A Perugia manca pochissimo al ballottaggio dei prossimi 23 e 24 giugno che vedrà sfidarsi le due aspiranti prime cittadine: Margherita Scoccia per il centrodestra e Vittoria Ferdinandi per il centrosinistra. Per entrambe, la campagna elettorale è stata intensa e non sono mancati momenti di confronto, anche accesi, sulle tematiche più varie. Il testa a testa al primo turno dell’8 e 9 giugno è stato serrato ma nessuna delle due candidate ha raggiunto il 50%, anche se entrambe ci sono andate vicinissime. Ferdinandi si è attestata al 49.01% mentre Scoccia al 48,29%, a un soffio di voti di distanza: 598. Sabato e domenica elettori e elettrici del capoluogo con il loro voto sceglieranno la nuova sindaca di Perugia. Proprio in vista del ballottaggio, arriva l’appello al voto di monsignor Ivan Maffeis, arcivescovo di Perugia.

Ballottaggio a Perugia: le parole del vescovo Maffeis

Una parola alla città” così titola la Diocesi di Perugia riportando l’intervento di Maffeis che lancia l’appello al voto. “Domenica scorsa – scrive don Ivan Maffeis – mescolato tra quanti affollavano Piazza IV Novembre per la conclusione delle manifestazioni di “Perugia 1416”, osservavo i figuranti dei cinque rioni, schierati sulla scalinata del nostro Comune. Costumi storici, stendardi, frecce e spade, squilli di tromba e rullo di tamburi, sovrastati da una sola voce: “Viva Perugia!”

A questo punto Maffeis entra nel vivo del ballottaggio. “Mi viene spontaneo immaginare che quel grido unitario possa risuonare – prosegue – anche dal Consiglio Comunale che uscirà dal ballottaggio di domenica prossima. Un pugno di persone, provenienti da strade diverse, animate dalla passione civica e dalla volontà di costruire insieme il bene della Città, a partire da alcune priorità: il lavoro, la famiglia, la salute, i giovani e gli anziani, la tutela delle fasce più deboli“.

La riflessione si concentra quindi sullo spirito di servizio che dovrebbe animare la futura prima cittadina. “Questi grandi fini ci stanno a cuore, appartengono alla dottrina sociale cristiana, sono parte essenziale del bene comune e della storia di questa Città. La loro traduzione è affidata ai candidati: la Chiesa è fiduciosa che ciascuno di loro, se eletto, avverta la responsabilità di impegnarsi a rappresentare e servire l’intera Comunità, facendo sintesi delle diverse sensibilità”.

In chiusura Maffeis fa anche riferimento alla campagna elettorale. “Andiamo a votare domenica. Perugia è animata da grandi valori e risorse, a cui i veleni della campagna elettorale non rendono giustizia. Chi sarà chiamato ad amministrare la Città possa dare prova di onestà intellettuale, saggezza e lungimiranza, nella capacità di intercettare, valorizzare e rilanciare questo patrimonio. Nell’interesse di tutti” conclude l’arcivescovo.

Scoccia e Ferdinandi: due visioni a confronto

L’intervento dell’arcivescovo Maffeis giunge poco dopo quello da parte di una nutrita schiera di esponenti del mondo cattolico che hanno divulgato una nota in cui esprimono il proprio sostegno a Vittoria Ferdinandi. Una posizione condivisa da diverse personalità, incluso l’ex sindaco del capoluogo, Gianfranco Maddoli.

Quello che emerge fortemente dalla campagna elettorale è una polarizzazione dove da una parte c’è il pragmatismo di Scoccia dall’altra l’idealismo di Ferdinandi. Scoccia, assessore all’Urbanistica con la giunta Romizi, è certamente esperta di amministrazione e ha già un rapporto coi cittadini. “La nostra coalizione ha visione, pragmatismo e ha un rapporto con i cittadini che è stato rinsaldato negli anni – ha detto in una recente intervista all’Ansa – abbiamo saputo dare risposte e le continueremo a dare“.

Ferdinandi proviene dal mondo imprenditoriale. Nel 2021 è stata nominata Cavaliere al Merito dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per aver dato vita al ristorante inclusivo Numero Zero. “Rappresento un progetto politico nuovo – ha detto Ferdinandi quando le è stato chiesto perché si dovrebbe votare per lei – che è la vera novità di questa tornata elettorale. Un progetto politico di una nuova generazione che ha saputo levarsi dalle vecchie liturgie di posizionamenti e di interessi politici e che ha saputo rimettere al centro gli interessi della città“.