Dal 10 dicembre l'Australia è il primo Paese al mondo a vietare per legge l'uso dei social ai minori di 16 anni imponendo alle Big Tech di adeguarsi entro 12 mesi. Nel resto del mondo si è scatenato il dibattito. Anche il sindaco e presidente della Provincia di Terni, Stefano Bandecchi, si è detto favorevole al divieto e all'introduzione in Italia di una legge che fissi l'età a 15 anni.
Per Bandecchi, politico e imprenditore poliedrico, sui social non sono mancati attacchi da parte degli haters. Un situazione rispetto alla quale ha constatato che è necessario un maggiore controllo dal momento che "non c'è limitazione su ciò che si possa dire in modo aggressivo nei confronti degli altri, soprattutto da parte di profili fake".
Il nodo è rappresentato proprio dai profili fake che è possibile creare con facilità e per i quali Bandecchi chiede un controllo maggiore: "i profili devono essere prima di tutto verificati e garantiti dalle nostre istituzioni, che dovrebbero relazionarsi direttamente con Google, o Facebook".
Una misura che porterebbe ad abbassare certi toni: "se ci fosse una chiara regolamentazione sui profili reali, riconducibili a una carta d'identità - ha spiegato -, ci sarebbe anche una limitazione delle proprie affermazioni". Il sindaco di Terni sostiene che se la critica è libera, chi lo fa dovrebbe metterci almeno la faccia. "Se qualcuno vuole criticarmi, lo faccia pure, con nome e cognome, ma è necessaria una regolamentazione sulla veridicità dei dati nella registrazione sulle piattaforme, è solo con la verifica dei dati che ci si può tutelare adeguatamente" aggiunge. "Dobbiamo rivedere la capacità dei nostri media - esorta - e non farci ingannare dagli Stati Uniti, usando di più ciò che abbiamo a casa nostra".
Bandecchi fa riferimento anche al ruolo dell'educazione e della scuola in particolare. "C'è carenza globale di responsabilità dalle istituzioni scolastiche troppo blande - sostiene -, dai programmi scadenti, sulla evoluzione scolastica abbiamo fallito".
Secondo il primo cittadino di Terni, l'uso dei social andrebbe proibito fino ai 15 anni con una apposita legge nazionale dove venga coinvolta l'intera comunità educante "una scuola e una famiglia che equivalgano a reale educazione sin dall'asilo, che non siano per il sì canonico o il 18 politico".
"Si è perso qualcosa - commenta in proposito -, non c'è confronto, fare il genitore significa avere formazione" e guarda a una linea più severa. "La risposta Bandecchi significa dare esempi chiari a chi sbaglia troppo, serve meno lassismo, più educazione e servizio militare di leva per uomini e donne e sino a 12 mesi, cioè disciplina nella vita, in famiglia, nel lavoro, nei rapporti sociali" conclude.
Il profilo fake è un profilo falso che appare sulle varie piattaforme social come Facebook, Instagram, X, o Tik Tok. La massiccia diffusione dei profili falsi è dovuta al fatto che chiunque può crearne uno in pochi istanti dal momento che nessuna piattaforma richiede verifiche specifiche come ad esempio un documento di identità. Se creare un profilo fake è facile, è bene ricordare che da ciò possono derivare conseguenze penali e che imbattercisi è più facile di quanto si pensi.
I possibili reati che si commettono con i profili fake vanno dalla sostituzione di persona se si utilizzano foto e informazioni di un'altra persona alla diffamazione se si usa quel profilo per danneggiare la reputazione altrui. Altri reati contemplati possono essere il trattamento illecito di dati personali, se si usano generalità e immagini di altri senza consenso o, ancora, la violazione del diritto d'autore se si impiegano immagini tutelate da copyright.