Quando la voce della carità incontra il linguaggio universale dell’arte, può nascere qualcosa di potente. È questo lo spirito che da oltre vent’anni anima “Con il cuore, nel nome di Francesco”, l’evento benefico promosso dai frati del Sacro Convento di Assisi, divenuto un simbolo di solidarietà concreta capace di abbracciare i bisogni più urgenti, in Italia e nel mondo. In un tempo segnato da guerre, crisi umanitarie e crescente povertà, il cuore pulsante dell’Umbria torna ad affermare la centralità del messaggio francescano: farsi piccoli per stare accanto agli ultimi, senza proclami ma con gesti reali.
L’appuntamento è fissato per sabato 24 maggio 2025, quando la maratona di solidarietà andrà in onda in prima serata su Rai1, Rai Radio1 e in streaming su RaiPlay, in diretta dal sagrato della Basilica Superiore di San Francesco. A guidare la serata, ancora una volta, Carlo Conti, volto noto e amato della televisione italiana, chiamato a cucire le trame di un evento che unisce spiritualità, musica e testimonianze di impegno sociale.
L’edizione 2025 non si limita a raccontare il dolore del mondo, ma si impegna ad alleggerirlo. I fondi raccolti attraverso la campagna solidale - attiva dal 22 maggio al 22 giugno con numero solidale 45515 - andranno a sostenere venti progetti in undici Paesi, spaziando dalle mense francescane italiane alle emergenze più gravi, come le conseguenze della guerra in Siria, la povertà in Haiti, la fame in Brasile e altre aree martoriate. Non una semplice beneficenza spot, ma un lavoro costante che i frati portano avanti anche lontano dai riflettori.
Il cuore dell’iniziativa resta profondamente legato all’accoglienza e alla cura delle fragilità umane. Non è un caso che, anche quest’anno, saranno presenti testimoni diretti dell’impegno quotidiano: operatori umanitari, medici, missionari, volontari, insieme a persone che vivono sulla propria pelle le conseguenze dell’emarginazione. La presenza scenica della Basilica, nella sua maestosità medievale, farà da cornice e contenuto, ricordando che la bellezza è uno dei volti più autentici del Vangelo.
A fare da ponte tra la dimensione spirituale e quella operativa, è ancora una volta padre Enzo Fortunato, coordinatore dell’iniziativa e oggi anche presidente del Pontificio Comitato della Giornata mondiale dei bambini. "Vogliamo essere strumento di dialogo e di pace in un mondo in guerra - ha spiegato - e anche quest’anno, con l’evento televisivo e con la raccolta fondi di Con il cuore nel nome di Francesco, vogliamo dare speranza e aiuto per credere fortemente di poter riuscire a dar concretezza al desiderio di Pace tanto invocato da papa Francesco".
La partecipazione è gratuita, ma simbolica: dal 12 maggio, chiunque potrà prenotare il proprio posto sul prato antistante la Basilica attraverso il sito ufficiale (https://registrati.conilcuore.info), con la possibilità di accompagnare la prenotazione a una donazione libera. Un gesto semplice per contribuire, insieme, a una causa che non conosce confini.
Il luogo che ospita la manifestazione non è solo uno sfondo suggestivo: è un protagonista silenzioso e potente. Il Sacro Convento di San Francesco in Assisi rappresenta una delle più alte espressioni architettoniche, religiose e storiche dell’Occidente cristiano. Ma soprattutto è, da secoli, un luogo di accoglienza, cultura e fraternità.
Voluto da papa Gregorio IX subito dopo la canonizzazione del santo nel 1228, il complesso sorse sul Colle dell’Inferno, allora luogo di esecuzioni capitali e rifugio per i lebbrosi. Una scelta emblematica: Francesco d’Assisi, che aveva fatto dell’abbraccio al lebbroso l’inizio del suo cammino di conversione, desiderava essere sepolto lì “dove sonno le forche deli malfactori”. Quel colle, maledetto e marginale, divenne così Colle del Paradiso, cambiato dalla misericordia.
A dirigere i primi lavori fu frate Elia da Cortona, figura discussa ma fondamentale, che ricevette la donazione del terreno per conto del Papa. I primi edifici sorsero accanto alla basilica, divenendo nel tempo il cuore pulsante della vita francescana. L’attuale chiostro maggiore - detto di Sisto IV - e le varie strutture adiacenti (dormitori, refettori, biblioteca, infermeria) furono realizzati nei secoli, con interventi di Papi, re e architetti.