Lo stop del forno walking beam, che aveva tenuto tutta l’area a caldo di AST col fiato sospeso per il rischio di una lunga fermata, è terminato sabato notte. Le squadre dei tecnici di manutenzione, coadiuvate da professionisti specializzati in questo tipo di impianti, sono infatti riuscite a rimettere in azione il forno che opera un passaggio essenziale prima delle operazioni successive, come la forgiatura e la laminazione a caldo.
L’impianto walking beam, infatti, è impiagato nel ciclo integrato dell’area a caldo di AST per preriscaldare le bramme destinazione alla laminazione. “A seguire la riparazione – si legge in una nota dell’azienda – è ripartita anche la produzione del laminatoio a caldo“.
Nei giorni scorsi l’azienda aveva anticipato la fermata prevista per questa settimana. E il presidente Giovanni Arvedi aveva deciso che i lavoratori interessati dalla fermata, qualora non impegnati in attività nei reparti, anziché essere collocati in cassa integrazione fossero remunerati con ore di permesso retribuito.
Fermata dell’area a caldo AST, per la FIOM permangono problemi con la cassa integrazione per l’indotto
“Purtroppo permangono tutte le motivazioni della cassa integrazione ordinaria prevista dal 24 al 30 settembre 2024 – afferma il segretario della FIOM Cgil di Terni, Alessandro Rampiconi -. Abbiamo apprezzato la decisione del cavalier Arvedi, visto l’accaduto, di garantire il salario dei lavoratori fino alla fine del mese di settembre e di riconoscere permessi retributivi in subordine all’ammortizzatore sociale. Come FIOM Cgil di Terni, però, registriamo che una parte dei lavoratori dell’indotto dovrà vedersi confermata la cassa e la relativa decurtazione economica“.
Secondo il sindacato, il futuro del sito ternano non si definirà su quanta cassa integrazione si dovrà fare. A prescindere, dunque, dalle motivazioni produttive o dai costi dell’energia, il focus è sulle prospettive industriali e di mercato nelle produzioni di eccellenza quali Inox, fucinati e tubi.
“Spetta ad azienda, Governo e istituzioni locali – conclude Rampiconi – trovare le soluzioni in tempi rapidi e non più rinviabili per la chiusura dell’Accordo di programma. E mettere a terra definitivamente il piano industriale“.
Alla GAP, società dell’indotto AST, niente accordo coi sindacati sulla sicurezza
“Ci riserviamo di intraprendere qualsiasi iniziativa a tutela della salute e sicurezza dei lavoratori“.
Si conclude così la nota delle segreterie territoriali e delle RSU di FIM, FIOM e FISMIC, dopo il mancato accordo con la direzione aziendale della GAP. La società del gruppo Piantoni, che opera nell’indotto AST, ha infatti preso tempo rispetto alla piattaforma di richieste presentata dai sindacati.
“Come organizzazioni sindacali – spiega la nota – riteniamo insoddisfacente l’esito della trattativa. Siamo preoccupati per le possibili ripercussioni sulla sicurezza degli operatori GAP. Soprattutto per come si sta affrontando il problema della pavimentazione tramite l’utilizzo delle bramme. Esortiamo la GAP e soprattutto l’AST, avendo quest’ultima deciso di fare la prova dell’utilizzo delle bramme invece che una nuova pavimentazione in cemento, di procedere con dei lavori definitivi il prima possibile“.
I sindacati dei metalmeccanici avevano richiesto chiarimenti sui parametri adottati dall’azienda per il pagamento dell’ultimo premio di risultato condiviso. Affinché sia l’azienda sia i lavoratori potessero usufruire della tassazione agevolata. Altra richiesta quella di una procedura aziendale per bagnare tutto il materiale polveroso del parco rottami. Nella piattaforma anche soluzioni per abbattere la polvere nel reparto Ex Rid (caricamento silicio). Inoltre sono state reclamati interventi manutentivi nei bagni degli spogliatoi. E un sistema di regolazione dell’ingresso e della circolazione dei camion all’interno del parco rottami. Infine i sindacati avevano espresso perplessità sull’uso di bramme per riparare le buche al parco rottami e chiarimenti sulla cassa integrazione.
L’azienda si è impegnata a ripristinare i bagni dello spogliatoio e a fornire maschere più efficienti all’Ex Rid. Confermate le procedure di sicurezza quando circolano troppi camion e gli operatori prcepiscono pericolo. Per tutto il resto l’azienda si è riservata di fare valutazioni interne per poi ridiscutere più avanti con i sindacati.