Un uomo è stato indagato per maltrattamento verso la compagna, con tanto di diffusione di video privati. E’ successo ad Assisi, in Umbria.

Il trentasettenne in questione è stato accusato di essersi reso protagonista “in modo abituale e continuativo” di vessazioni, aggressioni sia verbali che fisiche, ingiurie e minacce nei confronti della proprio compagna. Non è tutto. secondo gli inquirenti l’uomo avrebbe addirittura diffuso alcuni video che ritraevano la coppia in atteggiamenti intimi e che, come tali, avrebbero dovuto rimanere riservati.

E’ per questo motivo che il commissariato di polizia di Assisi ha dato esecuzione alla misura cautelare del divieto di avvicinamento e di dimora nel comune di Assisi nei riguardi dell’uomo. Il provvedimento è stato disposto dal gip di Perugia.

Assisi, diffama la compagna con video privati

Secondo gli investigatori, il comportamento aggressivo dell’uomo avrebbe indotto la donna a trasferirsi in un’altra abitazione. Tuttavia, il trasferimento non si è rivelato sufficiente a far interrompere la presunta condotta persecutoria che, al contrario, si è protratta nel tempo fino ad aggravarsi e rendere necessario un intervento delle forze dell’ordine.

La Procura di Perugia riferisce, infatti, che l’indagato, pur non vivendo più insieme alla compagna sotto lo stesso tetto, avrebbe continuato a contattarla in modo insistente al telefono. Dall’indagine emerge altresì che l’uomo avrebbe minacciato la donna, dichiarando di avere l’intenzione di diffondere a terze persone alcuni video che li ritraevano in atteggiamenti intimi.

La minaccia si è, in seguito, trasformata in crudele realtà, con la pubblicazione dei suddetti video privati sui canali social, oltre che con il loro invio a terzi.

Gli inquirenti ritengono, inoltre, che l’indagato abbia rivolto il proprio atteggiamento “intimidatorio e persecutorio” anche nei confronti del padre della compagna, al quale avrebbe inviato molteplici messaggi, tra cui minacce di morte.

Accertata la presenza dell’uomo in Sicilia, è stata delegata l’esecuzione al commissariato di Marsala che unitamente al personale del centro operativo sicurezza cibernetica della Sicilia sono riusciti a rintracciare l’uomo, al quale è stato, quindi, notificato il provvedimento.

Episodio simile si recente a Piacenza

Un episodio simile a quello assisano, che riguarda la diffusione di video hard ai danni della compagna, è successo di recente a Piacenza, proprio nello scorso mese di febbraio. Un 28enne piacentino è stato arrestato con l’accusa di stalking nei confronti della sua ex fidanzata. Il giovane, messo in manette dai carabinieri di Busseto, avrebbe pure diffuso video hard che lo immortalavano insieme alla donna in alcuni momenti intimi.

Scendendo nei particolari della vicenda, l’uomo sarebbe finito in carcere per una misura cautelare di divieto di avvicinamento emessa dalla Procura di Bologna. Sarebbe indagato, nella fattispecie, per atti persecutoridiffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti e rapina.

Il provvedimento è scattato in seguito a un’informativa dei carabinieri dopo la querela da parte della donna che “pur non essendo mai ricorsa alle cure dei sanitari – hanno spiegato dall’Arma – ha infatti subito anche diverse aggressioni fisiche, in un crescendo molto preoccupante che, dopo qualche tempo, l’ha convinta a interrompere definitivamente i rapporti”.

Non accettando l’interruzione della relazione, l’ex fidanzato avrebbe, quindi, iniziato a perseguitarla, pedinandola, inviandole messaggi minatori e minacciando costantemente di diffondere immagini e video intimi della coppia, raccolti consensualmente negli anni di relazione al fine, tuttavia, di rimanere privati.

Così, la vittima ha deciso di denunciare l’ex compagno dopo essere venuta a conoscenza, attraverso la testimonianza di amicizie comuni, che l’uomo aveva realmente iniziato a condividere con altre persone immagini dai contenuti particolarmente espliciti.

Dopo aver ascoltato il racconto della giovane, i carabinieri hanno subito redatto un’informativa di reato, mettendo in moto la magistratura. La Procura di Bologna, nel giro di qualche giorno, ha emesso, pertanto, un provvedimento cautelare di divieto di avvicinamento con applicazione del braccialetto elettronico nei confronti del 28enne.