Che l’artigianato umbro stesse vivendo una lunga fase di buio lo si sapeva dai dati anticipati da Tag24 Umbria su elaborazioni della CGIA di Mestre, ma ora si intravede almeno l’opportunità dell’IGP per i prodotti artigianali. E forse fa più notizia questa iniezione di fiducia per le imprese del settore, che potranno utilizzare una nuova certificazione.
Protezione territoriale in arrivo, dunque, per prodotti come le ceramiche di Deruta, il ferro battuto di Assisi, la lavorazione del cachemire nell’Alta Umbria o l’arte del mobile di Città di Castello. E si potrebbe arrivare a certificare persino l’acciaio ternano, o il lavoro degli ebanisti del Polo Nautico e quello dei membri del Polo Aerospaziale. Come già per i prodotti agroalimentari, infatti, c’è l’opportunità di ottenere il marchio di Indicazione Geografica Protetta (IGP) anche per prodotti artigianali e industriali.
Le IGP per i prodotti artigianali ed industriali, informa la Camera di commercio dell’Umbria, sono state disciplinate dal Regolamento (UE) 2023/2411, entrato in vigore il 16 novembre 2023. Che ha introdotto in tutti gli Stati membri regole certe ed omogenee. Il tutto per proteggere ed elevare la qualità dei prodotti artigianali e industriali in tutta l’Unione europea.
I requisiti previsti per il riconoscimento dell’IGP di prodotti artigianali e industriali sono i seguenti:
- devono essere originari di un luogo, di una regione o di un Paese specifico;
- all’origine geografica deve essere essenzialmente attribuibile una determinata qualità, una reputazione o altra caratteristica peculiare;
- almeno una delle fasi di produzione deve svolgersi in una zona geografica delimitata.
Mentre crolla il numero di addetti e imprese dell’artigianato arriva l’opportunità dell’IGP per i prodotti
Il nuovo titolo di proprietà industriale sarà valido in tutta l’Unione europea. Estenderà ai prodotti artigianali e industriali la stessa tutela prevista per le indicazioni geografiche protette nel settore agroalimentare. E consentirà di promuovere a livello internazionale i territori e le produzioni locali e regionali. Previsti anche contributi per le associazioni di produttori. E per le spese di consulenza di carattere tecnico, sostenute per la predisposizione del disciplinare di produzione dei prodotti industriali e artigianali tipici.
Domande a partire dal 16 settembre 2024 ed entro le ore 13 del 31 ottobre 2024.
Intanto il settore dell’artigianato fa i conti con la sua lunga notte. Come dicevamo, la Camera di Commercio dell’Umbria ha diffuso i dati del decennio. In Umbria sono sparite 3.018 aziende, portando la percentuale delle imprese artigiane attive sul totale delle imprese dal 10,2% del 2014 al 7,2% del 2024.
Gli addetti totali in Umbria sono scesi da 55.653 del secondo trimestre 2014 ai 50.317 dello stesso trimestre 2024 (-5.336). Con una contrazione del 9,6%, decisamente inferiore al -13,5% fatto segnare nello stesso periodo dal numero delle aziende artigiane.
Un po’ di luce in fondo al tunnel: le aziende crescono di dimensione e gli addetti dipendenti tornano in crescita
C’è tuttavia anche qualche luce in fondo al tunnel della notte dell’artigianato, oltre al riconoscimento dell’IGP per i prodotti. Come il fatto che gli addetti dipendenti sono addirittura cresciuti. E ciò significa che, in media, nel decennio è aumentata del 4% la dimensione delle aziende artigiane. Il che è segnale di irrobustimento del tessuto produttivo artigiano umbro, Meno aziende, insomma, ma un po’ più robuste di prima.
Altro elemento positivo la sostanziale tenuta, nell’intero decennio, delle imprese artigiane femminili, sia in termini di numero di aziende che di addetti. O, ancora, la tenuta degli addetti dipendenti delle aziende artigiane giovanili negli ultimi cinque anni, dopo la pesante flessione dal 2014 al 2019.
Mencaroni (Camera di Commercio dell’Umbria): “Cogliere opportunità del marchio IGP per i prodotti”
Per Giorgio Mencaroni, presidente della Camera di commercio dell’Umbria, le aziende artigiane sono di grande importanza per la crescita di qualità della regione.
“Pensiamo, a mo’ di esempio – aggiunge -, a quanto sta avvenendo da anni in Umbria nel tessile. Dove marchi di grande risonanza insediano parte delle proprie produzioni nella regione. Anche perché trovano quelle competenze, quei saperi artigianali tramandati con cura che non è facile trovare. E ciò vale per molti altri settori. Si tratta quindi non solo di un fatto culturale e di tradizione, motivazioni che da sole varrebbero il sostegno al mondo dell’artigianato, ma anche di vere e proprie possibilità di sviluppo economico e sociale all’insegna della sostenibilità, anche sociale. Senza il mondo dell’artigianato, o con un mondo dell’artigianato molto debole, sarebbero tante le opportunità che l’Umbria perderebbe, anche in termini di coesione sociale“.
Per questo la Camera di commercio è molto attenta a questo mondo. Cercando di coglierne le istanze e di dare risposte concrete. Con l’obiettivo di spingere a mantenere e aumentare la qualità del tessuto produttivo artigiano.
“È per questo che il report dell’Ente camerale sulle aziende artigiane – continua Mencaroni – aiuta a centrare gli interventi. In questo contesto, va evidenziata l’importanza della possibilità delle Indicazioni geografiche protette (IGP) per i prodotti artigianali e industriali. L’Umbria deve essere protagonista di questa opportunità e la Camera spingerà su informazione e azione per favorire la partecipazione delle imprese, di concerto con il Ministero delle Imprese e del Made in Italy“.