È terminato con un nuovo rinvio il vertice per l’Accordo di programma AST. Se ne riparlerà dopo le elezioni, alla luce di riflessioni sul testo definitivo dell’Accordo di programma e sulle proposte per risolvere il rebus energetico.
Al tavolo ministeriale, il titolare del dicastero Adolfo Urso, l’assessore regionale allo sviluppo economico Michele Fioroni, il capo di gabinetto della Regione Federico Ricci e il coordinatore della task force sulle crisi aziendali Giampietro Castano. Nel parlamentino posizionato di fronte alla scrivania del ministro, l’amministratore delegato di Arvedi AST Dimitri Menecali e il direttore delle risorse umane Giovanni Scordo. Non c’è al tavolo l’AD di Finarvedi Mario Caldonazzo, vicepresidente di AST, che aveva detto di considerare il summit come un incontro tecnico di aggiornamento. Collegato anche il dottor Calabrò per il MASE, relativamente al problema dell’energia.

Nell’emiciclo tutti gli altri invitati alla riunione. A cominciare dal sindaco di Terni Stefano Bandecchi, con l’assessore alle attività produttive Sergio Cardinali. Poi la presidente della Provincia di Terni Laura Pernazza. Infine i segretari territoriali di FIM, FIOM, UILM, UGL e FISMIC, Liti, Rampiconi, Lucchetti, Francescangeli e Olimpieri. Nella sala gremita anche altri rappresentanti sindacali e delegati aziendali.

Il team del ministro Urso ha attivato un collegamento in videoconferenza, con in collegamento anche la presidente della Regione Donatella Tesei, per consentire la partecipazione anche di altri soggetti interessati alla discussione. Come i rappresentanti del ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica. A testimoniare la volontà di arrivare a una proposta risolutiva sul tema dell’energia.

Immagini di Valerio D’Alò (FIM CISL)

Tavolo sull’Accordo di programma AST dal ministro Urso: “Al lavoro per l’energia”

 Il confronto odierno sulla AST di Terni ci ha permesso di fare chiarezza rispetto al rilancio del polo di Terni, assolutamente centrale nel piano siderurgico nazionale. Stiamo lavorando in sinergia con tutti gli attori coinvolti: l’azienda ha confermato l’investimento sul piano industriale, con il mantenimento dei livelli occupazionali, grazie al sostegno del Ministero che ha già destinato le risorse, con la piena condivisione di Regione e Comune con cui sono stati già definiti aspetti importanti dell’Accordo di Programma. Ora c’è anche l’impegno comune a individuare una soluzione strutturale per il problema dei costi energetici, in linea con il quadro normativo europeo“.

Lo ha dichiarato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, al termine dell’incontro di oggi. Precisando come nelle prossime settimane proseguirà il lavoro volto a finalizzare l’accordo di programma.

La cronaca della giornata a Palazzo Piacentini sede del MIMIT

Ore 16.50 – Incontro concluso. Niente firma e rinvio a dopo le elezioni
L’AD Menecali e il MIMIT hanno annunciato che la firma dell’Accordo di programma ASt favanti al ministro Urso potrà arrivare solo una volte concluse le valutazioni sulle novità intercorse in sede di tavolo ministeriale. Per la firma tutto slitta a dopo le elezioni Regionali.

Ore 16.35 – In corso gli interventi delle istituzioni e dei sindacati
Continuano i lavori del tavolo ministeriale. La disamina delle questioni in ballo richiede approfondimenti. Sono in corso le audizioni dei rappresentanti istituzionali (Regione Umbria, Comune e Provincia di Terni) e dei rappresentanti delle organizzazioni sindacali dei metalmeccanici.

Ore 16.15 – Bandecchi critico sui continui rinvii: “Istituzioni coerenti, ora l’azienda non tergiversi più”
Il sindaco di Terni Stefano Bandecchi ha rilevato come le istituzioni locali abbiamo fatto la loro parte per arrivare rapidamente, come veniva chiesto dall’azienda, alla firma dell’Accordo di programma. “Tutte le parti dell’intesa tra istituzioni e azienda sono definite – ha detto – da quelle ambientali a quelle industriali e infrastrutturali. Ora è uscito il tema nuovo dell’energia. Ma non si può continuare a rinviare e a tergiversare. Non voglio pensare che ci sia un ricatto verso il territorio e le istituzioni, ma si deve andare rapidamente alla firma e confermare investimenti e piano industriale. L’idea di concorrere con le istituzioni locali alla gara per le concessioni nel 2029 e di acquisire la centrale di Galleto è venuta dal Comune di Terni. Come abbiamo formulato questa proposta, che ora è raccolta da tutti – ha detto con un’iperbolepossiamo allora pensare di acquisire anche l’acciaieria insieme allo Stato“.

Ore 16.00 – La proposta del Governo: prestito ponte, No Paper per per la siderurgia e prezzi calmierati fino al 2029
Il ministro Urso – nell’ambito dell’Accordo di programma AST – ha comunicato la volontà di redigere, come fatto per l’automotive, un NO PAPER sulla siderurgia. Una posizione accolta con estremo favore dalla FIM CISL in una propria nota. In quanto l’attuale meccanismo del CBAM (Carbon Border Adjustment Mechanism) può penalizzare pesantemente le aziende siderurgiche europee. Il dott Calabrò, per il MASE, ha confermato gli impegni del Governo nell’accompagnare il piano di investimenti e la realizzazione dell’Accordo di programma. Non da meno un percorso che assicuri un costo calmierato dell’energia fino al 2029. 

Ore 15.30 – L’intervento dell’AST Arvedi: investimenti confermati anche sul Magnetico (411 milioni)
Ad aprire il confronto la delegazione di Acciai speciali Terni – Arvedi. Riconfermato dall’azienda il piano industriale presentato il 5 febbraio del 2022, in termini di linee guida.
L’AST conferma la volontà di portare a termine gli investimenti così come programmati con 240 milioni impegnati su efficientamento degli impianti, 140 milioni su interventi impiantistici, 27 milioni su elettrolizzatori, 109 su salute e sicurezza, 411 milioni su acciaio magnetico.
Il Governo ha annunciato una rivisitazione del progetto relativo alla ripresa delle produzioni di lamierino magnetico (investimenti sono in corso nello stabilimento Arvedi di Cremona). Anche se l’Azienda, per bocca dell’AD Menecali, ha chiarito che i programmi non cambiano anche se la parte a caldo per la produzione di lamierino sarà fornita da Cremona dove sono in corso investimenti. Annunciato anche un processo nella laminazione a freddo più corto che salta alcune fasi. Resta fermo il nodo dei costi energetici, che non garantiscono la competitività dell’azienda. Che ha confermato anche il quadro globale degli investimenti.
Il tema da risolvere resta quello dei costi di approvvigionamento dell’energia elettrica. Per la quale l’AST paga prezzi molto più alti dei competitor europei e internazionali. E soprattutto delle aziende asiatiche, dalle quali diventa più conveniente approvvigionarsi di bramme che non produrle in proprio nell’area fusoria e a caldo dell’acciaieria.

Le reazioni dei sindacati all’esito del tavolo: “Preoccupazione per i lavoratori, ancora nubi sul futuro”

Immagini di Valerio D’Alò (FIM CISL)

Il primo comunicato a uscire è quello del Segretario nazionale FIM CISL Valerio D’Alò e di quello della FIM Umbria Simone Liti.

Come Fim abbiamo lanciato un allarme al governo – hanno detto -. Queste continue contraddizioni tra le istituzioni locali e le aziende coinvolte non aiutano il confronto e la realizzazione degli investimenti. Anzi, possono solo danneggiare e rallentare i tempi di rilancio e dell’occupazione. Questo si sta verificando a Terni ma anche a Piombino e a Taranto. Tutte situazioni in cui le istituzioni locali e le aziende coinvolte, non lavorano insieme per favorire gli investimenti ma anzi, li penalizzano scaricando di fatto sui lavoratori e le loro famiglie i costi che devono continuare a sopravvivere attraverso gli ammortizzatori sociali. Per questo abbiamo chiesto di definire un percorso che ci porti alla discussione di dettaglio del piano industriale. Anche alla luce delle sue modifiche emerse. E che il Governo eserciti la sua influenza perché le parti coinvolte possano addivenire a un Accordo di programma, con l’obiettivo comune di creare le giuste condizioni di rilancio del sito. Garantendo al contempo le condizioni di sostenibilità ambientale e la piena occupazione con l’utilizzo degli impianti di produzione di laminati, fucinati e tubi“.

Preoccupazione anche da parte del segretario territoriale della FISMIC Confsal Giovacchino Olimpieri. Presente all’incontro col coordinatore AST Marco Bruni e Roberto Roccia delle RSU. “La Fismic Confsal ha espresso forte preoccupazione, poiché, secondo quanto dichiarato dal Ministro, la soluzione strutturale per la stabilità dell’azienda non potrà essere implementata prima del 2029, data in cui vi è la scadenza delle concessioni energetiche. Nel frattempo, il Ministero sta valutando una “soluzione ponte”, ma anche su questo fronte non sono emersi dettagli significativi. La nostra sensazione è che tra le parti ci siano importanti distanze. Come Fismic Confsal abbiamo chiesto con urgenza un nuovo incontro per ricevere maggiori dettagli, ma il Ministro ha informato che, a causa delle imminenti elezioni regionali in Umbria, non ci sarà la possibilità di convocare un nuovo tavolo prima di tale appuntamento elettorale”.

Diamo una valutazione non positiva dell’incontro. L’accordo di Programma per Acciai Speciali Terni registra un nuovo nulla di fatto. Occorre al più presto risolvere le incertezze che da troppi anni colpiscono le condizioni dei lavoratori e impediscono un reale sviluppo del futuro industriale dell’azienda, dell’intero territorio ternano e della siderurgia italiana“.

È quanto dichiarano Il segretario confederale della Cgil Pino Gesmundo, il responsabile nazionale della Siderurgia per la Fiom-Cgil Loris Scarpa, e i segretari generali della Cgil di Terni e della Fiom-Cgil di Terni Claudio Cipolla e Alessandro Rampiconi.

Azienda, Governo e Istituzioni locali – spiegano i dirigenti sindacali – non hanno ancora fissato una data per la conclusione del percorso, e sulla criticità dell’energia, azienda e Governo hanno preso tempo fino al 2029. Prendiamo atto, inoltre, di un rallentamento degli investimenti annunciati nelle linee guida del piano industriale. Riteniamo necessario e urgente che venga aperto finalmente il confronto sul piano industriale – concludono – per garantire i livelli occupazionali e il salario dei lavoratori e delle lavoratrici diretti e dell’indotto“.

Per Guglielmo Gambardella, segretario nazionale Uilm, e Simone Lucchetti, segretario Uilm Terni non si può “sentire parlare di un ridimensionamento sia del piano industriale che del sito ternano, perché questo territorio ha già pagato”.

La Uilm ha richiamato le istituzioni al senso di responsabilità per una rapida soluzione della vertenza da cui dipende il futuro dell’intera città ed il destino di migliaia di famiglie. “Abbiamo, infine, chiesto di poter effettuare un incontro di monitoraggio del piano industriale, in sede aziendale, per verificarne lo stato di attuazione; i rappresentanti di Arvedi hanno già convenuto di incontrarci il prossimo 30 ottobre a Terni – concludono – Ci attendiamo, nel più breve tempo possibile, la convocazione della conferenza dei servizi presso il MIMIT”.