Le tensioni tra le istituzioni umbre si intensificano sulla questione delle Acciaierie di Terni, uno dei principali motori economici della regione. Al centro della bagarre su AST si trovano Donatella Tesei e Sergio Cardinali, rispettivamente la presidente della Regione Umbria e l’assessore allo Sviluppo Economico del Comune di Terni. Cardinali ha contro-risposto oggi alle dichiarazioni di Tesei, che a loro volta erano una dura risposta a quanto detto da Confartigianato Terni. E lo ha fatto lanciato accuse precise e dirette verso la gestione della vicenda da parte della Regione, criticando apertamente la mancata collaborazione. Oltre che la poca chiarezza nei confronti dei territori direttamente coinvolti.

Cardinali vs Tesei: il conflitto istituzionale si accende intorno alla gestione dell’Ast di Terni

Secondo l’assessore Cardinali l’Accordo di Programma sull’Ast, che avrebbe dovuto coinvolgere diversi attori istituzionali e le parti sociali, si trova ancora in una situazione di stallo. Nella nota diffusa nella giornata di oggi, Cardinali ha attaccato Tesei accusandola di non aver risposto in maniera adeguata alle preoccupazioni sollevate da diverse parti, tra cui il Comune di Terni, i sindacati e Confartigianato.

Nella risposta, a mezzo stampa, la Presidente Tesei rispetto alla sollecitazione emersa da più parti – Comune, sindacati, Confartigianato sull’accordo di programma Ast- si è prodigata in una difesa d’ufficio della amministrazione regionale. Ma non vi è una sola risposta sullo stato dell’arte della vicenda e ancora più grave è il tentativo di sminuire le problematiche ancora presenti relativamente alla conclusione dell’iter per la firma dell’accordo di programma su Ast“. Con queste parole Cardinali sottolinea l’urgenza di azioni condivise per sbloccare una situazione sempre più pressante.

Accuse alla gestione da parte della Regione: “Nessun riconoscimento al ruolo dell’amministrazione comunale”

Sulla questione AST Terni, l’assessore Cardinali ha evidenziato, inoltre, come la presidente Tesei abbia trascurato il ruolo fondamentale delle amministrazioni locali, in particolare del Comune di Terni, nella gestione dell’Acciaieria. Pertanto Tesei sarebbe “carente anche dal punto di vista del riconoscimento del ruolo dell’amministrazione comunale in una vicenda che riguarda il futuro dei lavoratori, delle aziende, dei cittadini del territorio ternano“.

Sarebbe stato utile e istituzionalmente corretto“, prosegue Cardinali, “che viste le preoccupazioni generalmente emerse, la Presidente si fosse preoccupata di convocare un tavolo regionale invitando tutti i soggetti, sindacati compresi, per stabilire una strategia comune utile alla conclusione positiva della vicenda“. Secondo l’assessore, la più grande azienda della regione “fulcro della strategia manifatturiera nazionale, che è ubicata fisicamente nel territorio ternano” non può essere considerata un “fatto privato” della Presidente. Poiché riguarda direttamente il futuro economico e occupazionale dell’intero territorio ternano e, indirettamente, dell’intera Umbria.

Cardinali ha poi ribadito come AST rappresenti il fulcro delle politiche di sviluppo della città di Terni, in particolare per quanto riguarda la transizione verso una produzione più sostenibile. Questo processo, noto come “ambientalizzazione delle produzioni“, è considerato essenziale per garantire la competitività dell’azienda e al contempo ridurre l’impatto ambientale delle sue attività industriali. Tuttavia, senza una visione condivisa e un piano d’azione concreto, queste prospettive rischiano di rimanere solo su carta.

La mancata risposta sui temi chiave

La frustrazione di Cardinali si estende anche ad altre questioni. Tra esse il rinnovo delle concessioni delle acque minerali, tema su cui il Comune di Terni, insieme a quelli di Avigliano, Montecastrilli e Acquasparta, aveva richiesto un incontro alla Regione. “Prima di agosto“, ha ricordato Cardinali, “è stato richiesto un incontro a firma dei sindaci del territorio della provincia di Terni” che però ha ricevuto “una risposta negativa“. Al posto di un confronto politico diretto, la Regione ha inviato una lettera alle strutture amministrative dei Comuni interessati “per richiedere osservazioni al percorso in atto, ignorando completamente la richiesta politica dei territori“.

Questa mancanza di dialogo, secondo Cardinali, rappresenta un esempio della modalità di gestione “d’imperio” da parte della Regione, che esclude ogni possibilità di collaborazione istituzionale tra l’amministrazione regionale e quelle locali. L’assessore ha chiarito infine che questo atteggiamento non è più accettabile e rischia di compromettere la stabilità e lo sviluppo economico di un territorio già segnato da sfide complesse, come la transizione industriale e la sostenibilità.