Prima l’astensione dell’assessore Marco Iapadre all’assemblea dell’AURI, poi la lettera del sindaco Bandecchi alla stessa AURI, e ora la richiesta alla Regione di rimettere in discussione il sistema di calcolo delle tariffe per evitare nuovi aumenti indiscriminati delle bollette dell’acqua.
Il sindaco di Terni, Stefano Bandecchi, torna a cavalcare la vicenda degli aumenti decisi dall’assemblea dell’AURI, sotto la nuova presidenza del sindaco di Spoleto Sisti. E come avvenuto per la tariffa puntuale della raccolta e smaltimento dei rifiuti, propone di cercare una nuova via per determinare i costi del servizio. Sotto accusa del Comune di Terni, infatti, c’è il ruolo politico dell’Autorità di regolazione di acqua e rifiuti dell’Umbria. Che raggruppa tutti i 92 comuni della regione.
E Bandecchi rivendica anche una uniformità di comportamento che non ha nulla a che vedere con la campagna elettorale per le Regionali. Aveva, infatti, contestato le modalità operative “tecniche” di AURI sotto la gestione Ruggiano (centrodestra) per quanti riguarda i rifiuti. E ora fa lo stesso sull’acqua dopo il “ribaltone” che ha portato lo spoletino Sisti (centrosinistra) alla guida dell’Autorità.
Bandecchi reclama una maggiore incidenza della politica sulle vicende dei servizi. La possibilità di orientare gli investimenti da fare. E, soprattutto, una possibilità di andare a mettere in discussione le metodologie di calcolo stesse delle tariffe. Con scelte di indirizzo in campo all’autorità regolatoria. Che – finora – si sarebbe limitata, secondo lui, a ratificare i calcoli della struttura tecnica.
Aumenti dell’acqua, Bandecchi si rivolge alla Regione per ridiscutere i sistemi di calcolo delle tariffe
“Abbiamo già stabilito, come Comune di Terni, che questa storia non ci sta bene – attacca entrando a Palazzo Spada -. Ci siamo astenuti politicamente. Per dare un segnale all’Assemblea AURI. Non diciamo che i calcoli siano fatti male. Ma che siano stati elaborati su presupposti sbagliati, ex post rispetto a ciò che avviene. Come gli aumenti dell’energia rispetto all’inflazione. Perché i Comuni non vengono sentiti prima? Perché dobbiamo limitarci a prendere atto dei conti che ci portano i gestori?“.
Sotto accusa per il sindaco di Terni ci sono i presupposti fissati con la costituzione degli Ambiti. Poi confluiti in AURI. Che avrebbero dovuto indirizzare investimenti e interventi sulle reti. E delle società di gestione del ciclo delle acque, che invece si occupano della distribuzione.
“Per 49 anni la sinistra ha governato questa regione – afferma il sindaco di Terni – e invece di far restare l’acqua pubblica, ne ha privatizzato la gestione. Facedola diventare pubblico-privata. Peccato che i calcoli di questo sistema privatizzino gli utili e socializzino le perdite. Ogni cittadino, ogni azienda, ogni condominio continua a pagare tutta l’acqua che viene dispersa dalle tubature. Si tratta di oltre il 30% del totale dell’acqua che viene conteggiata annualmente. A ciò si aggiungono i rincari dell’energia elettrica che serve per pompare l’acqua e spedirla nelle tubature. Il problema è che i lavori sulle tubature non vengono fatti. E che l’acqua si continua a disperdere. E non si fanno nemmeno investimenti per dotare le società di impianti di autoproduzione energetica. Che almeno farebbero risparmiare sulla bolletta“.
Il Comune di Terni chiama in causa la Regione e pone la questione anche sul tavolo della coalizione
La Regione, in questa fase elettorale, può occuparsi della sola ordinaria amministrazione. Ma il sindaco di Alternativa Popolare fa sapere che Terni non demorderà. Bandecchi dice che agli aumenti metterà mano appena sarà possibile in Regione.
“Oggi noi facciamo parte della coalizione di maggioranza – conclude salendo a Palazzo Spada -. Quando noi avremo la possibilitàdi essere in Regione, metteremo subito mano a questa situazione. Secondo il Comune di Terni, l’errore è stato quello di non cambiare immediatamente i parametri che erano stati stabiliti anni fa. Forse anche in buona fede. Si tratta di aumenti, semi-automatici, che non sono più oggi a favore del cittadino, ma tutelano solo chi gestisce l’acqua pubblica“.
Terni si sarebbe aspettata maggiore consapevolezza anche dalle altre amministrazioni comunali, coinvolte nell’assemblea AURI. Ma oltre a Palazzo Spada si sono astenuti solo altri 4-5 municipi minori.
“È inutile poi lamentarsi se non si fa quello che sto facendo io – conclude il sindaco Bandecchi -. Noi se facciamo politica non è per cambiare aria alla stanza. ma per portare avanti i diritti e le istanze dei cittadini e delle imprese. E in una fase come questa il nostro tessuto economico e di cittadinanza non può essere vessato con aumenti dell’acqua fino al 20%. Peraltro in una delle regioni in cui l’acqua si paga di più in Italia. Vanno finalmente messi dei paletti e va portata efficienza nel sistema“.