Un progetto della CNA Umbria sull’artigianato di qualità come driver di sviluppo del turismo in Umbria. Un settore in grande salute, che è decollato dopo il Covid. Ma che secondo gli artigiani regionali, che hanno presentato un’indagine del Centro studi Sintesi, legandosi alle produzioni tipiche potrebbe davvero mettere le ali.

In dieci anni il turismo umbro è cresciuto a doppia cifra ed è ormai oltre i livelli pre Covid – ha affermato Michele Benemio, presidente regionale di CNA Turismo e Cultura -. Ma c’è ancora molto lavoro da fare sui tempi di permanenza media dei visitatori e sulla destagionalizzazione degli arrivi. Noi pensiamo lo si possa fare puntando su nuovi attrattori, tra cui le produzioni artigianali di qualità. Per questo abbiamo messo a punto il progetto Umbria Artigianato Unico”.
Parole chiare, pronunciate durante la presentazione della ricerca sull’evoluzione del movimento turistico presentata a Perugia alla presenza dell’assessore regionale Paola Agabiti.

Artigianato nuovo “attrattore” per il turismo regionale insieme ai driver storici

Tra il 2013 e il 2023, e in particolare nell’ultimo triennio, l’Umbria ha registrato ottime perfomance di crescita in termini di arrivi e presenze – ha continuato Benemio -. Sicuramente hanno contribuito in modo determinante le azioni di promozione del brand Umbria e l’impulso all’aeroporto San Francesco di Assisi impressi dall’assessorato regionale. È grazie alla promozione dell’immagine dell’Umbria in Italia e nei paesi target esteri che molte persone hanno deciso di venire a vedere le bellezze. E hanno conosciuto i nostri borghi, la natura, il misticismo dei cammini, la qualità dei festival. Hanno apprezzato l’enogastronomia di cui siamo capaci. La strada è quella giusta: per fare ancora meglio dobbiamo investire nei nostri attrattori”.

I dati presentati dalla responsabile regionale CNA Turismo e Cultura, Marina Gasparri, segnalano una crescita di tutti gli indicatori. “Resta però una zona d’ombra per il turismo umbro: quella dei giorni di permanenza media. Che in questi dieci anni sono rimasti fermi a 2,3 giorni per i turisti italiani e a 3,3 giorni per i turisti stranieri”, ha concluso Gasparri.
Sulla scorta di questi dati, CNA Umbria ha presentato il progetto UAU (Umbria Artigianato Unico). Incentrato sul binomio turismo-artigianato e sulla capacità di attrarre nuovi flussi turistici attraverso la valorizzazione dell’artigianato e delle produzioni tipiche.

Manufatti artigiani di qualità come parte integrante del brand turistico regionale

Le botteghe artigiane e le produzioni artigianali in generale, insieme all’enogastronomia, contribuiscono a rendere l’Umbria un territorio unico – ha affermato Barbara Ferrier, che ha illustrato sinteticamente UAU -. Produzioni sartoriali, gioielli, lavorazioni in ferro, ceramiche artistiche e tante altre espressioni del saper fare artigiano possono dare un contributo importante allo sviluppo del turismo, diventando parte integrante del brand regionale. Sta a noi organizzarle in modo che diventino vera e propria esperienza di scoperta turistica dei vari territori e delle diverse eccellenze”.

I consumatori, in particolare i giovani, cercano prodotti nuovi, unici e soprattutto personalizzabili – ha dichiarato Ciro Schiaroli, artigiano del settore fashion -. Il manufatto artigianale piace proprio perché può essere creato su misura, diventando pezzo unico. Per le imprese artigiane il turismo rappresenta un mercato di grandi opportunità, in un rapporto di scambio reciproco: accogliere il turista nella propria bottega, mostrare il prodotto potendolo anche raccontare è una bella operazione di marketing, ma al tempo stesso la visita alla bottega diventa turismo esperienziale e motivo di visita di quel preciso borgo, dove il turista altrimenti non sarebbe venuto. Il tutto amplificato dal digitale, che aiuta le imprese di piccole dimensioni ad arrivare su tutti i mercati, e i turisti a preparare il viaggio e a scegliere gli itinerari”.

I ristoranti possono diventare una vera e propria vetrina per l’artigianato – ha dichiarato Paolo Ercolani, proprietario di un locale a Spello e membro del direttivo regionale di CNA Turismo e Cultura -, valorizzando tutta la filiera locale e diventando il biglietto da visita di un intero territorio e delle sue produzioni, che rischierebbero altrimenti di non essere conosciute. Un motivo in più per visitare l’Umbria e rimanerci più a lungo”.

I NUMERI DEL TURISMO IN UMBRIA
(fonte indagine Centro Studi Sintesi)

  • Arrivi e presenze cresciuti più della media nazionale in 10 anni + 21% e un +19%
  • Nel 2023 gli italiani rappresentano il 65% delle presenze turistiche in Umbria
  • Maggiori visitatori Lazio, dalla Lombardia i tassi di crescita maggiore (+ 36% nel 2023 rispetto al 2013)
  • Stati Uniti, Germania e Paesi Bassi che insieme esprimono il 37% delle presenze estere. Significativo incremento del movimento dalla Polonia
  • Il 52% del movimento turistico si concentra ancora tra giugno-settembre, a crescere di più sono le presenze nei restanti otto mesi (+25% rispetto al + 15% delle presenze estive)
  • Assisi e Perugia sono le città più visitate, ma i flussi turistici nei comprensori ternani evidenziano una buona crescita. Unica eccezione, la Valnerina, per effetto del sisma del 2016.
  • Il turismo extra-alberghiero cresce di più di quello alberghiero in termini di arrivi, ma registra un arretramento in termini di permanenza media.
  • Le strutture extra-alberghiere aumentano (+89% negli anni 2013-2023)
  • La ricettività alberghiera si contrae (-21% negli stessi dieci anni).
  • Ottimi i risultati dell’ aeroporto: con gli oltre 532mila passeggeri del 2023, la crescita in questi anni è stata del + 147%, contro la media nazionale del 37%.
  • Più di 2/3 dei passeggeri transitati per l’aeroporto erano su voli internazionali