13 Aug, 2025 - 15:00

Banche in Umbria, UIL: “Sportelli in ritirata e territori più fragili, ma sul gender gap meglio della media UE”

Banche in Umbria, UIL: “Sportelli in ritirata e territori più fragili, ma sul gender gap meglio della media UE”

L’Umbria perde sportelli bancari e, con essi, una parte della propria capacità di presidio territoriale. È la sintesi che emerge dall’indagine del Centro Studi UILCA nazionale Orietta Guerra, che evidenzia un quadro a tinte contrastanti: da un lato, la contrazione della rete fisica e l’impatto sulle comunità locali; dall’altro, un gender pay gap nel settore bancario e assicurativo inferiore alla media di molti Paesi europei.

Secondo i dati, nella regione operano oggi 317 filiali per circa 850 mila residenti, con un rapporto di 2.681 abitanti per sportello. Ma il vero nodo è un altro: 32 comuni su 92 - il 34,8% del totale - sono privi di banche, per un totale di circa 49 mila cittadini che non hanno più accesso a un’agenzia fisica.

Il peso delle chiusure bancarie sulle dinamiche socioeconomiche dell’Umbria

Le differenze territoriali sono marcate. In provincia di Perugia restano 243 sportelli, ma 19 comuni non sono serviti da banche, per oltre 25 mila residenti - circa il 4% della popolazione provinciale. La lista va da Piegaro a Poggiodomo, passando per Monte Santa Maria Tiberina e Sant’Anatolia di Narco.

Ancora più critica la situazione in provincia di Terni, dove gli sportelli sono 74 e i comuni senza banche 13, tra cui Stroncone, Montecastrilli, Arrone e Polino. Qui l’11% della popolazione provinciale, circa 24 mila persone, non può contare su servizi bancari in loco.

Per Luciano Marini, segretario generale UILCA Umbria, il fenomeno va oltre il settore creditizio: “Questo trend comporta problemi per le banche, ma soprattutto per l’economia locale. Operare senza conoscere in profondità il territorio favorisce lo spopolamento, aumenta il costo del denaro e lascia spazio a rischi di economia illegale”. Marini ricorda che il sistema bancario è “centrale per le prospettive di sviluppo di un’Umbria che sta scivolando verso le regioni meno dinamiche”.

Gender gap nel settore bancario e assicurativo: l’Umbria regge il confronto europeo

Il report UILCA rileva che la forza lavoro nel settore finanziario in Umbria è composta per il 52% da uomini e per il 48% da donne. Il differenziale retributivo medio è del 23% a sfavore delle donne, stabile nell’ultimo decennio.

Un dato che, pur restando significativo, è migliore rispetto a Francia (32,1%), Germania (26,1%), Austria (26%) e soprattutto Repubblica Ceca (-36,4%). Tra i grandi Paesi europei, fanno meglio dell’Italia i Paesi Bassi (-22,6%), il Portogallo (-21,5%), la Spagna (-14,1%) e il Belgio (-14%).

Per Valentina Gallarato, segretaria regionale UILCA, la radice del problema è anche sociale: “Le incombenze domestiche e di cura gravano ancora soprattutto sulle donne, limitandone la carriera e l’accesso a posizioni meglio retribuite”. Gallarato indica in trasparenza salariale, pari opportunità e formazione sulle politiche di genere le leve per un reale cambiamento.

Filiali “solo consulenza”: un cambiamento che esclude i clienti meno digitali

Un ulteriore segnale di trasformazione è la conversione delle filiali in punti di sola consulenza, eliminando i servizi di cassa con operatore. Luca Cucina, segretario generale aggiunto UILCA Umbria, sottolinea che “questa scelta penalizza i clienti meno tecnologici, soprattutto anziani, privandoli di un servizio essenziale”. Il rischio, avverte, è di ampliare il divario digitale tra chi ha accesso agevole ai servizi online e chi non dispone di competenze o strumenti adeguati.

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Federico Zacaglioni
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