05 Jul, 2025 - 21:00

Autovelox fermi sulla Pian d’Assino: stallo di sicurezza tra ritardi, incidenti e alternative

Autovelox fermi sulla Pian d’Assino: stallo di sicurezza tra ritardi, incidenti e alternative

La statale 219 Pian d’Assino, nel tratto da Gubbio est a Branca, è da anni teatro di incidenti frequenti e mortali, con un bilancio drammatico: 19 vittime negli ultimi vent’anni  Nonostante annunci ufficiali e promesse, gli autovelox non sono mai stati installati: le autorizzazioni ministeriali, ANAS e Prefettura scadute a settembre 2024, sono rimaste lettera morta. E nel frattempo la strada resta una pista…

Autorizzazioni scadute e iter bloccato

L’autorizzazione a installare autovelox su quel tratto, concessa per il periodo marzo–settembre 2024, non ha portato a nulla. Il Comune di Gubbio, capofila della zona, non ha completato l’iter. Così l’operazione è rimasta congelata nel vuoto burocratico.
Prefettura, ANAS e Polizia Locale restano in attesa, mentre sulla carta il nulla osta c’è. Sulla strada invece… silenzio.

Problemi tecnici: mancano piazzole e corrente

Non basta la carta: servono piazzole di sosta adatte, allacci elettrici, postazioni fisse per i punti di controllo. Al momento, tutto è fermo perché le infrastrutture necessarie non sono state realizzate.

Così la strada rischia di rimanere senza strumenti efficaci per contrastare eccessi di velocità e sorpassi azzardati, pur essendo una via estremamente pericolosa.

Incidente dopo incidente: il dramma quotidiano continua

Lo scorso 6 giugno, un incidente ha coinvolto cinque persone, tre gravi, tra cui un anziano elitrasportato a Perugia. Il più recente di una lunga serie: 19 morti in 20 anni, decine di feriti, due vittime nel 2023 tra cui Andrea Morganti, a cui è stata intitolata un’associazione che chiede da tempo misure di sicurezza reali.

Automobili e mezzi pesanti ignorano il limite di 70 km/h: la maggior parte corre a 100 km/h o oltre, con sorpassi fatta la regola, non l’eccezione.

Tutor: la risposta più efficace?

Mentre gli autovelox restano nel limbo, la proposta più concreta sembra quella dei tutor, sistemi che misurano la velocità media su un tratto. Il piano: posizionarne quattro, uno per ogni uscita della statale. Usa la logica della prevenzione continua più che del singolo autovelox.

Consiglieri come Tasso e Minelli ne avevano chiesto l’adozione in alternativa agli apparecchi fissi, per un controllo "equo e continuo". Un eugubino suggeriva che “non servono gli autovelox ma i tutor come sulla tangenziale di Modena”.

Politica e promesse: tra Stirati e Fiorucci

L’ex sindaco Stirati aveva depositato la documentazione già nel 2024, ma nulla si è mosso.
Nel marzo 2025, il sindaco Vittorio Fiorucci ha rilanciato il tema, annunciando l’installazione degli autovelox – poi convertiti in tutor – e pattugliamenti con auto civetta.

La Associazione Andrea Morganti, costituita da famigliari di vittime della Pian d’Assino, chiede con forza misure concrete: tutor, autovelox, controlli tecnici sui veicoli, convegni nelle scuole, sensibilizzazione.
Chi vive la strada quotidianamente sottolinea: “ogni croce ha un nome, una storia, una lacrima”.

Perché gli autovelox non vengono installati?

Le ragioni sono diverse:

  • Iter burocratici lunghi: autorizzazioni scadute, documenti da rinnovare.

  • Ostacoli tecnici: manca corrente elettrica e piazzole idonee.

  • Decisioni politiche incerte: tra autovelox e tutor, si tratta di stabilire strategia.

  • Pressioni e critiche: timore che i dispositivi vengano percepiti come "fai cassa".

Cosa si può fare ora

  1. Sbloccare subito l'iter autorizzativo, rinnovando le autorizzazioni scadute.

  2. Risolvere i problemi tecnici, predisponendo piani per piazzole e impianti.

  3. Installare tutor, magari in via sperimentale.

  4. Supportare controlli sulle revisioni e manutenzione dei veicoli, soprattutto mezzi pesanti.

  5. Promuovere educazione stradale, lavorando con scuole e associazioni.

La sicurezza deve correre più veloce degli ostacoli

La Pian d’Assino non può più attendere. Gli autovelox bloccati non proteggono, i tutor rimangono un'alternativa collaudata, le stragi quotidiane impongono interventi immediati.

Serve un impegno politico concreto, tecnico e partecipato, per fare della SS 219 una strada sicura, non una trappola. Solo così la memoria delle vittime potrà diventare un monito e non una catena.

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Mario Farneti
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