Ad Assisi un uomo è stato allontanato dalla propria abitazione per ordine del Giudice delle Indagini Preliminari (GIP) del Tribunale di Perugia. L’accusa? Gravi maltrattamenti in famiglia. La polizia di Stato, intervenuta per eseguire l’ordinanza, ha rivelato che il padre obbligava i figli a restare nella cuccia del cane come forma di punizione. Un episodio, questo, che ha sconvolto la comunità di Assisi e che è solo la punta dell’iceberg delle violenze ai danni dei suoi figli.

Indagini e rivelazioni: ad Assisi figli costretti a stare nella cuccia del cane

Le indagini, avviate nel 2021, hanno portato alla luce un quadro inquietante di violenze fisiche e psicologiche ai danni dei minori. L’uomo, giustificando le sue azioni come metodi educativi, sottoponeva i bambini a schiaffi, pugni, strattonamenti e atti di denigrazione. Una delle punizioni più crudeli prevedeva che i figli fossero costretti a stare nella cuccia del cane o in uno sgabuzzino nella casa di Assisi. Con minacce di morte o ulteriori violenze se avessero parlato. Questo comportamento ha instaurato un clima di puro terrore in casa, che ha spinto in ultimo la madre a prendere misure drastiche.

L’atmosfera di paura era tale che quest’ultima, nel tentativo di proteggere i suoi figli, aveva iniziato a dormire con loro. Alla fine, agli inizi di luglio 2024, temendo per la propria sicurezza e quella dei bambini, la donna ha deciso di abbandonare la casa familiare e denunciare la situazione alle autorità. Questo passo coraggioso ha dato il via a una serie di indagini approfondite. Indagini che hanno svelato la verità scoperchiando il clima di violenza e sopraffazione dell’uomo nei confronti della propria famiglia.

Provvedimenti giudiziari: allontanamento e divieto di avvicinamento

Il Giudice delle Indagini Preliminari, riconoscendo la serietà delle accuse e il rischio che l’uomo potesse continuare con i suoi comportamenti violenti, ha emesso un’ordinanza di allontanamento immediato dalla casa familiare. Oltre all’allontanamento, è stato vietato all’uomo di avvicinarsi ai luoghi frequentati dalla moglie e dai figli, e di comunicare in qualsiasi forma con le vittime.

In aggiunta alla misura dell’allontanamento, il giudice ha disposto l’applicazione del controllo elettronico. Tuttavia, l’indagato ha rifiutato questa misura durante l’esecuzione. Di conseguenza, il GIP ha applicato il divieto di dimora nel comune di Assisi come misura alternativa e complementare. Questo divieto impedisce all’uomo di risiedere o frequentare il comune, aumentando così la sicurezza per la sua famiglia.

Ennesimo episodio di violenza dopo quello di Montegabbione

Gli episodi di violenza non sembrano volersi arrestare nemmeno in estate in Umbria. Ne è un esempio non solo il padre di Assisi che puniva i figli mettendoli nella cuccia del cane, ma anche quanto accaduto a Montegabbione lunedì. Qui un uomo di 41 anni, proveniente dalla provincia di Perugia, si è recato presso l’abitazione di un 65enne straniero per chiedere informazioni sul figlio di quest’ultimo. Non soddisfatto delle risposte ricevute, l’uomo ha perso il controllo e ha aggredito la famiglia, sfondando la porta di ingresso con pugni e calci.

L’aggressione non si è limitata all’ingresso forzato nell’abitazione. L’uomo ha minacciato ulteriormente i presenti, tra cui una giovane donna di 29 anni che ha riportato lievi ferite a causa delle schegge di vetro della porta infranta. La situazione è stata rapidamente segnalata alle autorità tramite una chiamata al numero di emergenza 112. I Carabinieri di Montegabbione, con il supporto della stazione di Fabro, sono intervenuti prontamente e hanno arrestato l’aggressore nelle vicinanze dell’abitazione.

Dopo l’arresto, il 41enne è stato trattenuto in camera di sicurezza per la notte. La mattina successiva, durante l’udienza di convalida, il Giudice ha emesso un divieto di dimora per l’uomo nel Comune di Montegabbione, oltre a un’ordinanza che gli impedisce di avvicinarsi alle vittime. Il caso è attualmente in fase di indagine preliminare e, fino a una condanna definitiva, l’indagato è considerato innocente.