Bandecchi incalza Tajani, per il suo ruolo di vice presidente del PPE e per il riconoscimento dell’appartenenza di Alternativa popolare al gruppo dei popolari europei. Non è una questione di poco conto per la lista del sindaco di Terni in vista delle prossime elezioni Europee di giugno. L’appartenenza al PPE e la possibilità di esporre il logo del gruppo centrista all’interno dei simboli di partito nelle circoscrizioni italiane, ha scatenato un derby popolare tra Ap e Forza Italia.

Il caso era scoppiato ieri, dopo che Stefano Bandecchi, segretario nazionale di Alternativa popolare, aveva affidato a una story su Instagram il suo sfogo contro “le manovre in corso per mandarci ai probiviri del PPE per il mio nome e il logo del partito nel nostro simbolo“. E oggi, con un filmato che chiarisce le ragioni della polemica, il sindaco di Terni chiama direttamente in causa il ministro degli esteri e vice presidente del PPE, Antonio Tajani.

Bandecchi: “Tajani si faccia carico di inviarci il certificato di iscrizione ai Popolari europei”.

Politicamente se ne vedono delle belle in Italia – attacca il segretario nazionale di Ap -. Il Partito popolare europeo, dopo 10 anni di iscrizione da parte di Alternativa popolare, comincia a fare storie sul fatto di poterci dare la certificazione che noi siamo iscritti al PPE“.

Una questione non secondaria, perché l’iscrizione al PPE (che ha gruppi già costituti all’europarlamento) consente di bypassare la raccolta di firme per presentare le liste. E poi il “bollino certificato” dei popolari europei, darebbe il via libera al partito di Bandecchi per usarne il logo nel simbolo di Alternativa popolare.

Antonio Tajani è vicepresidente del Partito popolare europeo – continua il segretario di Ap – quindi, dovrebbe immediatamente intervenire. Mi aspetto che si impegni per far fare al Partito popolare europeo ciò che è giusto fare. Tutti coloro che sono iscritti al Partito popolare europeo hanno il diritto, davanti alla domanda di sapere se sono o meno iscritti al gruppo popolare, di avere una risposta in tempi certi e celeri. Noi una settimana fa abbiamo votato, siamo stati rappresentati al Congresso di Budapest dove abbiamo espresso addirittura 5 voti. Quindi esorto Tajani a fare il suo mestiere, a mandarci il certificato che noi abbiamo chiesto. Grazie“.

Lo scontro sull’uso in Italia del simbolo del PPE e sulla raccolta delle firme

Non è la prima battaglia di Bandecchi per presentare la sua lista per le Europee sotto l’ombrello del logo del PPE. Tutto era cominciato qualche mese fa, quando un emendamento di Fratelli d’Italia, sembrava costringere Alternativa popolare (e altri partiti e movimenti di nuova costituzione oppure non rappresentati a Bruxelles e Strasburgo) a dover raccogliere decine di migliaia di firme in tutta Italia per presentare le liste nelle varie Circoscrizioni. “Noi siamo affiliati al PPE – aveva spiegato il segretario – e quindi siamo esentati“.

Ma adesso è proprio quell’affiliazione al gruppo dei Popolari europei a rappresentare il terreno di scontro con Forza Italia. Già, perché il partito azzurro ha inserito nel proprio simbolo il logo del PPE e ne rivendica l’esclusiva. Era stato il vice segretario forzista, Stefano Benigni, a lanciare il guanto di sfida a Bandecchi, durante la trasmissione de La7 Coffee Break. “Non credo che Weber (presidente PPE, ndr) permetta ad Alternativa Popolare di usare alle Europee il simbolo del gruppo europeo – aveva detto -. L’unico partito italiano riconosciuto dal PPE, anche perché ha deputati nel parlamento europeo, è Forza Italia. Noi ci presenteremo alle elezioni con il nostro logo con all’interno il nome del PPE. Siamo orgogliosi di appartenere alla più grande famiglia di popolari che c’è in Europa”.

Un logo che, però, campeggia anche sotto il nome di Bandecchi nel simbolo di Alternativa popolare destinato a figurare sulle schede elettorali delle circoscrizioni italiane per le Europee.