Non è il traguardo, ma il punto esatto in cui inizia la partita più complessa. Quella del rispetto degli accordi e del cronoprogramma degli investimenti. A meno di un'ora dalla firma dell’Accordo di programma per Acciai Speciali Terni (AST), le organizzazioni sindacali hanno incontrato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, insieme ai vertici Arvedi e alle istituzioni locali. Sul tavolo, dopo le delusioni seguite alle precedenti intese tra azienda e Stato italiano (dal Patto di territorio all'Area di crisi complessa), gli investimenti annunciati e le garanzie ancora da costruire su lavoro, sostenibilità e governance.
“È per noi un passo fondamentale perché per rilanciare siti di interesse nazionale legati a settori strategici come quello della siderurgia non lo si può fare prescindendo da una sinergia fortissima tra lavoratori, aziende, istituzioni nazionali e locali”, hanno dichiarato Valerio D’Alò, segretario nazionale FIM CISL e il Segretario Generale Fim Cisl Umbria Simone Liti.
"Per noi è importante - hanno continuato - che questi accordi, forti anche di esperienze negative degli anni scorsi, possano contenere anche delle clausole di salvaguardia e di penalità per gli inadempienti. Questo può essere un vincolo importante affinché gli investimenti e gli impegni che si prendono in sede istituzionale vengano mantenuti".
Toni fermi e pragmatici anche da parte della Fismic Confsal, che ha seguito l’intero percorso negoziale. “L’accordo non è un punto di arrivo ma un punto di partenza”, ha commentato il segretario ternano Giovacchino Olimpieri. “Saremo una sentinella attenta e intransigente affinché gli impegni assunti vengano rispettati, dalla tenuta occupazionale alla coerenza degli interventi ambientali”.
Per il coordinatore Fismic AST, Marco Bruni, la sfida vera è nella concretezza: “È fondamentale che gli investimenti producano benefici reali per i lavoratori e per la comunità locale. Non possiamo permetterci ritardi, né ambiguità”.
Anche se formalmente escluse dalla firma, le rappresentanze sindacali rivendicano un ruolo attivo nella fase attuativa: “La dignità, i diritti e la sicurezza di chi lavora nello stabilimento di Terni non possono essere una variabile dipendente”, ha precisato Olimpieri.
La presenza alla firma dell’accordo di Olimpieri, Bruni e del membro di Segreteria territoriale Mauro Cordiani - fanno notare dal sindacato dei metalmeccanici - è la testimonianza dell’impegno costante dell'organizzazione dei lavoratori: "la partita non finisce con una firma, ma si gioca ogni giorno nei luoghi di lavoro".
Nell’accordo è prevista l’istituzione di un comitato esecutivo con funzione di supervisione sull’attuazione degli investimenti. Il testo menziona anche l’inserimento di penali rescissorie in caso di inadempienza, un tema su cui i sindacati vogliono massima trasparenza. L'accordo prevede anche una norma che abbatta i costi operativi agendo sul credito d’imposta per le aziende che realizzano acciaio inossidabile ed una legge regionale che indirizzi almeno il 30% della produzione idroelettrica alle imprese energivore del territorio.
Per le organizzazioni presenti all’incontro, il piano Arvedi su AST può rappresentare una svolta storica solo se accompagnato da un monitoraggio stringente. “Il territorio merita serietà e concretezza”, hanno ribadito i segretari dei metalmeccanici al tavolo romano.
Ora l’attenzione si sposta sulla governance del processo: “Vigileremo perché la transizione industriale non sia solo un titolo, ma un impegno verificabile nei fatti, giorno per giorno, dentro e fuori la fabbrica”.
Per Loris Scarpa, coordinatore nazionale siderurgia per la Fiom-Cgil e Alessandro Rampiconi, segretario generale Fiom-Cgil di Terni "ora non ci sono più alibi. Si dia corso compiuto agli investimenti, sia produttivi che di sostenibilità ambientale ed energetica e alle stabilizzazioni dei lavoratori somministrati. Da ora in avanti si riprenda la discussione sulla qualità e le condizioni del lavoro in AST".
Il sindacato metalmecanico chiede di proseguire in modo rapido il confronto sul dettaglio del piano industriale appena iniziato.
"Apprendiamo positivamente che nell'accordo di programma è previsto il confronto con le organizzazioni sindacali presso il Mimit - concludono - per monitorare l'avanzamento degli impegni sottoscritti dalle Istituzioni e dall'azienda. Questo è anche il riconoscimento che senza i lavoratori ed il loro sindacato non ci sono le condizioni per discutere dello sviluppo industriale di Acciai Speciali Terni e delle ricadute sul territorio".
La Uilm nazionale e territoriale accoglie con favore la firma dell’Accordo di Programma per AST, definendolo “un passaggio fondamentale per il rilancio industriale del sito ternano e per la competitività dell’intero polo siderurgico”. Guglielmo Gambardella e Simone Lucchetti, rispettivamente segretario nazionale e responsabile Uilm Terni.
La Uilm auspica che i 1,1 miliardi di euro di investimenti, già in parte avviati, vengano completati nel più breve tempo possibile, puntando su innovazione tecnologica dei processi, installazione di nuove linee produttive e sostenibilità ambientale. “Sono interventi cruciali - spiegano - per garantire una transizione industriale solida, capace di rafforzare la presenza di AST nei mercati internazionali dell’acciaio inossidabile”.
Centrale per il sindacato anche il tema occupazionale: “La crescita industriale deve tradursi in occupazione stabile e di qualità - continuano -. Il mantenimento dei 2.500 lavoratori diretti, compresi gli interinali, è un obiettivo prioritario, così come l’avvio di un monitoraggio strutturato con il coinvolgimento delle organizzazioni sindacali”.
In attesa di approfondire i contenuti specifici dell’intesa, la Uilm esprime una prima valutazione positiva, ma chiede un confronto a livello territoriale: “È necessario entrare nel merito di piano industriale, tempistiche degli investimenti e livelli occupazionali, per costruire una prospettiva concreta e sostenibile per il futuro di Terni”.