Tre mostre, tre luoghi emblematici, un unico filo rosso che attraversa il tempo e lo spazio: la speranza, non come emozione fragile o vaga aspettativa, ma come postura interiore, come scelta radicale di fiducia nel futuro, nella luce, nel senso.
È questo il cuore pulsante di "Ars Sacra", il progetto espositivo che Gubbio accoglie dal 29 marzo al 27 aprile, in pieno anno giubilare, attraverso un ciclo di mostre curate dal prof. Giammarco Puntelli, promosse dalla Chiesa Eugubina e dall’associazione culturale La Medusa, in collaborazione con il Comune di Gubbio.
L’inaugurazione ufficiale dei tre percorsi espositivi è in programma per sabato 29 marzo, alle ore 16 nella Sala degli Stemmi di Palazzo Pretorio, in Piazza Grande. Da lì partirà un cammino nell’arte e nel sacro, che si snoderà tra il Palazzo del Bargello, la chiesa di Santa Maria Nuova e la Galleria Lucarelli, in una trama di linguaggi differenti ma con un unico messaggio: dare forma al sacro, rendere visibile l’invisibile.
La prima delle tre mostre, intitolata “Umiltà e Grazia”, è ospitata nel suggestivo Palazzo del Bargello. Protagoniste sono le opere del maestro Mario Dall’Acqua, artista storicizzato, la cui pittura si distingue per un’intensità lirica che si nutre di spiritualità e contemplazione.
Le sue tele raccontano la speranza nei volti di Cristo, negli episodi evangelici, ma anche nei gesti semplici degli umili di oggi. Ogni quadro è materia che si fa preghiera, colore che diventa parabola, con una delicatezza che trasforma la tela in un incontro tra carne e spirito.
Attraverso le pennellate di Dall’Acqua, il Vangelo entra nel quotidiano, e lo trasfigura, rivelando come l’umiltà sia già grazia, e la grazia, speranza.
Nel cuore di uno dei luoghi più carichi di spiritualità della città, la chiesa di Santa Maria Nuova, prende vita la seconda mostra: “La Speranza non delude”, dedicata alla Via Crucis del maestro Serafino Valla.
Si tratta di un ciclo già esposto in spazi di alto rilievo spirituale come il santuario de La Verna e il Museo Pasquino Crupi di Reggio Calabria. Qui, la croce non è solo simbolo di dolore, ma anche e soprattutto sorgente di redenzione e promessa di riscatto.
Le quattordici stazioni di Valla non indugiano nel patetico, ma offrono una visione universale, fatta di rigore simbolico e di intensa interiorità. Ogni caduta diventa possibilità di rialzarsi, ogni ferita una soglia di guarigione.
Questa Via Crucis artistica e meditativa è un invito a guardare il dolore non come fine, ma come inizio. Una croce che, prima ancora di essere segno di passione, è apertura alla speranza di tutti gli uomini.
La terza tappa del percorso “Ars Sacra” si colloca nella Galleria d’Arte Lucarelli, dove le artiste Federica Marin ed Enrica Mazzucchin propongono la mostra “La Luce dell’Amore”.
Una riflessione al femminile sulla speranza come gesto etico, come scelta di condivisione e costruzione del futuro. Le opere delle due autrici non propongono una visione consolatoria, ma pongono domande profonde sulla frammentazione del presente, suggerendo che solo nell’incontro con l’altro si può intravedere una via di salvezza.
L’arte diventa qui spazio di relazione, soglia di apertura, grembo di un nuovo umanesimo. Le opere non parlano solo di fede, ma anche di empatia, memoria, riconoscimento reciproco.
Un messaggio che si inscrive perfettamente nello spirito del Giubileo, come tempo di rigenerazione e di nuovo sguardo sul mondo.
In parallelo al ciclo di mostre “Ars Sacra”, Gubbio accoglie il 29 e 30 marzo un’altra iniziativa significativa: “Primavera in bottega”, a cura di Archivio delle Mani Maestre e Gypsea Bottega d’Arte, in collaborazione con la Diocesi di Gubbio e l’associazione La Medusa.
L’evento si svolge tra la bottega Gypsea e la chiesa di San Giuliano, e propone un dialogo tra sacro, arte e sostenibilità, attraverso laboratori creativi di upcycling, percorsi espositivi e momenti di riflessione.
Oggetti di culto, arredi liturgici, tessuti e materiali antichi acquisiscono nuova vita, rielaborati nel segno del riuso artistico e della memoria attiva. È un’arte che rispetta il passato ma lo rigenera, ponendo al centro il valore simbolico e l’impegno etico.
Il programma si aprirà sabato 29 marzo alle ore 11, con una riflessione sul valore dell’arte devozionale e sulle sue possibilità di reimpiego nel contemporaneo. A guidare il pubblico in questo viaggio tra significato e bellezza saranno Elisa Polidori e Paolo Salciarini, che condurranno un percorso tra oggetti sacri e arte partecipata, offrendo chiavi di lettura capaci di unire il passato e il presente.
Questi appuntamenti non sono semplici eventi artistici, ma occasioni di sosta, ascolto e riflessione. In un mondo dominato dalla frenesia dell’immagine e dalla superficialità del consumo culturale, “Ars Sacra” e “Primavera in bottega” invitano a rallentare, a porsi domande, a riattivare lo sguardo.
“L’arte, quando non cede all’urgenza dell’apparire, diventa forma del senso. Soglia dell’Oltre.”
È questo il messaggio che emerge da ogni luogo del percorso: che sia un dipinto, una stazione della croce, un’opera contemporanea o un oggetto rielaborato, l’arte può ancora custodire lo spazio della speranza, rendere visibile l’invisibile, parlare al cuore degli uomini.
Con il progetto “Ars Sacra”, Gubbio si conferma luogo privilegiato di spiritualità, cultura e sperimentazione, capace di accogliere proposte artistiche di alto livello e, allo stesso tempo, di rispondere alle domande profonde del nostro tempo.
Dal silenzio delle chiese alla luce delle gallerie, dal gesto pittorico al lavoro artigiano, tutto concorre a creare un ecosistema dell’anima, dove l’arte non è evasione, ma testimonianza viva.
Per chi cerca bellezza, significato e profondità, l’appuntamento è a Gubbio. Tra il 29 marzo e il 27 aprile, tre mostre e un solo messaggio: la speranza è ancora possibile. E ha bisogno di essere vista, toccata, condivisa.