È in auto mentre torna dalla Liguria, Stefano Bandecchi, e ha appena letto l’articolo di Tag24 Umbria che ha anticipato la battaglia del Comune di Terni contro gli aumenti delle tariffe idriche. E così, mentre il fido autista lo riporta verso la Capitale, lui al buio dell’abitacolo della sua fuoristrada, prende lo smartphone e rilancia.
“L’ultima assemblea dell’AURI, l’assemblea dell’Autorità su rifiuti e acqua che raccoglie tutti i sindaci dei comuni della Regione – spiega – ha approvato l’aumento delle tariffe dell’acqua in Umbria. Una decisione che è una presa d’atto dei conteggi fatti dall’ARERA, l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente. A me preoccupa l’Ambito territoriale integrato della provincia di Terni. Mi preoccupa la città di Terni che amministro. Per questo ho appena fatto scrivere all’AURI (nel video dice ARERA per un lapsus, nsr), affinché vengano bloccati questi aumenti tariffari e vengano trovate soluzioni alternative“.
Il sentore che la polemica sarebbe divampata, lo si era avuto nella giornata di giovedì. Quando l’assessore comunale di Terni, Marco Iapadre, delegato proprio da Bandecchi, aveva ufficializzato l’astensione di Palazzo Spada rispetto all’atto dell’AURI. Un segnale politico – aveva spiegato Iapadre – per contestare un sistema che somiglia al modello delle concessioni autostradali. In cui le società di gestione non si limitano a gestire le reti idriche. Ma orientano gli investimenti, remunerati dalle tariffe e dagli aumenti. E li realizzano attraverso proprie società e studi di progettazione.
Il sindaco di Terni Bandecchi contro gli aumenti delle tariffe dell’acqua: “Sistema creato dalla sinistra, dico no ai rincari”
Bandecchi è un fiume in piena. E secondo lui “i conteggi sono stati fatti male, sono sbagliati e vengono da dei principi della sinistra che sono totalmente errati“.
“Ho già parlato in Regione con la presidente Tesei – continua il sindaco di Terni Bandecchi -. E quando Alternativa Popolare entrerà per la prima volta nella stanza dei bottoni, cambieremo i parametri in Umbria. I cittadini con noi non avranno questi aumenti automatici. In ogni caso ho contestato, come sindaco di Terni, l’esito dei calcoli di AURI. Perché l’acqua per quanto mi riguarda è pubblica. Il sistema creato dalla sinistra in Umbria, con una serie di società collegate non funziona. La sinistra ha sbagliato tutto, anche i conteggi efftuati per anni. Nella precedente gestione la destra ha applicato quella metodologia. E ora la sinistra, tornata al vertice di AURI, ha subito imposto gli aumenti delle tariffe. Io vi prometto, non da sindaco ma da segretario di partito, che quel metodo e quel conteggio cambieranno drasticamente gli aumenti dell’acqua a Terni non dovranno arrivare“.
Il sindaco ternano si riferisce all’architettura di gestione del ciclo delle acque creata in Umbria nei primi anni Duemila. Introdotta dalla legge Galli nel 1994, la gestione integrata del ciclo delle acque è stata poi confermata nel 2006 dal governo Prodi.
Ecco come è organizzato il ciclo di gestione dell’idrico e quali sono i sistemi che lo regolano
Prevede, in pratica, che le reti e gli impianti idrici restino pubblici e che ogni ambito territoriale (spesso coincidente con le province o con parti di esse) individui un gestore che garantisca il servizio e gli investimenti, remunerandoli con le tariffe. Nel ternano a gestire il servizio è il Servizio Idrico Integrato. Società partecipata da Umbria Due (ACEA), ASM Terni. AMAN e dai Comuni del territorio. Nel perugino, invece, gestisce Umbra Acque. Anche questa riconducibile ad ACEA e Comuni. La programmazione territoriale e le tariffe vengono fissate da AURI, l’Autorità regionale che raggruppa tutti i 92 Comuni dell’Umbria per le funzioni dell’idrico e dei rifiuti.
Nonostante il referendum del 2011 abbia portato gli italiani a votare per “l’acqua pubblica“, il sistema non è cambiato. Perché la proprietà del bene comune idrico, delle reti e degli impianti resta in capo alla pubblica amministrazione. E ad essere stata “privatizzata” è solo la gestione dei servizi.
E l’assessore Iapadre, che sulla delibera AURI si è astenuto su indicazione del sindaco Bandecchi, rincara la dose.
“Vige, purtroppo, un sistema che non garantisce il cittadino – afferma – e in cui gli amministratori locali non hanno strumenti per incidere. Serve coraggio e indipendenza per orientare le scelte aziendali dei gestori e ottenere investimenti che siano tali anche per il consumatore finale, con ricadute positive in tema di diminuzione delle tariffe. Quel coraggio e quell’indipendenza che sono mancati durante i lustri di governo di centrosinistra umbro“.
Gli aumenti previsti per l’Umbria saranno compresi tra il 5,9 e l’8 per cento per il solo 2024. Mentre se si considera l’intero periodo regolatorio 2024-2029, si registreranno incrementi compresi tra il 20,8 al 23,6 per cento. A seconda degli ATI, gli ambiti territoriali integrati di riferimento. A Terni nei prossimi due anni l’aumento sarà del 6,2%.