La crisi energetica è oggi uno dei principali ostacoli per le aziende energivore italiane e Arvedi AST, con il suo stabilimento a Terni, non fa eccezione. I costi energetici elevati, infatti, stanno pesantemente influenzando la competitività dell’azienda che si trova a pagare bollette fino a tre volte superiori rispetto ai suoi concorrenti europei. In un mercato globalizzato, questo divario mette a rischio la stabilità economica dell’intera struttura produttiva. Sul tema del caro energia AST Terni propone quindi il ripristino dell’utilizzo della Centrale di Galleto attraverso il collegamento diretto già esistente. Una soluzione che potrebbe dare una svolta decisiva permettendo all’Acciaieria di tornare ad autoprodurre energia a costi competitivi.

L’AST di Terni, il peso del caro energia e il ripristino del collegamento con la Centrale di Galleto

La questione energetica non è nuova per Arvedi AST, ma negli ultimi tempi si è trasformata in una vera e propria emergenza. Le bollette energetiche che l’azienda è costretta a pagare sono sproporzionate rispetto a quelle dei suoi concorrenti europei, con un costo che può essere fino a tre volte superiore. Questa situazione distorce la concorrenza, penalizzando gravemente la competitività di AST sui mercati internazionali. Le cause di questa differenza nei costi dell’energia risalgono a decisioni storiche che hanno sottratto all’azienda il controllo diretto della propria produzione energetica.

In questo contesto, Arvedi AST ha deciso di sensibilizzare i propri dipendenti e l’opinione pubblica installando una maxi affissione all’interno del suo stabilimento di Terni. Il cartellone illustra in dettaglio i fattori che hanno portato a questa situazione, richiamando l’attenzione sulla necessità di interventi istituzionali a livello nazionale ed europeo per ristabilire condizioni eque di concorrenza. In particolare, viene messa in evidenza la storia dell’esproprio del ramo elettrico dell’azienda e il mancato indennizzo, una questione che ha visto coinvolte diverse istituzioni nel corso degli anni, senza mai giungere a una soluzione definitiva.

La Centrale di Galleto: un’opportunità per l’autoproduzione dell’energia per l’AST di Terni

La proposta di AST Terni per superare l’attuale crisi dell’energia ruota intorno alla riattivazione del collegamento con la Centrale di Galleto. Una centrale idroelettrica che, in passato, forniva energia direttamente all’Acciaieria ternana. Situata lungo il fiume Velino e alimentata dalle acque della Cascata delle Marmore, la Centrale ha rappresentato per decenni una risorsa vitale per l’autoproduzione di energia da parte dell’Acciaieria. Grazie a questo impianto, AST Terni riusciva a gestire i propri costi energetici in modo sostenibile e a mantenere alta la propria competitività, anche nei momenti di crisi economica.

Con la creazione dell’ente nazionale per l’energia elettrica e la conseguente nazionalizzazione delle fonti energetiche negli anni ’60, L’AST di Terni ha perso l’accesso diretto alla sua principale fonte di energia, la Centrale di Galleto. Da allora l’azienda si è trovata a dover acquistare energia sul mercato a prezzi significativamente più alti rispetto ai suoi concorrenti europei. Aggravando i costi operativi e minando la competitività del sito produttivo.

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Oggi la proposta di Arvedi AST è chiara: ripristinare il collegamento diretto con la Centrale ENEL di Galleto per tornare ad autoprodurre energia. In questo modo, l’azienda potrebbe beneficiare di costi allineati a quelli dei suoi concorrenti e ristabilire le condizioni che in passato le avevano permesso di superare anche le più dure crisi economiche. La soluzione proposta non richiede innovazioni rivoluzionarie, ma semplicemente il ripristino delle condizioni originali di autoproduzione, già presenti prima delle nazionalizzazioni.

La battaglia per un’energia più sostenibile

La battaglia che AST Terni sta portando avanti non riguarda solo la propria sopravvivenza. Ma anche e soprattutto la salvaguardia di un intero sistema produttivo che ha contribuito per oltre un secolo allo sviluppo economico e industriale di Terni e dell’Italia. L’azienda, con il supporto della Regione Umbria, si sta battendo sui tavoli istituzionali sia a livello nazionale che europeo per ottenere un trattamento equo nel mercato energetico.

L’affissione del maxi cartellone nello stabilimento di Terni riassume efficacemente questa lotta. Con un titolo eloquente – “Abbiamo il diritto morale di avere le nostre centrali o di essere pagati da chi le ha espropriate” – l’azienda sottolinea come la sperequazione nei costi energetici sia un problema che non può più essere ignorato. Il ripristino della Centrale di Galleto rappresenta pertanto una soluzione praticabile e necessaria per ristabilire condizioni di concorrenza eque.

La mostra “La Grande Opera” e la celebrazione del patrimonio energetico della città

Oltre alla sua battaglia per un costo energetico equo, l’Acciaieria di Terni ha scelto di celebrare il patrimonio industriale ed energetico della città attraverso la mostra “La Grande Opera”, che sarà inaugurata il 4 ottobre al PalaSI di Terni. L’esposizione metterà in luce una delle più grandi opere idrauliche della storia, ovvero il sistema di condotte e turbine che ha alimentato per decenni il polo siderurgico ternano, compresa la Centrale di Galleto.

La mostra offrirà ai visitatori un percorso immersivo: pannelli esplicativi, fotografie e contenuti multimediali racconteranno la storia dell’industrializzazione di Terni e il ruolo cruciale della Centrale di Galleto nel garantire l’approvvigionamento energetico. Sarà anche un’occasione per riflettere su come le risorse naturali e le infrastrutture del passato possano ancora giocare un ruolo chiave nel futuro energetico e industriale della città.