L’Umbria ha visto negli ultimi dieci anni un cambiamento sottile ma profondo: la crescita costante degli stranieri che diventano cittadini italiani. Un fenomeno che, pur rimanendo in sottofondo rispetto alle dinamiche demografiche generali, sta ridisegnando il volto della regione. Dal 2012 al 2022, si è passati da 1.195 a 2.413 nuovi italiani, un numero che raddoppia e racconta una storia di integrazione che scorre in parallelo alla riduzione dei residenti stranieri, scesi da 89.663 a 89.009 nell’ultimo anno.

Nuovi cittadini umbri, la popolazione straniera e il loro peso sulla regione

Nonostante la flessione dei numeri, la presenza degli stranieri in Umbria non perde rilevanza. Con una percentuale del 10,4% sulla popolazione totale, la regione si posiziona tra le prime cinque in Italia, superando la media nazionale dell’8,6%. È un dato che non passa inosservato, se si considera la progressiva riduzione dei residenti stranieri negli ultimi anni. Una regione che, seppur piccola, mantiene un ruolo da protagonista nelle dinamiche migratorie del Paese. Chi vive in Umbria vede questa presenza come un elemento ormai radicato nel tessuto sociale, senza clamore, ma con una continuità che si è consolidata negli anni.

Le scuole umbre sentono il peso di un cambiamento demografico che si riflette non solo nel calo delle nascite tra gli italiani, ma anche in quello delle coppie straniere. Nel 2022, solo 831 bambini sono nati da genitori stranieri, contro i 898 del 2021. È un segnale chiaro di una transizione lenta, dove anche le comunità straniere sembrano seguire il declino del tasso di fecondità generale. Ciò che un tempo era visto come un potenziale per contrastare la denatalità, oggi si riduce a numeri che scivolano progressivamente verso il basso. Eppure, la presenza di donne straniere resta essenziale per tamponare una crisi demografica che altrimenti potrebbe diventare ancora più drammatica.

Le comunità straniere più radicate

Chi sono i protagonisti di questo cambiamento silenzioso? L’Europa orientale domina la scena, con la comunità rumena che guida la classifica (25,4%), seguita dagli albanesi (12,1%) e dai marocchini (10,1%). Non mancano poi gli ucraini, che rappresentano il 5,7% degli stranieri residenti. Numeri che confermano la forte integrazione di comunità storiche, arrivate in Umbria già negli anni Novanta, e che ora hanno radicato famiglie e storie personali in ogni angolo della regione. Sono presenze che non si limitano più ai lavori manuali o agricoli, ma che contribuiscono attivamente al tessuto economico e sociale.

Giovani e acquisizioni di cittadinanza: un quadro europeo

L’acquisizione della cittadinanza italiana è un fenomeno che riguarda soprattutto giovani e adulti in età lavorativa. Nel 2022, il 39% delle persone che hanno ottenuto la cittadinanza aveva meno di 25 anni, mentre il 41% si collocava nella fascia tra i 25 e i 44 anni. Questo dato evidenzia come siano le giovani generazioni a trainare il processo di integrazione. In Europa, il quadro non è molto diverso: la Grecia è il Paese con l’età media più bassa tra i nuovi cittadini, mentre a Cipro si registra l’età media più alta. Sono numeri che raccontano di un continente in cui l’immigrazione non è solo una realtà da gestire, ma un’opportunità per ringiovanire società sempre più invecchiate.

Come si diventa cittadini italiani in Umbria: le vie per l’acquisizione della cittadinanza

Diventare cittadini italiani in Umbria può avvenire attraverso diverse modalità:

  • Ius sanguinis: chi nasce da genitori italiani ottiene automaticamente la cittadinanza.
  • Naturalizzazione: dopo 10 anni di residenza legale per cittadini non europei, ridotti a 4 per gli europei.
  • Matrimonio: chi sposa un cittadino italiano può richiedere la cittadinanza dopo 2 anni di residenza, o 1 anno se ci sono figli.
  • Cittadinanza per minori nati in Italia: i figli di stranieri nati in Italia possono richiederla al compimento dei 18 anni, se hanno risieduto ininterrottamente.

Ogni procedura richiede la presentazione della domanda presso la Prefettura e il rispetto dei requisiti legali e burocratici.