Archeo Design 2024 : iprototipi sono stati realizzati dagli allievi dell’Accademia “Vannucci” grazie al progetto portato avanti con i Musei nazionali di Perugia e il MANU, dove resteranno esposti fino al 7 ottobre. Dai beauty case in plexiglass ai profumatori d’ambiente, dai brucia incensi ai fermacapelli, ai profumatori portatili, fino ai rasoi eterni. Sono una ventina i pezzi realizzati dai giovani designer dell’Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci” di Perugia per la seconda edizione di Archeo Design. Prototipi ispirati ai reperti del MANU che coniugano la funzionalità con l’aspetto decorativo.
Archeo Design 2024, oggetti iconici che diventano pezzi di design
Un progetto, iniziato nel 2022, che si inserisce nell’ambito della più ampia collaborazione con i Musei Nazionali di Perugia, Direzione Regionale Musei Umbria, in particolare il Museo Archeologico Nazionale, dove è stata appunto inaugurata la mostra che resterà aperta fino al 7 ottobre. L’evento del taglio del nastro è stato celebrato alla presenza del direttore dei Musei, Costantino D’Orazio, della direttrice dello stesso Museo, Tiziana Caponi, della direttrice dell’Accademia, Tiziana D’Acchille, nonché dalle docenti referenti del progetto portato avanti dal Triennio del corso di Design, la prof. Elisabetta Furin (coordinatrice del Dipartimento di Progettazione e Arti Applicate) e la prof. Maddalena Vantaggi (coordinatrice del biennio di Progettazione sostenibile).
Una presentazione, le cui conclusioni sono state affidate ad Andrea Pascucci, presidente ADI Umbria, l’Associazione per il Disegno Industriale. Una collezione che reinterpreta gli antichi arredi e gli oggetti usati dagli Etruschi per la cura del corpo, riproposti in stile contemporaneo, con materiali naturali, che li rendono in gran parte strumenti o accessori ecosostenibili.
“Nell’ambito della nostra visione di partecipazione e di coinvolgimento – ha sottolineato Costantino D’Orazio – abbiamo accolto con piacere la collaborazione con l’Accademia di Belle Arti per il progetto Archeo Design, consapevoli che il valore della ricerca, alla quale siamo chiamati, si declina soprattutto nell’apertura verso forme inedite di indagine e di restituzione del nostro patrimonio, con predilezione per la prospettiva che le nuove generazioni sanno donarci”.
Una sinergia condivisa anche dalla Direttrice del Manu, come spiega Tiziana Caponi: “la collaborazione con l’Accademia di Perugia, per il nostro Istituto e per le persone coinvolte, è foriera di stimoli e spunti. Nell’ambito di questa esperienza, in particolare, è offerta ai giovani designer la possibilità di ispirare le loro opere a quelle dell’antichità, attraverso il confronto visivo con reperti. Questo accostamento permette di valorizzare il patrimonio materiale del Museo e di rimettere in circolo, in un quadro articolato e vivacissimo come è quello della società contemporanea, modelli figurativi ed immagini del tutto inaspettate”.
Dopo il saluto del Presidente dell’Accademia, Mario Rampini, ad evidenziare l’importanza dell’intesa, è stata la direttrice dell’istituto di alta formazione artistica, ormai statale. “La collaborazione con il Museo Archeologico – ha evidenziato Tiziana D’Acchille – offre agli studenti dell’Accademia un’occasione unica per studiare e analizzare oggetti della quotidianità del mondo antico, restituendone una versione contemporanea. Si tratta di una metodologia di ricerca nel campo del design sostenibile che accoglie la lezione degli anonimi ‘progettisti’ di civiltà remote che avevano, comunque, elaborato modelli sulla base delle esigenze di massima funzionalità dell’epoca e che oggi ci consentono di dare vita a un progetto vitale e originale, per il quale ringrazio la Direzione dei Musei, le professoresse coordinatrici del progetto e tutti gli studenti che hanno partecipato”.
Una sinergia tra due importanti istituzioni culturali dell’Umbria, condivisa anche dal Presidente Mario Rampini, che in prima persona ha traghettato negli anni la ripresa e la statizzazione della “Vannucci”, cambiandone radicalmente le sorti. Rampini ha, dunque, espresso “grande soddisfazione per gli importanti traguardi raggiunti oggi dall’Accademia, sia sotto il profilo della didattica che della ricerca, ma soprattutto della grande ripresa nel numero delle iscrizioni, segno del crescente appeal dell’Accademia”.
“Archeo Design nasce come metodologia progettuale che mette in relazione la disciplina del design con quella archeologica – hanno spiegato le professoresse Elisabetta Furin e Maddalena Vantaggi – Il progetto contemporaneo diventa uno strumento di rilettura della cultura antica per innescare nuove riflessioni. Lo studio approfondito del passato offre infatti l’opportunità di tratteggiare i contorni di un futuro più sostenibile non solo dal punto di vista ambientale, ma anche e soprattutto umano e culturale. Attraverso questi progetti che rileggono il passato, nella frenesia della nostra quotidianità il design ci invita a recuperare ritmi di vita lenti e consapevoli, più in sintonia con quelli della natura, per una connessione autentica con noi stessi e con uno stile di vita più sostenibile”
Il progetto. Dopo la prima edizione dedicata allo studio del convivio etrusco, gli allievi del triennio di Design dell’ABA questo anno si confrontano con i riti e gli strumenti dedicati alla cura del corpo, altro aspetto fondamentale della cultura antica. La civiltà etrusca era nota per la sua eleganza e per i suoi gusti raffinati: donne e uomini prestavano in egual modo grande cura al loro aspetto fisico, espressione di un “decoro” inteso come consapevolezza del proprio valore. Attraverso lo studio degli oggetti e dei gesti di cura, gli Etruschi ci raccontano l’importanza del recupero di una connessione più profonda con il nostro essere, con il nostro ritmo interiore e la sua natura.
Nello specchio del passato possiamo infatti ritrovare un invito a migliorare il nostro presente. Nella cultura della cosmesi e della skincare etrusca, risulta estremamente attuale il ricorso a materie prime naturali, cosmetici vegetali ( ndr. oggi si definirebbero vegani), detergenti solidi e biodegradabili, contenitori ricaricabili “refill” e strumenti riutilizzabili per ridurre l’impatto ambientale. Tra i prodotti realizzati dai giovani designer, in collaborazione con artigiani e aziende, troviamo profumatori per accompagnare i momenti della cura, per esaltare l’aspetto rituale dell’uso di fragranze, nonché set da massaggio per condividere con altre persone momenti di relax e di scambio.
I beauty-case progettati dagli studenti per la casa contemporanea, come in quella antica, diventano oggetti d’arredo con i quali esporre e non più nascondere gli strumenti della cura. Infine, piccoli accessori e complementi, da indossare o da esibire come moderni amuleti, coniugano la funzionalità con l’aspetto decorativo. In mostra, accanto ai progetti degli allievi, anche l’edizione speciale della collezione “Magna Graecia”, realizzata durante un workshop in collaborazione con il designer Antonio Aricò e l’azienda Seletti.
Questi i giovani, studenti del corso di Design, Progettazione Artistica per l’Impresa, che hanno realizzato gli oggetti:
Benedetta Bizzarri, Luca Cassano, Rongjun Chen, Zhihang Chen, Duan Yingjie, Alessia Falconi, Feng Yuan Yuan, Aurora Fioravanti, Gao Huan, Geng Xinyi, Gong Zheng, Gu Tianle, Sofia Gugliotta, Guo Jiajia, Guo Songyu, Hu Junyi, Jiang Jiawei, Maria Francesca Lazzari, Li Songyu, Liu Chengxun, Ma Peizhi, Valentina Merlini, Niu Taidong, Sara Palleschi, Peng Jing, Irene Porretta, Qiu Xue Yang, Ines Quacquarini, Alessio Rovella, Alice Serafini, Francesco Sorrentino, Sun Jiadong, Federica Urbano, Stefania Urbano, Ambra Vitali, Wang Dongyu, Wang Zhongyue, Wang Ziyi, Wei Jiang, Wen Xin, Wu Anqi, Xia Hedi, Yang Zhong Jin, Zhang Ce, Zhang Jichao, Zhang Zaiguang, Zhao Hongyang, Zheng Junjie, Zhong Chuqiu, Zhou Yanyang, Zou Jiu Jiu.
Orari per accedere al Museo: dal martedì alla domenica dalle ore 8.30 alle ore 19.30 ; chiuso il lunedì. Il museo resterà chiuso tutte le terze domeniche del mese.