27 Jul, 2025 - 21:00

Asta giudiziaria di Ponte Felcino: oggetti sequestrati narrano storie tra Cartier, baionette e smartphone

Asta giudiziaria di Ponte Felcino: oggetti sequestrati narrano storie tra Cartier, baionette e smartphone

Il 12 settembre 2025, a Ponte Felcino (Perugia), si terrà la prima asta pubblica dei beni sequestrati o non reclamati dalla giustizia. Un evento insolito, quasi surreale, in cui un capannone dell’Istituto Vendite Giudiziarie si trasforma in una sorta di museo della memoria interrotta. Quel giorno, saranno messi all’incanto centinaia di oggetti – il lotto vale circa 48 mila euro – che raccontano tensioni, affetti, esistenze sospese.

Dal cuore in oro alle baionette Wilkinson: artefatti con la loro storia

In mezzo a decine di smartphone usati, orologi placcati, occhiali griffati, spicca persino una fede nuziale in oro con inciso “Daniela” e una data: un probabile simbolo di nozze d’argento, magari di un amore arrivato o forse naufragato.

“Un oggetto che sussurra una vita, un sogno spezzato, un ricordo che qualcuno non ha voluto o potuto reclamare”.

Accanto, la baionetta inglese del 1907, firmata Wilkinson, risalente a un’epoca bellica lontana. Messa all’asta a soli 60 euro, sembra un reperto uscito da un museo: memoria di conflitti senza più padri né figlie a custodirli.

I corpi di reato “ordinari”: tecnologia datata, vestiti e oggetti quotidiani

La sezione di beni modesti – stimata in circa 1.700 euro – include navigatori GPS, ormai retrò nell’era di Google Maps, e occhiali da sole di firme celebri (Ray-Ban, Gucci, Chanel) offerti a prezzi accessibili: anche 250 euro per un paio.

Gli smartphone, sovrani moderni, arrivano in vari modelli: alcuni privi di codice IMEI (necessario per identificarli), venduti a partire da 50 euro. Poi felpe, polo, tablet, occhiali da vista a 40 euro, fotocamere, giacche da donna. Un consumismo di fine corsa, un mondo di piccoli beni anonimi che hanno perso il proprietario, o forse non l’hanno mai avuto.

I “corpi di reato di valore”: orologi di pregio a prezzi da occasione

La parte più affascinante dell’asta è la sezione dei beni di pregio, dove si annoverano:

  • Un orologio Cartier placcato oro, con cinturino originale e custodia, base d’asta 250 euro;

  • Un Rolex in oro giallo degli anni Settanta, battuto per poco più di 9.000 euro.

Qui il valore complessivo supera i 44 mila euro, tra gioielli, catene, medaglie, orecchini spaiati. Oggetti spesso anonimi, troppo comuni per essere rivendicati, ma sufficientemente preziosi da interessare appassionati o collezionisti nostalgici.

Nel catalogo sono inclusi anche oggetti contraffatti, come borse Louis Vuitton, portafogli griffati, orologi recanti la scritta “Cartier” ma privi di autenticità. Dopo le verifiche, questi beni non andranno all’asta: il loro destino è la distruzione.

“Non è solo questione di diritto, ma di tutela dell’identità, del valore delle firme e del rispetto del consumatore”, affermano gli organizzatori.

Colori e dettagli da cronista: un racconto dentro il capannone

Entrando nel capannone, si respira una sensazione di ordinata dispersione: espositori corrugati, scaffali vuoti, scatole di plastica impilate, e in mezzo oggetti che oscillano tra il banale e il simbolico. Un microcosmo di vite recenti, interrotte, sospese.

In un angolo, una vecchia fotocamera reflex racconta di chi credeva nell’immagine; vicino, un paio di occhiali da sole Chanel, lievemente graffiati, rimandano a una giornata estiva, uno sguardo rivolta al sole.

Il rumore dei passi tra i beni fa eco alla giustizia che prosegue a voler dare voce anche a chi non c’è più o non ha reclamato.

Un secondo esperimento: asta libera il 10 ottobre

Se il 12 settembre sarà giornata di asta giudiziaria classica, il 10 ottobre ospiterà il secondo esperimento di vendita: un’asta “a libera offerta”, dove ogni partecipante potrà proporre il proprio prezzo fuori asta. La location sarà la stessa, tra scricchiolii di bancali e luci al neon.

Sarà una occasione per collezionisti, curiosi, cacciatori di affari, o semplicemente chi crede nel fascino dell’usato carico di storie.

A rendere il tutto quasi cinematografico: un’atmosfera da Wes Anderson

Non è un set del regista Wes Anderson, ma l’allineamento simmetrico degli oggetti, il contrasto tra tecnologie obsolete e gioielli ambiti, l’aria rarefatta di memoria: tutto è curato come un film d’autore.

“Sembrano oggetti in attesa di una seconda vita: un orologio che ha segnato ore importanti, un paio di occhiali che hanno guardato città e tramonti”.

Un continuum tra passato e presente, dove ogni oggetto è un personaggio muto che racconta un pezzo di storia.

Vale la pena partecipare? Il valore non è solo economico

Il lotto stimato attorno ai 48 mila euro ha un peso economico concreto. Ma il vero tesoro è narrativo. Quella fede con nome e data, la baionetta antica, l’orologio di marca… sono frammenti di storie che la giustizia restituisce – seppur per pochi euro – alla collettività.

Partecipare è un gesto simbolico: ridare dignità a oggetti dimenticati, rimetterli in circolo, ascoltare la loro eco.

Un’asta che parla di vite e memoria

La vendita giudiziaria di Ponte Felcino non è solo un mercato di oggetti usati o di lusso a prezzi ribassati. È un palcoscenico della memoria italiana, uno spazio dove la giustizia archivia la propria documentazione materiale e restituisce al presente ciò che era stato sospeso.

Venerdì 12 settembre, e poi sabato 10 ottobre, chi vorrà potrà entrare in questo capannone, scegliere un oggetto e portarsi a casa, insieme a un affare, un pezzetto di vita – magari perduta, forse dimenticata, ma ancora capace di sussurrare una storia. In fondo, il fascino dei “corpi del reato” sta proprio qui: sono relitti, custodi silenziosi di storie interrotte, pronti a tornare a vivere.

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Mario Farneti
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