Il gruppo Arvedi volta pagina nella gestione del personale dell'Acciaieria di Terni. Al posto di Giovanni Scordo, da pochi giorni ha assunto l'incarico Cosimo Liurgo, manager 44enne originario di Gioia del Colle, con un passato professionale di rilievo all'Ilva di Taranto e in aziende tecnologiche di primo piano come Zucchetti ed Engineering. Ma non è solo un cambio ai vertici: la sua presenza operativa direttamente nella sede di viale Brin viene letta dai sindacati come un segnale concreto di attenzione al territorio.
“La mente del gruppo resta a Cremona, ma è apprezzabile la scelta di collocare a Terni la direzione del personale, anche per dare impulso a un nuovo modello di contrattazione” ha commentato Alessandro Rampiconi, segretario provinciale della Fiom Cgil, come riporta il Corriere della Sera.
Lunedì 14 luglio l'amministratore delegato Dimitri Menecali ha ufficializzato la nomina di Liurgo come capo del personale di Arvedi Ast nel corso di un incontro con le Rsu e le sigle sindacali, alla presenza dello stesso Scordo che continuerà ad occuparsi di welfare e relazioni esterne. L'attenzione del management si concentra ora sul prossimo passo: avviare il confronto sul premio di risultato per i lavoratori, un tema chiave che anticipa la discussione più ampia sul piano industriale.
L'apertura del confronto sugli incentivi, che secondo i calcoli sindacali corrisponderebbero in media a un'ulteriore quattordicesima per ogni dipendente, rappresenta un segnale di ripresa e stabilità dopo anni difficili. Il negoziato, che dovrebbe concludersi entro fine mese, sarà seguito a ruota dal tavolo sul piano industriale, la vera sfida per il futuro del sito ternano. “Dopo questo ulteriore riassetto del management aziendale daremo inizio alla discussione sul premio di risultato e quindi sul piano industriale” ha spiegato Rampiconi.
Il contesto in cui si inserisce questo percorso è quello definito dall'Accordo di Programma siglato a giugno al Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT), un documento che impegna Arvedi, Governo, Regione Umbria e Comune di Terni a un piano di rilancio complessivo del sito produttivo, con investimenti che potrebbero superare il miliardo di euro tra prima e seconda fase.
L'accordo, fortemente voluto dal ministro Adolfo Urso, ha messo nero su bianco la visione di lungo periodo per la siderurgia ternana: transizione ecologica, bonifica ambientale, innovazione tecnologica e stabilità occupazionale. Il piano industriale prevede investimenti iniziali per 557 milioni di euro entro il 2028, a cui potrebbero seguire ulteriori interventi da 573 milioni in base all'andamento del mercato.
Tra gli impegni concreti: la messa in sicurezza della discarica di vocabolo Valle, la riduzione dell’inquinamento atmosferico, l’accesso agevolato all’energia da fonti rinnovabili tramite il sistema delle grandi derivazioni idroelettriche e il mantenimento degli attuali organici, con la prospettiva di nuove assunzioni e la stabilizzazione dei lavoratori somministrati. Non meno importante, l’introduzione di tecnologie all’avanguardia richiederà l'attivazione di percorsi di formazione professionale condivisi con le istituzioni.
Il tutto sarà monitorato da un Comitato Esecutivo istituito presso il MIMIT, che avrà il compito di vigilare sull'effettiva attuazione delle misure e sul rispetto degli impegni assunti.
La nomina di Cosimo Liurgo e l'avvio dei negoziati sui premi segnano l'inizio di una nuova stagione per l'Ast, in cui la gestione delle risorse umane sembra tornare al centro del progetto industriale. La combinazione tra attenzione al personale, investimenti strutturali e sostenibilità ambientale potrebbe trasformare il polo siderurgico ternano in un modello per l'intero settore. Le prossime settimane saranno decisive per capire se le intenzioni annunciate riusciranno a tradursi in risultati concreti.