Martedì 29 aprile l'Assemblea legislativa dell'Umbria sarà teatro di un confronto politico ad alta tensione: all'ordine del giorno, la mozione di sfiducia presentata dai consiglieri di opposizione contro la presidente della Regione Stefania Proietti. Un atto destinato a non superare il vaglio dei numeri, ma concepito per riportare al centro dell'agenda politica le divisioni sempre più profonde attorno alla manovra finanziaria regionale.
Il documento, firmato da esponenti di Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e di altri gruppi del centrodestra, nasce dalla dura contestazione contro l'approvazione della cosiddetta "manovra salva Umbria". La presidente del Consiglio regionale, Sarah Bistocchi, è finita nel mirino delle critiche per aver, secondo l'opposizione, ritardato l'iter della mozione con finalità politiche. Ha messo in discussione l'autonomia stessa del Consiglio, ha accusato Eleonora Pace (FdI), prima firmataria dell'atto.
Alla base dello scontro vi è la gestione del bilancio sanitario regionale. Le stime iniziali parlavano di un buco da oltre 200 milioni di euro, poi ridimensionato a 90 e infine attestato ufficialmente a 34. Per la Giunta, la manovra approvata l'11 aprile è stata una scelta necessaria per evitare il commissariamento e garantire il proseguimento delle attività sanitarie pubbliche. "Una manovra necessaria, equa e coraggiosa che tutela le fasce più deboli attraverso l'introduzione, per la prima volta in Umbria, della no tax area per i redditi da zero a 28mila, dove ricadono il 73 per cento dei contribuenti umbri", hanno dichiarato i consiglieri di maggioranza.
Ma l'opposizione non ci sta. Donatella Tesei, ex presidente della Regione, ha parlato di "manovra devastante" e accusato la Giunta di strumentalizzare il tema della sanità per aumentare le tasse. Secondo la minoranza, infatti, il disavanzo non giustificherebbe interventi fiscali così incisivi, soprattutto in un momento economico già difficile. "Per voi sono ricchi quelli che prendono uno stipendio fisso da dipendente", ha attaccato Tesei, puntando il dito contro l'inasprimento dell'Irpef e dell'Irap.
Da qui la mozione di sfiducia nei confronti della presidente della Regione Umbria Stefania Proietti, che si discuterà il 29 aprile all'Assemblea legislativa.
Il pacchetto fiscale, passato con 13 voti favorevoli e 8 contrari, introduce un sistema di addizionale regionale all’Irpef più articolato e progressivo. La cosiddetta no tax area per i redditi fino a 28mila euro interessa circa il 73% dei contribuenti umbri. Oltre tale soglia, è prevista una detrazione di 150 euro, ma le nuove aliquote, fino al 2,1% per i redditi più alti, hanno alimentato il malcontento.
Sebbene la manovra escluda aumenti sul bollo auto e preveda solo dal 2026 una maggiorazione dell'Irap per le imprese, i sindacati e le opposizioni hanno espresso forti perplessità. Le proteste fuori da Palazzo Cesaroni, durante la lunga seduta dell'11 aprile, hanno segnato uno dei momenti più tesi della legislatura.
L'esito della mozione di sfiducia non lascia spazio a sorprese: la maggioranza ha i numeri per respingerla. Tuttavia, il suo valore politico è ben più alto del semplice voto. Il centrodestra ha costruito attorno a questo atto un terreno di scontro permanente, facendo della manovra un simbolo delle scelte ideologiche della Giunta Proietti.
Intanto, la presidente difende il suo operato, sottolineando la volontà di rafforzare la sanità pubblica e costruire un sistema più equo. "Vogliamo restituire agli umbri una sanità pubblica e universale, efficace ed efficiente anche attraverso un controllo puntuale e continuativo della spesa. Lo faremo sempre attraverso la partecipazione e l'ascolto di tutti i protagonisti di questo settore", ha ribadito, annunciando un piano socio-sanitario partecipato.
Ma la battaglia è appena cominciata. A pochi mesi da un passaggio elettorale delicato, l'Umbria si conferma un laboratorio politico dove le fratture ideologiche si giocano non solo sui numeri, ma sul terreno, ben più scivoloso, della fiducia.