“Saremo terra di fraternità, giustizia, pace e speranza” ha annunciato la presidente della Regione, Stefania Proietti, che ha così risposto presente all'appello di pace lanciato da Papa Leone XIV, nell'ambito dell'udienza ai partecipanti del Giubileo dei Governanti e degli Amministratori pubblici, tenutosi in Vaticano.
“Le parole di Papa Leone XIV - ha affermato la Presidente dell'Umbria, Stefania Proietti - risuonano come un percorso da seguire per tutti noi che ricopriamo ruoli istituzionali: essere custodi del bene comune, soprattutto a favore di chi è fragile, silenzioso e invisibile. Fare nostra la cura dell'altro, è questa la vera politica”.
“Siamo una regione che ha il dovere, e la volontà - ha detto la governatrice che ha rilanciato l'impegno dell'Umbria - di mettere al centro delle politiche pubbliche chi troppo spesso resta ai margini: chi non ha una casa, chi vive di lavori precari o sottopagati, chi è solo, chi ha perso fiducia nelle istituzioni, chi soffre e muore nelle tragedie delle guerre e nell'indifferenza globale. L'invito del Papa traccia una direzione chiara che condividiamo pienamente”.
“La voce degli ultimi - ha sostenuto ancora Proietti - è il termometro della democrazia, dobbiamo tradurla in scelte strutturali e coraggiose. L'Umbria vuole essere una terra apripista di percorsi capaci di futuro, camminando insieme alle comunità locali, al Terzo settore, al mondo ecclesiale e a tutti coloro, uomini e donne di buona volontà, che lavorano ogni giorno per la nostra regione per il nostro paese per la cooperazione internazionale per la fraternità, per l'amicizia sociale con progetti che partano dalla sfera locale per assurgere a una dimensione globale”.
“Del resto è quello che hanno fatto Francesco alcuni secoli fa e Capitini alcuni decenni fa, possiamo farlo anche noi umbri di oggi - ha concluso la presidente dell'Umbria - È per questo che con l'ambizione alla pace abbiamo lanciato con forza l'appello al governo per il riconoscimento della Palestina. Un atto diplomatico possibile, alla portata del nostro grande Paese, perché già 10 anni fa questa strada è stata aperta dallo Stato del Vaticano che è nel cuore dello Stato italiano. L'appello al riconoscimento della Palestina si leva forte dalla nostra maggioranza e si leverà forte dalla nostra Assemblea legislativa che ha già votato un atto lo scorso marzo. E mentre ci prepariamo ad accogliere i bisognosi che provengono da Gaza, non smetteremo mai di lavorare ogni giorno per la speranza della pace, per la speranza oltre la guerra”.
“Il cuore della Chiesa è straziato per le grida che si levano dai luoghi di guerra”, ha detto Papa Leone XIV al termine dell'udienza generale, riferendosi al conflitto tra Russia e Ucraina e quello in essere tra Iran e Isreale.
“Non dobbiamo abituarci alla guerra - prosegue Robert Francis Prevost - bisogna respingere come una tentazione il fascino degli armamenti potenti e sofisticati, perché nella guerra odierna si fa uso di armi scientifiche di ogni genere e la sua atrocità minaccia di condurre i combattenti a una barbarie di gran lunga superiore a quella dei tempi passati”.
Il Papa ha concluso con una duplice citazione: prima quella di Papa Francesco: “In nome della dignità e del diritto internazionale ripeto ai responsabili ciò che soleva dire Papa Francesco: 'La guerra è sempre una sconfitta'”. Prevost ha poi ripreso Pio XII, ricordando un messaggio radiofonico pronunciato alla vigilia della Seconda guerra mondiale: “Nulla è perduto con la pace, tutto può esserlo con la guerra”.