Energia a costi competitivi per AST, si apra dibattito. Si diceva così alla fine dei cineforum degli anni Settanta. E adesso accade lo stesso oggi, dopo la decisione di Arvedi di fermare uno dei forni dell’area fusoria e di mettere in cassa integrazione 200 operai. Il dibattito, però, stavolta non è sulla qualità del film o sul messaggio del regista. Ma sulle soluzioni per garantire all’acciaieria di Terni quell’approvvigionamento energetico a costi europei che garantirebbe la competività del sito integrato di viale Brin.
La CGIL, nei giorni scorsi, aveva ricordato di avere pronto un pacchetto di proposte da avanzare a governo, istituzioni e azienda per risolvere il rebus energetico. Il Comune di Terni ha manifestato già da tempo la sua intenzione di partecipare, attraverso un veicolo pubblico, alla gara per il rinnovo delle concessioni idroelettriche dell’asta Nera-Velino, che comprende anche la centrale di Galleto. La stessa AST si è dichiarata titolare di un “diritto morale” ad avere le centrali costruite dall’allora Società Terni per l’industria e l’elettricità. O di essere risarcita per l’esproprio statale coincico con la nazionalizzazione. Infine, Italia Nostra ricorda il recente decreto del ministro Gilberto Pichetto Fratin, che garantisce alle aziende energivore un prezzo calmierato se si realizza nuova capacità di energia elettrica da rinnovabili.
Energia per AST: la ricetta della FIOM punta sulle comunità energetiche per abbassare la bolletta anche alla città
“Da oltre due anni come sindacato siamo in campo con una proposta di sviluppo sostenibile per il territorio“. Avevano dichiarato in una nota congiunta Claudio Cipolla, segretario generale della CGIL di Terni e Alessandro Rampiconi, segretario generale della FIOM.
“Dopo la fine delle tariffe agevolate nel 2006, considerate aiuti di Stato dall‘UE – affermano i sindacalisti – non si è data risposta alle aziende energivore. Pensiamo a tutti i passaggi di proprietà della centrale idroelettrica di Galleto. Oggi è il tempo delle scelte coraggiose e innovative: il futuro non passa per il nucleare ma per le rinnovabili. Il sito siderurgico di Terni non può approvvigionarsi solo con fonti rinnovabili, ma perché non si prova a ribaltare il paradigma e si parte dai cittadini e come fornire a loro energia più pulita ad un costo più basso?“.
È proprio da queste considerazioni che nasce la proposta CGIL-FIOM legata alle Comunità energetiche. In cui l’impresa può connettersi con la città, in uno scambio virtuoso e condiviso di energia rinnovabile autoprodotta a costi sostenibili.
“Quanti metri quadrati di superfici e tetti ha l’AST da poter dedicare a questa energia? E quante comunità energetiche può adottare? Magari per liberare “quote” per il suo autoconsumo, avendo contribuito ad un abbassamento complessivo del costo dell’energia?“, si chiedono Cipolla e Rampiconi.
Il tema più caldo, però, è quello della decarbonizzazione delle produzioni. Della sostenibilità anche ambientale dell’area fusoria.
“A Cremona questo risultato – affermano – è stato raggiunto in maniera “virtuale” attraverso l’acquisto di certificati. Nella presentazione del piano previsto per l’Accordo di programma si è specificato che i nuovi impianti devono essere predisposti all’utilizzo di idrogeno al 100% e i prodotti finali devono avere efficientamenti del 20%. L’obiettivo di raggiungere un milione e mezzo di tonnellate di acciaio fuso, senza significativi investimenti anche sui forni elettrici e le colate continue è un risultato impossibile“.
Italia Nostra invita a utilizzare gli strumenti del nuovo decreto Energy release
“Il segnale della cassa integrazione Arvedi AST – dice Andrea Liberati per Italia Nostra – si registra quando in Italia i costi energetici sono da tre a quattro volte più bassi del 2022. Ancorché più elevati rispetto alla Francia, grazie al nucleare. Alla Spagna, grazie alle rinnovabili. Alla Germania, grazie al Sistema-Paese, pure in crisi e ad altri Stati“.
Da qui l’invito di Italia Nostra a guardare al nuovo strumento varato dal Governo. A luglio, infatti, il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto, ha firmato un Decreto ministeriale. Che stabilisce un prezzo calmierato dell’energia elettrica come misura a supporto delle imprese energivore. A patto di realizzare nuova capacità di generazione di energia elettrica da fonti rinnovabili.
“Se questo gap dei costi dell’elettricità è strutturale in Italia da decenni, il DM Energy release – conclude Liberati – rappresenta un atto rilevantissimo per le imprese energivore. Con il fine di allineare i costi del MWh all’Europa, ma solo per quelle industrie che investono nelle rinnovabili e che, magari, parteciperanno regolarmente a una gara pubblica per concessioni idroelettriche“.
Il decreto ministeriale stabilisce la cessione anticipata di energia elettrica a prezzi contenuti da parte del Gse alle imprese energivore.
La messa a disposizione dell’energia elettrica avviene mediante contratti per differenza a due vie a fronte dell’impegno a realizzare nuova capacità di generazione green entro 40 mesi dalla sottoscrizione e a restituire l’energia anticipata su un orizzonte temporale di 20 anni ad un prezzo pari a quello di anticipazione. La nuova capacità è realizzata mediante nuovi impianti ovvero mediante il rifacimento di strutture esistenti, di potenza pari almeno a 200 kW.
Il provvedimento prevede, inoltre, contributi fino a un massimale di 300 mila euro a copertura dei costi sostenuti dalle imprese per garantire il valore dell’energia anticipata.