

Indagini finite, parla Bandecchi: “Sono felice di poter cominciare a parlare anche io”

L’indagine che ha tenuto banco per oltre un anno si è concentrata su un presunto mancato versamento dell’aliquota IRES (Imposta sul Reddito delle Società). Secondo l’accusa Bandecchi avrebbe sottratto al fisco questa cifra considerevole, utilizzando alcune delle sue aziende, tra cui la Ternana Calcio – sulla cui cessione sono in corso fortissime polemiche – come strumento per le attività legate all’ateneo telematico.

Dopo la notifica della chiusura delle indagini, Bandecchi può esprimere pubblicamente la sua versione dei fatti. “Finalmente il pubblico ministero ha chiuso le indagini che sono oggettivamente finite oltre un anno fa“, afferma all’ANSA. Il leader di Alternativa Popolare, infatti, non ha mai avuto l’opportunità di presentare la sua versione dei fatti durante l’intera fase investigativa. Non sono mai stato interrogato né dalla guardia di finanza né dal pubblico ministero“, spiega. E aggiunge: “Sono quindi felice, finalmente, di poter cominciare a parlare anche io.

Non ho mai cercato compromessi con l’Agenzia delle Entrate perché sono convinto di avere ragione“, prosegue Bandecchi, che mette anche l’accento sulla sua scelta di non accettare accordi. Scelta che ha portato il pubblico ministero a procedere formalmente con la chiusura delle indagini. “Quindi oggi è una splendida giornata“, conclude con sollievo e fiducia.

Ora Bandecchi si prepara al prossimo passo: il processo. “Sono felice di poter dire la mia verità ad un giudice terzo che sono convinto capirà le mie ragioni“, dichiara.

L’inchiesta su Unicusano per presunta evasione fiscale: cosa è successo

Le indagini che hanno coinvolto l’Università telematica Niccolò Cusano di Stefano Bandecchi e che hanno tenuto banco per oltre un anno, si sono concentrate su presunti illeciti fiscali commessi a partire dal 2016. Secondo la Guardia di Finanza l’ateneo avrebbe usufruito di agevolazioni fiscali non dovute per finanziare una serie di spese personali. Tra cui viaggi in aereo, soggiorni in hotel e vacanze in giro per il mondo. Queste spese, secondo l’accusa, sarebbero state ingiustamente inserite tra le attività accademiche dell’istituzione e andrebbero a configurare un’evasione fiscale su larga scala.

Nel dettaglio, il cuore dell’accusa riguarda la mancata dichiarazione di redditi imponibili per milioni di euro. Secondo quanto riportato da Repubblica, Unicusano avrebbe omesso di dichiarare circa 9,8 milioni di euro di imponibile nell’IRES del 2017 per l’anno precedente, evadendo così un’imposta sul reddito delle società pari a oltre 2,3 milioni di euro. La situazione si sarebbe ripetuta anche negli anni successivi. Nel 2017 la somma non dichiarata sarebbe stata di oltre 12 milioni di euro, con un’evasione fiscale stimata in quasi 3 milioni di euro. Nel 2018 l’imponibile non dichiarato sarebbe di quasi 4 milioni di euro mentre nel 2019 la cifra raggiunge la soglia record di 21 milioni di euro, portando a un’evasione di oltre 5 milioni.

Gli importi segnalati dalle autorità fiscali non si sono fermati qui. Nel 2020 Unicusano avrebbe nuovamente omesso di dichiarare oltre 24 milioni di euro, causando un’evasione IRES di quasi 6 milioni. Infine l’ultimo capitolo dell’indagine riguarda il 2022, quando emergerebbe un’ulteriore evasione di circa 2,6 milioni di euro. A seguito di queste scoperte, la Guardia di Finanza ha proceduto al sequestro di beni per un valore complessivo di oltre 2,6 milioni di euro, in attesa degli sviluppi processuali.

Mentre il caso si avvicina alle aule di tribunale, Stefano Bandecchi continua a mantenere un atteggiamento di fiducia nei confronti del sistema giudiziario italiano. La sua sembra essere un’attesa serena per quella che sarà per lui l’occasione per difendere apertamente la sua posizione.