Più di 100.000 iscritti per la Cgil in Umbria. A dirlo sono i dati ufficiali sul tesseramento 2023 del primo sindacato umbro che si sono chiusi con un aumento di 2.070 iscritti, pari al 2,1%. Per la precisione gli iscritti sono 100.684, lo scorso anno si era chiuso a quota 98.614 iscritti.
Cgil Umbria, crescono gli iscritti, superata quota 100.000
A commentare questi dati è stata la segretaria generale della Cgil dell’Umbria, Maria Rita Paggio, queste le sue dichiarazioni:
“Si tratta di un incremento positivo e incoraggiante che si concentra soprattutto nelle categorie degli attivi e conferma un’inversione di tendenza in atto in un mondo del lavoro in continuo e rapido cambiamento. Naturalmente, non ci culliamo su questo risultato, convinti che il rafforzamento del sindacato e l’allargamento della partecipazione di lavoratrici e lavoratori sia l’unica strada possibile per difendere ed estendere i diritti, migliorare i salari e combattere disuguaglianze e ingiustizie sociali”.
La nascita della Cgil
La Confederazione Generale Italiana del Lavoro (CGIL) è un sindacato italiano. Fondato a Roma nel 1944, è la più antica organizzazione del lavoro esistente in Italia. E’ ideale continuazione della preesistente Confederazione Generale del Lavoro, fondata nel 1906 e sciolta forzosamente dal fascismo.
Sindacato ideologicamente socialista, è il soggetto più rappresentativo per numero di iscritti del panorama italiano delle relazioni tra industriali e lavoratori. Nel 1948 e nel 1950, da due sue scissioni interne, nacquero rispettivamente la CISL e la UIL.
Dopo la forzata sospensione delle attività, il sindacato fu ricostituito unitariamente con il Patto di Roma. Il Patto fu firmato da Giuseppe Di Vittorio per il PCI, Achille Grandi per la DC ed Emilio Canevari per il PSI. Quest’ultimo sostituì Bruno Buozzi ucciso dai nazisti: per onorarne la memoria, sul testo del Patto fu apposta la data del 3 giugno 1944, che si riteneva inizialmente fosse stato l’ultimo giorno di vita di Buozzi.
Con il Patto si costituì un unico organismo sindacale su tutto il territorio nazionale. Tutte le correnti la comunista, socialista e cattolica convivevano sotto lo stesso tetto in nome dell’unione di tutti i lavoratori e della lotta antifascista da attuarsi in stretto legame con il CLN. Nacque così la cosiddetta CGIL unitaria, radice comune delle future confederazioni CGIL, CISL e UIL.
La carta dei diritti universali del lavoro
Ad aprile 2016, la Cgil, ha avviato la raccolta di firme per una legge di iniziativa popolare verso una Carta dei Diritti universali del Lavoro. La proposta di legge è stata accompagnata dalla proposta di tre quesiti referendari, pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale n. 69 del 23 marzo 2016:
- La cancellazione dei cosiddetti “voucher”, buoni lavoro originariamente previsti per retribuire coloro che svolgevano mansioni di breve durata (come la vendemmia) che, riformati da diverse leggi (ultima delle quali il “Jobs Act” del Governo Renzi), sono divenuti una forma di retribuzione senza contratto di lavoro anche per lavoratori non stagionali come quelli dei call-centres.
- La reintroduzione della piena responsabilità solidale in tema di appalti.
- Una nuova tutela di reintegro nel posto di lavoro in caso di licenziamento illegittimo per tutte le aziende al disopra dei cinque dipendenti, cioè l’annullamento della legge che ha abolito l’Articolo 18 dello statuto dei lavoratori.
I tre quesiti referendari sono stati presentati con oltre tre milioni di firme. L’11 gennaio 2017 la Corte Costituzionale ha approvato i referendum sui Buoni Lavoro e sulla Responsabilità Solidale negli appalti, respingendo quello sull’Articolo 18. Nessuno dei referendum è mai stato però votato a causa di un decreto-legge che ha superato le norme sottoposte a referendum. I tre quesiti referendari sono stati presentati con oltre tre milioni di firme. L’11 gennaio 2017 la Corte Costituzionale ha approvato i referendum sui Buoni Lavoro e sulla Responsabilità Solidale negli appalti, respingendo quello sull’Articolo 18.