Il sindaco di Terni e segretario nazionale di Alternativa Popolare, Stefano Bandecchi, torna sul tema dell’autonomia differenziata. Dopo il video pubblicato qualche giorno fa sul suo profilo Instagram, Bandecchi sceglie di affidare nuovamente ai social le sue riflessioni sullo stesso argomento. Questa volta all’autonomia differenziata accosta anche il premierato forte e spiega ai suoi follower ed elettori quali sono i motivi per cui le due cose non potranno coesistere.
Toni pacati, questa volta, che nascondono non troppo velatamente uno sconforto generale per la situazione che si prospetta in Italia. Con una conclusione che non lascia troppi dubbi sul punto di vista di Stefano Bandecchi.
Autonomia differenziata: i nuovi “Principi” regionali secondo Bandecchi
In un nuovo video pubblicato su Instagram, Stefano Bandecchi ha esposto la sua visione critica riguardo alla coesistenza di autonomia differenziata e premierato forte nel contesto legislativo italiano attuale. Bandecchi fa un’analisi politica incisive, spiegando perché ritiene impossibile la convivenza di questi due modelli di governance con le leggi attuali.
“Tanto per cominciare l’autonomia differenziata prevede che si vadano a votare 20 Principi che saranno i grandi capi delle regioni, delle nostre regioni“, dichiara. Poi spiega: “Ognuno avrà l’autonomia, ogni regione avrà l’autonomia per decidere sino a 20 materie importantissime”. Uno scenario che porterebbe i Presidenti di Regione a diventare figure con poteri paragonabili a quelli di veri e propri Primi Ministri. Potenzialmente più influenti dei ministri del governo centrale. “Ipotizziamo” – prosegue Bandecchi nel video – “che prima o poi tutti potranno avere queste venti materie da decidere a livello regionale. I Presidenti di Regione saranno quindi dei veri e propri Primi Ministri e conteranno sicuramente di più del ministro del Governo centrale“.
Premierato forte, un confronto di potere
Il fulcro della riflessione di Bandecchi riguarda la difficile conciliazione tra un sistema di premierato forte e l’autonomia regionale. Con le leggi attuali, almeno. “Perché dico che non potranno vivere insieme il premierato forte e l’autonomia differenziata?” si chiede – e chiede ai suoi follower – Bandecchi.
La risposta risiede nella struttura di potere: “Perché questo premierato forte dovrà avere necessariamente un contatto con queste regioni“. Tuttavia, se queste ultime sono guidate da Presidenti Regionali con poteri significativamente superiori a quelli attuali, il Governo centrale risulterebbe indebolito. Continua ancora il segretario nazionale di AP: “E sarà più o meno forte di coloro che guideranno le regioni, dei piccoli Premier delle regioni? Lo dico subito sarà più debole“.
La “soluzione”? Una dittatura
Stefano Bandecchi sottolinea anche che, per mantenere la sua autorità, un Premier forte dovrebbe avere quindi un controllo diretto sui Presidenti di Regione. “L’unico modo per far funzionare questo sistema è simile a una dittatura“, afferma. Ma subito dopo spiega cosa intende per dittatura e perché sembra essere l’unica soluzione. “Oggi il nostro Presidente del Consiglio deve creare intorno a sé il governo e cioè i ministri. Domani, prima o poi, ci renderemo conto che dovrà lui stesso eleggere i Presidenti di Regione. Cioè questi piccoli ministri che si chiameranno il ministro della Lombardia, il ministro del Piemonte, il ministro della Sicilia“.
Senza una tale centralizzazione del potere, Bandecchi è dell’idea che il Premier resterebbe una figura debole. Incapace cioè di esercitare un controllo reale e limitato a una funzione di gestione e smistamento delle decisioni. “Solo in quel modo il premierato forte potrà realmente esistere. Sennò sarà un premieretto debole che non conterà nulla e che smisterà semplicemente le carte”, conclude.
Nel promettere una “prossima puntata più interessante“, il sindaco di Terni invita gli osservatori politici e i cittadini a rimanere vigili e impegnati nel dibattito politico. Sottolineando l’importanza di queste questioni per il futuro del sistema di governo italiano. E, infine, una chiosa conclusiva che non lascia spazio a troppa immaginazione: “Attaccati alla politica… e tira forte!”.