Nella notte tra il 30 settembre e il 1º ottobre ignoti hanno nuovamente preso di mira la sede della Lega Perugia, nel quartiere di Fontivegge. Dopo il sabotaggio di aprile che aveva reso inutilizzabili le serrature dell’ingresso con colla e metallo, questa volta l’obiettivo è stato il materiale esposto: un poster sulla vetrata della sede e la cassetta della postaaccanto alla porta. I vandali hanno lasciato scritte e segni che deturpano la facciata. L’episodio, di lieve entità sul piano economico, rappresenta però un attacco simbolico al presidio politico della Lega nel capoluogo umbro.
Il commissario cittadino Lorenzo Mattioni e il tesoriere regionale Luca Valigi hanno condannato con fermezza il gesto. In una nota congiunta hanno ricordato che, dopo il sabotaggio delle serrature, si trovano ancora una volta a denunciare un "gesto codardo" che non ha nulla a che vedere con il confronto democratico.
Nella loro dichiarazione, Mattioni e Valigi parlano di un atto "vile e intimidatorio" che non ferma il loro impegno. "Siamo perfettamente consapevoli che l’entità del danno materiale sia minima, ciò che condanniamo con fermezza è il gesto in sé, un atto vile e intimidatorio che nulla ha a che vedere con il confronto politico e democratico", sottolineano. I due dirigenti rimarcano che la politica si fa con idee e proposte, non con atti di vandalismo.
Oltre alla condanna, la Lega ha annunciato che presenterà denuncia alle autorità competenti e si affiderà alle forze dell’ordine per individuare i responsabili, com’era avvenuto in passato. Mattioni assicura inoltre che il movimento non arretrerà: "Le intimidazioni non fermeranno le nostre battaglie – afferma – continueremo a portare avanti le nostre attività con determinazione e trasparenza". La dirigenza locale vuole così trasformare l’episodio in un’occasione per riaffermare il proprio radicamento nel territorio.
Il gesto arriva a pochi mesi da un precedente attacco. Lo scorso aprile, sempre a Fontivegge, ignoti avevano messo fuori uso le serrature della porta e della saracinesca inserendovi colla e frammenti di metallo. L’azione era stata interpretata come un tentativo di impedire l’accesso ai locali e di ostacolare la raccolta di firme e altre iniziative pubbliche. Anche in quell’occasione la Lega aveva sporto denuncia e aveva promesso di non farsi intimidire.
L’episodio di oggi rievoca quindi un clima di tensione che si trascina da mesi. Molti esponenti politici locali hanno espresso solidarietà al partito, auspicando che le indagini portino rapidamente all’identificazione degli autori. Il susseguirsi di vandalismi contro sedi di partito – non solo della Lega – preoccupa le istituzioni e rilancia il tema della sicurezza degli spazi politici e del rispetto del dibattito democratico.
Fontivegge è un quartiere complesso, interessato negli ultimi anni da progetti di riqualificazione. L’apertura della sede della Lega e le successive campagne politiche hanno contribuito a riportare luce su un’area spesso segnata da degrado. I residenti, pur divisi sul piano politico, hanno espresso preoccupazione per i continui episodi di vandalismo. Alcuni commercianti hanno spiegato che danneggiare una sede di partito non aiuta nessuno e rischia di accrescere il clima di tensione.
La Lega, dal canto suo, ribadisce che la protesta dovrebbe esprimersi attraverso il confronto e non con atti che colpiscono simboli. Nel loro comunicato, Mattioni e Valigi ricordano che la politica è fatta di dialogo e idee e non di sfregi ai locali: "La politica si fa con le idee, con il dialogo e con le proposte per i cittadini, non imbrattando sedi e simboli di partito". La promessa è quella di continuare ad animare la sede di via Ruggero d’Andreotto con incontri, gazebo e banchetti informativi a sostegno delle battaglie locali.