09 May, 2025 - 16:30

La Fiom di Terni in assemblea chiede il rinnovo del contratto dei metalmeccanici

La Fiom di Terni in assemblea chiede il rinnovo del contratto dei metalmeccanici

"Il rinnovo dei contratti per tutti i metalmeccanici sarebbe una importante risposta al declino industriale che si sta registrando nel paese e ancor di più a Terni”.

Questo è quanto ha sottolineato la Fiom Cgil di Terni durante la sua assemblea generale, che si è tenuta alla presenza di Loris Scarpa, responsabile nazionale siderurgia Fiom, e di Claudio Cipolla, segretario generale Cgil Terni.

Come ripreso dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella - ha detto nella sua relazione Alessandro Rampiconi, segretario generale della Fiom-Cgil di Terni - nel nostro Paese esiste una vera e propria questione salariale, confermando quello che diciamo da anni. Ovvero che ci sono lavoratori poveri pur lavorando. In questo contesto si inserisce la lotta dei metalmeccanici per il rinnovo del Contratto collettivo nazionale di lavoro e anche a Terni gli scioperi articolati sono stati partecipati e utili a fermare le produzioni in tutta la provincia. L’attuale fase di stallo dovuta al rinnovo delle cariche direttive di Federmeccanica e Unionmeccanica non fermerà certo la volontà dei metalmeccanici di riconquistare i tavoli di trattativa per il contratto, negati dalle controparti". 

Un ampio dibattito interno al sindacato metalmeccanico della CGIL che ha toccato anche il quadro politico internazionale

Dopo la relazione di Alessandro Rampiconi si è sviluppato dunque un ampio e articolato dibattito sull’attuale fase politico-sindacale

Secondo la Fiom Cgil di Terni, che va in controtendenza nella sua analisi rispetto ai dati recentemente diffusi dall'Istituto Tagliacarne e analizzati dal Comune di Terni, nella provincia ternana, al netto di pochissime eccezioni prevalentemente legate al militare e alla difesa, tutte le aziende si caratterizzano per chiusure, contrazioni di mercato e cassa integrazione con ripercussioni negative su occupazione e salario dei lavoratori. 

"Emblematico è il settore dell’automotive con le specificità della filiera del tubo, tema che abbiamo posto ormai da tre anni e che non trova soluzioni - hanno evidenziato nel dibattito i delegati Fiom Cgil -. Auspichiamo che il tavolo regionale per il settore, aperto il 16 aprile 2024, possa entrare nel vivo della discussione per trovare le giuste misure a sostegno. Inoltre auspichiamo che la proprietà di Acciai Speciali Terni possa recepire la richiesta delle organizzazioni sindacali di discutere in azienda il dettaglio del piano industriale che, pur mantenendo il contesto iniziale, è stato sostanzialmente modificato nella misura, nelle tempistiche e negli asset impiantistici".

Insomma, per la Cgil ternana e per i metalmeccanici serve una discussione sull’impatto occupazionale dei diretti, dell’indotto e dei somministrati per valutare se il tenore degli investimenti rappresenta un vero sviluppo per il sito e l’intero territorio. Non sono mancati poi interventi sugli scenari geopolitici e sulla situazione politico-economica internazionale.

La guerra – è stato sottolineato nel dibattito – ancora incombe sulle dinamiche socioeconomiche e penalizza le classi più deboli. Oltre alla guerra in Ucraina e il genocidio in atto in Palestina, oggi, si aggiunge il rischio di una nuova guerra nucleare tra India e Pakistan. Il quadro di incertezza è aggravato anche dalla politica dei dazi del nuovo presidente americano che inevitabilmente condizionerà volumi e mercati”. 

In assemblea anche la questione referendaria, con 50 assemblee nelle fabbriche del territorio fino al 5 giugno

L’assemblea generale della Fiom-Cgil di Terni è impegnata in questo mese di campagna elettorale per i 5 sì ai referendum per il lavoro e la cittadinanza del’8 e 9 giugno 2025, sia nello svolgere il calendario di oltre 50 assemblee dal 12 maggio al 5 giugno 2025, sia nell’adesione e militanza nei tanti comitati territoriali e in quello aziendale di Ast.

Siamo in una fase in cui – concludono da Fiom Cgil Terni – la partecipazione al voto è sempre minore nelle elezioni politiche e amministrative e i referendum possono riaccendere anche alcuni processi democratici. Per questo è semplicemente scandaloso che coalizioni di governo che rappresentano poco più del 26 per cento dell’elettorato invitino a non votare ai referendum, alimentando la sfiducia e il qualunquismo. Stop ai licenziamenti illegittimi, più tutela per i lavoratori delle piccole imprese, riduzione del lavoro precario, più sicurezza sul lavoro, più integrazione con la cittadinanza italiana, saranno possibili solo con un protagonismo dei lavoratori, delle lavoratrici, dei cittadini e delle cittadine”.

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Federico Zacaglioni
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