19 Jun, 2025 - 09:20

Attorta e crescionda, il Comune di Spoleto chiama a raccolta i produttori per il riconoscimento del marchio di tipicità

Attorta e crescionda, il Comune di Spoleto chiama a raccolta i produttori per il riconoscimento del marchio di tipicità

La cultura e l'identità di una comunità passano anche per la sua tradizione enogastronomica. In Italia, ogni più piccolo centro, ogni famiglia custodisce ricette che sono tasselli di questo grande mosaico. Così è anche a Spoleto, dove il Comune si è messo all'opera per ottenere il riconoscimento del marchio di tipicità per due dolci, uno del Natale, l'attorta e l'altro del Carnevale, la crescionda. Per farlo ha chiamato a raccolta, tramite un apposito avviso, gli operatori economici del territorio. L'obiettivo è la creazione di un gruppo di produttori e trasformatori che, insieme al Comune di Spoleto ed altri enti pubblici e privati, presenterà la domanda di registrazione del marchio.

Attorta e crescionda di Spoleto: IGP o STG? 

Una volta ultimata la prima fase di raccolta delle adesioni, in base agli orientamenti ricevuti, si valuterà in merito alla registrazione del marchio. Due le opzioni: Indicazione Geografica Protetta (IGP) e Specialità Tradizionale Garantita (STG). 

Due sigle che aprono a scenari diversi soprattutto rispetto alla partecipazione nel processo di tutela. Nel caso si optasse per l'IGP il gruppo potrà essere costituito esclusivamente da produttori e trasformatori, mentre per l'STG il gruppo potrà ampliarsi, includendo anche altri soggetti come enti locali e gruppi di azione per la promozione dei prodotti.

Come partecipare all'avviso

Per partecipare all'avviso le manifestazioni di interesse da parte degli operatori economici dovranno pervenire entro e non oltre le ore 12.00 del prossimo 3 luglio all’indirizzo pec [email protected].

Ci sono, naturalmente, alcuni requisti da rispettare. Potranno presentare domanda gli operatori economici che abbiano come oggetto sociale le attività di produzione e trasformazione di prodotti dolciari, che siano in possesso dei requisiti di iscrizione alla C.C.I.A.A. per attività inerenti l’oggetto della presente procedura e che abbiano la sede legale od operativa nel Comune di Spoleto.

Una storia di tradizioni

A spiegare lo spirito dell'operazione è l'assessore Marketing e innovazione imprenditoriale e del turismo 4.0 per la valorizzazione dell’economia locale,  Giovanni Angelini Paroli.

"I prodotti tipici del nostro territorio come l’attorta e la crescionda sono un vero e proprio tesoro da proteggere e valorizzare – ha dichiarato. Ogni prodotto tipico racconta una storia fatta di tradizioni, usanze e saperi tramandati di generazione in generazione. Il riconoscimento della tipicità aiuta a preservare questi patrimoni culturali, mantenendo vive le tradizioni e promuovendo un senso di identità e appartenenza della comunità locale".

Le origini longobarde dell'attorta

L'attorta ha origini molto antiche, sembra risalga al periodo delle invasioni dei popoli del nord, in particolare ai longobardi che a Spoleto stabilirono uno dei loro ducati più longevi. Dolce tipico del Natale con l'inconfondibile forma attorciagliata, a confermare questa storia ci sono gli ingredienti del ripieno che sono più o meno gli stessi del nordico strudel, ovvero frutta secca e canditi.

Una curiosità: nello spoletino ne esiste anche una versione salata, la 'fojata' con ripieno di erbe di campo e salsiccia.

La crescionda, nata torta agrodolce

Anche la crescionda, dolce del Carnevale, ha origini antiche al pari dell'attorta. In principio non era un dolce bensì una torta agrodolce con pecorino e brodo di gallina nel solco della tardizione della 'crescia onta', la focaccia molto diffusa tra Umbria e Marche nota come 'torta al testo'. La svolta dolce, come anche per altri piatti, avvenne nel Rinascimento quando lo zucchero si iniziò a trovare con maggiore disponibilità.

Abbandonati brodo e formaggio, l'impasto nel corso del tempo ha incorporato anche cioccolato, amaretti e cannella. Tre sono le versioni della crescionda che si trovano a Spoleto: quella a tre strati che, a partire da un'unica pasta si differenziano in cottura; quella di mele dove a volte compare anche la frutta secca e, infine, la "poretta" perché senza cioccolato.

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Sara Costanzi
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