L’arte diventa testimonianza, la piazza un megafono per la memoria. Venerdì 18 luglio, la città di Assisi ospiterà "Parlami di Gaza", una tappa intensa e simbolica di una mostra itinerante che attraversa l’Italia portando con sé le voci e le immagini di chi, dalla Striscia di Gaza, continua a resistere anche attraverso la creatività. L’iniziativa non è soltanto un evento culturale, ma un atto di consapevolezza collettiva, organizzato per sensibilizzare l’opinione pubblica sulle condizioni drammatiche che vive quotidianamente la popolazione palestinese.
In programma alle ore 21.00 nella centrale piazza del Comune, Parlami di Gaza si presenta come un reading ibrido e immersivo: parole, suoni e fotografie si intrecciano per costruire un racconto plurale che sfugge alla retorica e punta dritto al cuore. A dare corpo all’evento saranno tre artisti palestinesi, uniti da una comune esperienza di vita in territori segnati dal conflitto e dalla speranza.
Mervat Alramli, scenografa e autrice residente in Italia ma originaria di Gaza, porterà in scena testi che scavano nel vissuto infantile di una guerra che colpisce prima di tutto i più piccoli. Le sue parole saranno accompagnate dalle musiche di Mohammed Abusenjer, giunto recentemente in Italia, che proporrà brani inediti capaci di evocare paesaggi e emozioni del suo mondo. A chiudere il cerchio, le fotografie di Ahmed Jarboa: scatti realizzati a Gaza, dove l’autore vive e lavora come infermiere, che restituiscono la quotidianità di un popolo costretto a convivere con la paura e la distruzione.
Più che una mostra, si tratta di un'esperienza immersiva che chiede al pubblico di ascoltare, osservare e riflettere. È una narrazione che parte dal personale per farsi universale, svelando il volto umano dietro i numeri della cronaca.
L’evento è patrocinato dal Comune di Assisi, che già da fine giugno ha scelto di esprimere pubblicamente la propria vicinanza al popolo palestinese esponendo la bandiera della Palestina sulla facciata dell’assessorato alle Nazioni Unite. Un gesto politico e simbolico nato a seguito di una videochiamata con il sindaco di Betlemme, città gemellata con Assisi, e condiviso all’unanimità dalla giunta.
Si è voluto così “lanciare un messaggio di solidarietà al popolo palestinese, invocando cooperazione internazionale e dialogo per raggiungere la pace in Terra Santa” ha spiegato il sindaco Valter Stoppini. Non una semplice presa di posizione diplomatica, ma un impegno concreto per far parlare i luoghi della cultura e della fede anche con i gesti della contemporaneità.
A pochi chilometri da Assisi, anche il Consiglio comunale di Perugia si è espresso sul tema con un voto destinato a far discutere. Il 14 luglio è stato approvato, con 19 voti favorevoli, 6 contrari e 3 astenuti, un odg presentato dai capigruppo di maggioranza per chiedere il riconoscimento dello Stato di Palestina. Il documento propone che la Palestina sia riconosciuta come Stato democratico e sovrano nei confini del 1967, con Gerusalemme capitale condivisa, e sollecita l’Italia, l’Unione Europea e l’ANCI a promuovere il cessate il fuoco, la protezione dei civili e il rispetto del diritto internazionale.
Il dibattito in aula ha visto posizioni molto diverse. Lorenzo Falistocco (Avs) ha parlato di "dovere morale", mentre Laura Tanci (Anima Perugia) ha denunciato un "genocidio". Dall'opposizione, Riccardo Mencaglia (FdI) ha criticato il testo per il rischio di legittimare posizioni estreme. Anche Leonardo Varasano (Progetto Perugia) ha espresso perplessità per l’assenza di riferimenti agli attacchi del 7 ottobre e alla sicurezza di Israele.
Il voto del Consiglio comunale di Perugia si inserisce dunque in un contesto regionale che, tra simboli e scelte politiche, sta cercando di elaborare una posizione sulla guerra israelo-palestinese, mostrando come anche i territori locali possano contribuire al dibattito internazionale sulla pace e sui diritti umani.